Il Codice Da Vinci è il romanzo che ha consacrato Dan Brown. Quando uscì, in Italia, nel 2004 fu un vero successo e ancor oggi è letto e apprezzato da moltissime persone. Se non l’avete ancora affrontato, potrebbe essere l’ideale da portare sotto l’ombrellone. Come ogni grande successo letterario (80 milioni di copie vendute, ndr), ne è stata ricavata anche una pellicola cinematografica, con Tom Hanks nei panni dello studioso Robert Langdon. Meglio il libro o meglio il film?
Dal libro…
Non vorrei soffermarmi sugli errori e le (libere) interpretazioni dell’autore riguardo l’arte e la religione, preferirei vedere Il Codice Da Vinci come un bel thriller, intrigante e coinvolgente. Un romanzo che ti cala nella storia e ti attacca alle pagine.
Brevemente: la storia inizia con l’uccisione di Saunière, curatore del museo del Louvre, da parte di un monaco albino dell’Opus Dei. Lo storico d’arte, durante l’agonia che precede la morte, riesce a lasciare messaggi all’apparenza indecifrabili, che dovrebbero permettere di identificare l’assassino. Tra questi c’è il nome di Robert Langdon, studioso di simbologia, che dovrà svelare il mistero che si nasconde dietro i numeri e i simboli tracciati da Saunière sul pavimento del museo parigino con il proprio sangue. Personaggio principale con il quale Langdon (e la sua “aiutante” Sophie Neveu, nipote del curatore) si troverà a dover fare i conti è niente-po-po-di-meno-che Leonardo Da Vinci, ideatore di un distruttivo codice segreto che potrebbe mandare in frantumi tutti i fondamenti del cristianesimo e al quale tutti sembrano dare la caccia. Storia dell’arte (La gioconda e L’ultima cena sono i dipinti attorno ai quali ruota tutto), storia antica (i Templari, la ricerca del Santo Graal), religione e spiritualità: una trama avvincente, una vera caccia al tesoro con enigmi da risolvere e tanti segreti finalmente svelati.
Gli ingredienti per un buon libro ci sono tutti.
…al film
La pellicola di Ron Howard (il Ricky Cunningam di Happy Days, ndr) è abbastanza fedele all’originale letterario, se non per alcuni cambi dovuti a esigenze di sceneggiatura, alcuni personaggi mai comparsi (come il fratello di Sophie) o alcune variazioni nella ricostruzione degli intrecci (nel libro Remy dice di lavorare per conto del maestro, nel film afferma di essere il maestro in persona).
La mia scena preferita è quando Langdon e Teabing danno a Sophie la loro interpretazione del dipinto di Leonardo L’ultima cena: rispetto al libro, qui il potere delle immagini vince su tutto. Maria Maddalena, primo degli apostoli di Cristo, è seduta alla sua destra, diverge da lui con il corpo formando una V – simbolo del Graal, del calice e dell’utero materno – e starebbe festeggiando con un banchetto la loro festa di nozze. I loro vestiti sono immagini speculari l’uno dell’altro, lo Ying e lo Yang, Dubbi e polemiche sono scaturiti da questa analisi, riportata anche nel libro, che secondo alcuni storici svelerebbe le origini della discendenza di Gesù.
I protagonisti principali sono Tom Hanks (Robert Langdon), Audrey Tautou (Sophie Neveu) e Ian McKellen (Sir Leigh Teabing): ottime le loro interpretazioni, anche se Tom Hanks nei panni di Langdon… mmm, non mi ha convinta più di tanto. In generale io ho preferito il libro. E voi?
PS. Il libro (e anche il film) hanno un sequel, dal titolo Angeli e demoni. In realtà più che un sequel è un prequel, perché questo romanzo è il primo scritto da Brown in cui compare lo studioso Langdon, ma il successo registrato in Italia dal Codice Da Vinci ha fatto sì che uscisse solamente due anni dopo.