La papessa, Canale 5, ore 21,10.
Guilty pleasure. Film tedesco del 2009 di solidità e anche ferrigna pesantezza didascalica di pura marca teutonica, senza uno sprazzo, un guizzo, un’imprevedibilità di racconto e di stile, piatto e irrimediabilmente medio come le vecchio fiction televisive, e però a suo modo godibile nella meticolosa riproposizione della vecchia storia della papessa Giovanna. Anzi, vecchia leggenda, perché il presunto papato di una donna spacciatasi per monaco e ascesa al soglio di Pietro negli anni bui intorno all’850 dopo Cristo, non ha mai trovato alcun riscontro e supporto storico, è un’invenzione sembra medievale della propaganda ortodossa cristiano-orientale per screditare il cattolicesimo, poi adottata dal protestantesimo nord europeo per la stessa ragione. Il che è un restroscena e un sottotesto piuttosto interessante, che è meglio tenere presente mentre si dà un’occhiata a questo film. Il quale ovviamente prende per buona la faccenda, squadernandocela così come la tradizione est e nord-europea l’ha tramandata, e poi scritta e riscritta in romanzoni best seller del genere storico-sensazionalistico. Dunque: Giovanna nasce nell’Inghilterra cristiana e ancora alquanto selvaggia del nono secolo. Capisce ben presto che figli e cucina non sono la sua voicazione, portata com’è agli studi, allora però privilegio solo maschile. Travestendosi da monaco riesce ad avere un’istruzione, un’educazione, una carriera ecclesiastica che incredibilmente la porterà a essere eletta pontefice. Ma non dimenticherà il suo amore di gioventù, e quando lo reincontra a Roma, lei già papa, si riaccende la passione, ed è torrido sesso. Ah signora mia, di quali nefandezze e vizi è lordato il papato, con donne che si spacciano per uomini: così ci suggerisce il mito della papessa Giovanna, così proclama la propaganda luterana anti-papista attraverso la sua propalazione. Ma noi, al di là dei retroscena e degli antefatti, ce lo possiamo godere questo film per quanto di fosco e selvaggio e peccaminoso ci mostra di quella Roma, di quegli anni. Fazioni in lotta che nulla risparmiano pur di avere un loro uomo sul trono di Pietro e togliere di mezzo gli avversari, congiure e crudeltà che sembrano anticipare i Borgia più estremi e ghiottamente depravati, la papessa che si strugge divisa tra la passione carnale e i suoi doveri di capo spirituale della cristianità. Sono donna o sono papa? Il che, ne converrete, è un gran bel dilemma su cui costruire una narrazione. Fino al climax della processione pasquale per le strade della Roma alto-medievale, con il Papa, anzi la Papessa in paramenti sacro-maschili, in preda alle doglie del parto: sì, perché del suo grande amore è rimasta pure incinta. Naturalmente il film, arrivando nell’anno 2009, spaccia la storia-mito della Papessa Giovanna anche come un percorso di emancipazione e ribellione femminile alle istituzioni maschiliste e maschiocentriche della Chiesa, rischiando di diventare un involontario manifesto per il sacerdozio delle donne. Meglio lasciar perdere e divertirsi con la storia, che è una storiaccia corrusca a tinte cupissime. John Goodman fa benissimo il predecessore di Giovanna, che è la tedesca Johanna Wokalek, già vista in La banda Baader-Meinhof e nel bergfilm North Face. Ma la prima a interpretare al cinema il succulento personaggio fu Liv Ullmann nel 1972 in La papessa Giovanna di Michael Anderson, e sarebbe il caso di recuperarlo da qualche parte.
Magazine Cinema
Film stasera sulla tv in chiaro: LA PAPESSA (venerdì 8 novembre 2013)
Creato il 08 novembre 2013 da LuigilocatelliPossono interessarti anche questi articoli :
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