Forse l’ho già detto ma non amo i libri fantasy. Ogni tanto li leggo, mi appassiono e li divoro in pochi giorni, ma poi torno alla narrativa e chi s’è visto s’è visto. Ecco, uno di questi flash letterari è accaduto nel 2005 quando ho letto tutta la trilogia de Il signore degli anelli di John Ronald Reuel Tolkien.
Dal libro…
Sono tante le cose che mi hanno colpito. Una su tutte, forse, le meravigliose descrizioni dei paesaggi sconfinati della Terra di Mezzo. Tolkien ha questo grande potere: ti fa diventare parte integrante della storia, è capace di farti sentire lì con gli hobbit a combattere Sauron, dimenticando tutto il resto. È difficile, poi, tornare alla normalità e non pensare di veder sbucare da qualche parte, sulla metro o al semaforo, Bilbo Baggins e i suoi compagni.
Tradotto in 38 lingue, è il sequel de Lo hobbit e si compone di un corpus storico davvero ricco, che pesca nella mitologia, nella filologia e nella letteratura anglosassone. Non mi sto a dilungare con un’analisi approfondita sulla storia dell’opera: per questo vi rimando a Wikipedia e ai vari siti di appassionati tolkieniani.
In 160 caratteri o poco più, la storia è incentrata su un gruppo di 9 amici partiti alla ricerca di un anello (tale Anello del potere) che va distrutto perché consegnerebbe al suo padrone l’assoluta invincibilità. Ovviamente sul percorso trovano ostacoli, impedimenti, nemici e personaggi dotati di strani poteri, ma anche nuovi compagni di avventure, sia tra gli hobbit, che tra gli elfi, i nani e gli uomini.
Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai Principi dei Nani nelle loro rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l’Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra,
Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra nera scende.
Un Anello per domarli, un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli.
Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra cupa scende.
… al film
Per quanto riguarda le tre pellicole che il regista neozelandese Peter Jackson ne ha ricavato, preparate almeno due padelle di pop corn, perché la visione si farà davvero lunga. Sono più di 11 ore di tv, se li guardate tutti e tre di fila.
Il terzo capitolo, Il ritorno del re, ha vinto ben 11 Oscar che, sommati a quelli degli altri due episodi, rende la trilogia la serie cinematografica più vittoriosa della storia (17 statuette totali su 30 nomination).
Preparatevi a immergervi completamente in questo mondo, perché gli effetti speciali utilizzati nel film sono davvero realistici.
Posso dire che, a mio avviso, si tratta di uno degli esempi meglio riusciti di film tratti da libri. E la sfida non era per niente facile. Gollum è stato realizzato interamente con grafica computerizzata, mentre per le epiche battaglie si sono usate comparse digitali.
Andy Serkis in blue screen ricrea il personaggio di Gollum, a cui ha dato anche la voce nella versione cinematografica inglese
Per quanto riguarda gli attori veri, oltre a Orlando Bloom nei panni di Legolas, troviamo un bravissimo Elijah Wood in Frodo e uno stratosferico Ian McKellen come Gandalf, ma il mio preferito è stato sicuramente Viggo Mortensen alias Aragorn. I dettagli, dalle caratteristiche paesaggistiche agli accessori più minimi come la spilla a forma di foglia che chiude i mantelli elfici, sono perfettamente ripresi dal libro del professore di Oxford.
Viggo Mortensen nei panni di Aragorn
Ovviamente ci sono anche delle differenze, tra la pellicola e la stesura originale di Tolkien, dovute anche al fatto che delle 1.500 pagine non si poteva raccontare proprio tutto tutto. Non mi dilungo nell’elencare fatti un po’ stravolti, personaggi leggermente diversificati e tagli su capitoli descrittivi. Secondo me arrivati alla fine delle 1.500 pagine non vi ricorderete proprio ogni singola cosa, quindi anche se poi nel film non la ritrovate non è un gran danno. Viceversa, se prima guardate il film e poi leggete il libro (che non si fa), potrete arricchire la pellicola di tanti aspetti in più, come se fossero dei contenuti extra. Se contate che i film sono usciti nelle sale a un anno di distanza l’uno dall’altro, apprezzerete il prologo che all’inizio di ogni pellicola chiarisce antefatti e vicende, facendo così il punto su “dove eravamo rimasti”.
A chiudere il cerchio la colonna sonora, dove non poteva mancare la musica celtica, per un sottofondo davvero azzeccato.
Sono curiosa, ora, di sentire che ne pensate voi. Avete letto il libro e/o visto il film? Quale vi è piaciuto di più?