Film stasera sulla tv in chiaro: I MILANESI A NAPOLI (merc. 25 giu. 2014)

I milanesi a Napoli, Vero Tv, ore 22,30.
Raro. A modo suo non trascurabile, perfino importante perché – e siamo nel 1954! – mette in scena con arguzia l’eterno scontro tra i nostri Nord e Sud, tra differenze conclamate e irresistibili, sotterranee attrazioni. Cliché e pregiudizi da una parte e dall’altra, però risolti e liquefatti nel sorrisoo, nell’ironia bonaria, nel vogliamoci tutti bene della piccola cinecommedia di quegli anni. E però sapendo leggere attentamente, e rappresentandolo, quel divario che finirà decenni dopo col produrre il fenomeno leghista al nord (e, specularmente, le nostalgie neoborboniche e neoindipendentiste al sud). I milanesi a Napoli è anche, clamorosamente, un’anticipazione di uno dei nostri film di maggior successo di questi anni, Benvenuti al Sud che, se non fosse il remake del francese Chez les Ch’tis, sembrerebbe un ricalco. L’anno prima, 1953, Eduardo De Filippo aveva girato e interpretato Napoletani a Milano: abitanti di una zona popolare di Napoli stanno per essere sloggiati da speculatori nordici e, per sventare la manovra, si fiondano su a Milano con prevedibili e anche comici esiti. I milanesi a Napoli inverte la direzione, muovendosi però sugli stessi binari e configurandosi come un ideale sequel, anche se qui Eduardo non c’entra niente. Industrialotti milanesi calano giù, sotto il Vesuvio, decisi a impiantare una fabbrica di pizze basata su un metodo nuovo e futuristico e, non bastasse lo scempio, c’è anche chi vuol produrre non solo pizze ma anche pizzi su scala industriale soppiantando quelli tradizionali. Immediata rivolta e boicottaggio di pizzaioli e artigiane delle trine e dei merletti locali, che ce la faranno ad arginare e sconfiggere gli invasori. Un film che è, senza volerlo, un prezioso reperto socioantropoligico, e che come tale va visto. Con Ugo Tognazzi, Enrico Viarisio, Dolores Palumbo, Carlo Campanini, Nino Taranto, Eva Nova. Un trionfo di quelli che si chiamavano caratteristi.