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Film stasera in tv: il fondamentale MALIZIA (sab. 5 marzo 2016, tv in chiaro)

Creato il 05 marzo 2016 da Luigilocatelli

Malizia, Rai Movie, ore 23,35.
2909444219_1fd122c242Il film che inventò Laura Antonelli. La quale – si era nel 1973 – aveva sì interpretato qualche film rimarchevole come Il merlo maschio, senza però mai assurgere al divismo. Con Malizia diventò la donna e la star che sappiamo, più che un’attrice e più che una star, l’oggetto fantasmatico eppure corporeo e accarezzabile del desiderio italiano (del maschio italiano). Salvatore Samperi fu colui che la volle, la scelse, la impose. Samperi sta a Laura Antonelli come Roger Vadim a Brigitte Bardot. Et dieu créa la femme, anche in questo caso. Che dire del film, che cristallizzò l’eros soffocato e sudato del nostro Sud per farne il paradigma e il prototipo di infinite sucessive narrazioni? Che senza Malizia gran parte di certo cinema di genere anni Settanta, quello delle liceali, delle professoresse, delle medichesse dei distretti militari, non sarebbe mai nato. Tant’è che nella storia del nostro cinema si potrebbe parlare i un primo e di un dopo Malizia. La storia la si sa, giusto? Ed è quella, nella Acireale dello scirocco (siamo negli anni Cinquanta), della serva Angela che fa innamorare il padrone di casa vedovo, ma pure scatena le tempeste ormonali del figlio quattordicenne. Lotta edipica tra il maschio alfa e chi sogna di prenderne il posto, con la femmina a fare da preda e trofeo. Ma anche, rovesciando, la femmina padrona che sa di poter arrivare al potere facendo leva sull’ascendente sessuale sui maschi. Con la storica scena di Antonelli in calze velate che salendo la scala si offre alla brama dei masculi. Cliché e ancora cliché. sulla Sicilia, sugli uomini, sulle donne. Con Samperi che però usa coscientemente quei cliché per farne uno spettacolo per le masse, popolarizzando e replicando certe perversioni demestiche, certe atmosfere para-incestuose che aveva già esplorato nel precedente e bellissimo Grazie zia (e il titolo assonante è probablmente anche un clin d’oeil a quel film). Con Turi Ferro e il povero Alessandro Momo, destinato a scomparire giovane per un incidente di moto. E però, quanti bei nomi nei credits: fotografia di Vittorio Storaro, costumi di Piero Tosi. E poi lo chiamano cinema di serie B.


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