Sobibor – 14 ottobre 1943, ore 16.00, Rai 3 (Fuori Orario), ore 1,15.
Una vita, quella del francese Claude Lanzmann, dedicata alla rievocazione per mezzo del cinema dello sterminio ebraico a opera dei nazisti. Shoah, il suo lavoro massima, è un classico da cui non si può prescindere. Ma anche dopo quell’impresa Lanzmann ha continuato a scavare nell’Olocausto, a riportarne alla luce episodi, frammenti, storie, persone, vittime e carnefici. Il maggio scorso l’ottantottenne regista-documentarista ha presentato a Cannes fuori concorso (davanti a un parterre de rois con tanto di madame Hollande e ministro della cultura) il suo recente, monumentale (dura 4 ore), L’ultimo degli ingiusti, un film capitale che spero qualcuno mostri in Italia. A mio parere uno dei più importanti di questi anni, qualcosa di nuovo anche nella filmografia di Lanzmann. Ancora sulla Shoah, certo, però da una visuale insolita, attraverso l’intervista a un uomo accusato di collaborazionismo, Benjamin Murmlestein, ebreo responsabile degli ebrei internati nel campo-carcere di Theresienstadt (rimando per ulteriori informazioni alla formidabile recensione di Roberto Silvestri).
Yehuda Lerner, testimone della rivolta di Sobibor, intervistato da Lanzmann.
Sobibor è invece del 2001, ed è la rievocazione con testimoni e documenti dell’unica rivolta ebraica mai avvenuita in un campo di concentramento o di sterminio. Collocato nella parte di Polonia sotto diretto controllo tedesco (il cosidetto Governatorato Generale), Sobibor era già stato, quando scoppia la ribellione di alcuni prigionieri, il luogo del massacro per centinaia di migliaia di ebrei provenienti da Polonia, Cecoslovacchia, Olanda. Lanzmann interroga, documenta, rievoca, perché non se ne perda la memoria. Ecco i fatti, dal sito Olokaustos: «Venne preparato un piano per la fuga.Il 14 ottobre 1943 scoppiò la rivolta di Sobibor. I rivoltosi riuscirono ad uccidere undici SS e alcune guardie ucraine, attraversarono il campo minato subendo gravi perdite e in 300 raggiunsero i boschi. Di questi la maggior parte venne uccisa nella caccia all’uomo organizzata dai tedeschi. Alla fine della guerra i sopravvissuti erano circa 50».