Lo so, lo so, non siete abituati a leggere recensioni di film su questo blog. Solitamente parliamo di letteratura, di libri, di racconti. In breve, di storie scritte.
Ebbene, oggi vi voglio parlare di una storia non scritta, non presente su fogli di carta ma impressa su pellicola. Ieri sera, spinta dalla curiosità sono andata in un Cinema Parrocchiale, il Perla, di Bologna per assistere ad un film sorprendente e non posso fare a meno di parlarvene (a proposito: è a Bologna in proiezione fino a domenica 15 febbraio).
"Sorprendente perché?" direte voi. Su E fu sera, e fu mattina troverete diversi articoli anche in rete (mai abbastanza comunque) e scoprirete che è un'opera nata "dal basso", grazie al Crowdfunding, realizzato con soli 70.000 euro, che gli attori non sono tutti professionisti, che è il primo film del regista Emanuele Caruso, la prima colonna sonora realizzata da Remo Baldi e che l'età media della troupe è di 27 anni.
Ecco, la cosa sorprendente è che non importa nulla di tutto questo a chi ha visto il film, perché ci si trova davanti ad una storia di enorme impatto emotivo, che parte da un assunto intrigante e sviluppata in maniera prodigiosa. Il regista ad inizio film ha dichiarato che per realizzare E fu sera, e fu mattina sarebbe stato necessario un investimento di 1.400.000 euro ma nessuno era disposto ad investire questa cifra su un film che si prospettava da subito come una scommessa persa in partenza. Ragazzi, vi dico che se l'idea, lo sviluppo, il talento ci sono, si riesce a realizzare un capolavoro con qualsiasi budget. Attenzione, però, ciò non giustifica il "non scommettere su un'idea" o il "tagliarsi lo stipendio e lavorare gratis" per stare nei costi. Perché chi ha un'idea vincente ha diritto di esprimerla e se mancano i nomi altisonanti o non ci troviamo davanti al solito cinepanettone record d'incassi, dobbiamo solo rallegrarci che in Italia esista ancora qualcuno che sa cosa vuol dire far cinema.
Il film è uscito in sale indipendenti grazie al lavoro di ognuno del cast che si è dovuto improvvisare in ruoli anche non propri (come per esempio, trovare in prima persona la distribuzione cinema per cinema) dimostrando di saperci fare e, ancora una volta, di avere un prodotto di qualità. Dopo un anno - dopo aver girato l'Italia e vinto svariati premi - è arrivato anche a Bologna. Bene, questa mia recensione - lo dichiaro fin da subito - è per dirvi di non perdere questa chicca, un film che meriterebbe di apparire nelle multisala, non solo italiane, ed essere visto da tutti, ma al quale la dimensione raccolta delle sale indipendenti sta davvero a pennello. Per cui, se vedete spuntare questo cartellone nella vostra zona, fatevi un regalo: andate a vedere E fu sera, e fu mattina.
Perché? Ve lo spiego tra poco, intanto ecco il trailer del film.
Siamo ad Avila (La Morra, nella realtà), un paesino di 2000 anime pigramente adagiato nelle splendide Langhe piemontesi. Oggi è iniziata la Festa di Sant'Eurosia, la patrona dei frutti della terra e dal palco danno il via ai festeggiamenti il sindaco - Nicola - e il parroco - Francesco. E mentre tutti, seduti ai tavoloni di legno tipici delle feste paesane, iniziano a mangiare, in televisione danno un annuncio sconvolgente: è da oltre un anno che i ricercatori stanno analizzando la situazione del Sole, il livello di idrogeno è cresciuto e si avvicina in maniera inesorabile la sua fine. Il sole, però, non ha intenzione di spegnersi silenziosamente, scoppierà e ingloberà nell'esplosione anche la Terra. Nessun superstite, questa l'inaspettato responso.
I pochi presenti al bar del paese apprendono questa notizia increduli e sgomenti. Non è uno scherzo di cattivo gusto. E' la semplice, cruda, sconvolgente realtà. Non c'è una via d'uscita, non c'è una soluzione. L'unica cosa che si può fare è decidere come trascorrere i giorni che mancano alla fine.
Provate ad immedesimarvi in questa situazione, provate a calarvi in una piccola realtà, a domandarvi cosa fareste voi. Come passereste gli ultimi giorni sulla terra? Cosa è davvero importante? Cosa vorreste fare prima che tutto finisca?
E ora spostate questo sguardo da voi agli altri e domandatevi: " di cosa vivono i rapporti e le relazioni che cuciamo con gli altri? Come sono questi rapporti quando vengono spogliati di tutta quella superficialità di cui spesso vivono?".
Il primo sentimento che investe lo spettatore è quello dell'ingiustizia. Il mondo finirà per tutti i bambini, che fino a poco fa avevano una vita davanti, per le giovani coppie che guardavano al futuro di una famiglia, per tutte quelle persone che cercano la via del riscatto, per le donne che non saranno mai madri. Poi l'incredulità: è possibile che tutto finisca così? In un attimo? Tutto quello che è stato creato in migliaia di anni? Infine, l'accettazione e la volontà di non sprecare più nemmeno un minuto della propria vita, cambiare le proprie priorità, decidere cosa è importante davvero.
Ho amato tutto di questo film. L'idea della fine del mondo, vista attraverso gli occhi di persone comuni, di un piccolo centro qualsiasi; la fotografia che ritrae un preciso angolo di paradiso terrestre; gli attori magicamente inseriti in un contesto difficile che hanno dimostrato di saper interpretare i silenzi ancor meglio dei dialoghi (seppur studiati e mai gratuiti); i personaggi, tratteggiati in maniera intensa e originale, profonda e strutturata; le musiche in grado di immergerti perfettamente in un contesto di ansia, di tragedia, ma anche di rinascita, di salvezza; i colori così caldi, così famigliari, intimi.
Il regista, nonché ideatore della storia, ha dimostrato una rara sensibilità nel tratteggiare personalità e storie, partendo da un'idea certamente già sfruttata ma rendendola " altra", dandogli quel peso e quell'originalità che solo il talento vero è in grado di sviluppare.
Potrei davvero parlarvi per ore di E fu sera e fu mattina perché ogni frammento, ogni personaggio, ogni storia ha qualcosa di più che il suo semplice svolgimento. Facendolo, però, rischierei di prepararvi a qualcosa che dovete, invece, affrontare da soli lasciandovi sorprendere e scuotere da questo film che non ha pretese se non quella di entrarvi dentro e non lasciarvi più.
Il consiglio, quindi, è quello di andare a vederlo e vivere quella che posso definire solo come un'esperienza e non un semplice intrattenimento.
Prendete per voi una serata, rilassatevi, sedete in sala senza pensare a niente ed entrate nel mondo di E fu sera e fu mattina.
Voto:
Infine, mi sembra giusto citare tutti coloro che hanno partecipato a questo piccolo gioiello:
Fotografia
Cristian De Giglio
Costumi
Simone Oliviero
Musica originale
Remo Baldi
Suono
Giovanni Frezza, Fabrizio Cabitza (Audio in Presa Diretta)
Operatore
Cristian De Giglio. Davide Carbonari (Focus Puller).
Trucco
Jessica Lacchia, Marta Albiani, Silvia Galeazzo, Ilaria Matarazzo, Rossella Barillaro
Aiuto regista
Lucio Linaro
Segretario di edizione
Cinzia De Luca
Interpreti
Albino Marino. Lorenzo Pedrotti, Sara Francesca Spelta, Francesca Risoli, Simone Riccioni, Giovanni Foresti, Nicola Conti, Stefano Eirale, Paola Gallina, Marina Rista, Andrea Gariglio e Paolo Manassero.
Direttore di produzione
Giuseppe Masengo
Produzione esecutiva
Roberta Lampugnani, Deborah Sandri, Elisa Conti
Produttore
Roberta Lampugnani, Deborah Sandri, Elisa Conti, Beppe Masengo
Coproduttore
Rai Cinema
Produzione
Associazione culturale Il Nucleo (Alba, CN)
Con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte (2012)
Operatore steadycam
Davide Carbonari
Assistente scenografo
Elena Ronco (Primo Assistente Scenografo); Francesco Pavignano (Secondo Assistente Scenografo)
Assistente alla regia
Alessandra Castellengo
Festival - Mercati - Eventi
Multisala Reposi di Torino dal 13 al 19 marzo 2014
Contatti
Il Nucleo - Giuseppe Masengo
[FILM] Recensione: E fu sera, e fu mattina recensito da Erika il 14 febbraio 2015