Regista: Tim Burton
Durata: 110 minuti
Anno: 2010
Genere: Fantasy/Avventura
Produzione: Team Todd, Tim Burton Animation Co., Walt Disney Pictures, The Zanuck Company
Attori: Mia Wasikowska, Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Anne Hathaway, Crispin Glover, Alan Rickman, Michael Sheen, Christopher Lee, Matt Lucas, Stephen Fry, Eleanor Tomlinson
Voto:
Trama:
Alice teme di essere pazza. Da quando è piccola continua a fare sempre lo stesso sogno, non sta mai attenta quando le parlano, è diversa dal resto della buona società che frequenta e non si integra nelle regole del suo mondo. Affinché non rimanga zitella come la zia, che senza marito pazza lo è diventata sul serio, i parenti le combinano il matrimonio con un ottimo partito: un giovanotto integrato, conformato, di nobile lignaggio e con qualche problema digestivo. Al grande ricevimento nel quale le verrà fatta la proposta però le visioni di Alice si fanno insistenti, il ticchettio di un orologio sembra ossessionarla e sul più bello vede comparire un coniglio in doppiopetto che le indica che è oramai tardi. Alice lo segue nella sua tana e finisce in quel mondo che aveva sognato fin da piccola, dove scopre che esiste una profezia riguardo una sua omonima la quale, con l’aiuto del Cappellaio Matto, del Coniglio Marzolino ecc. ecc. sconfiggerà una creatura malvagia liberando il regno dalla tirannia della Regina Rossa e riportando al trono la sorella più bella, la Regina Bianca.
Recensione:
Nonostante io sia una cultrice di Tim Burton avendo visto la stragrande maggioranza dei suoi film, e avendo apprezzato ancora di più il suo operato in coppia con Johnny Depp, Alice in Wonderland non mi è piaciuto. Affatto.
Si discosta totalmente non solo dal classico d’animazione sempre targato Disney del 1951 – che io continuo a ritenere un capolavoro – ma anche dallo stesso libro di Lewis Carroll da cui dovrebbe essere tratto.
Si tratta di un sequel. E già la cosa fa storcere il naso. Un sequel che parla di una protagonista irritante, una piccola lady totalmente incapace di fare anche solo un sorriso, una ragazza sempre in conflitto che non è in grado di parlare civilmente ma preferisce rintanarsi dietro una maschera di riprovazione e fuga dalla realtà che è sì soffocante, ma che avrebbe potuto essere affrontata in tutt’altra maniera.
Alice si ritrova così di nuovo in Wonderland, un paesaggio dark e opprimente, dai colori freddi e spenti in cui su ogni cosa aleggia un’aura di paura costante, incontra personaggi affetti dai classicissimi cliché cinematografici che non corrispondono per nulla né al film né al libro originale, frutto di una contaminazione disneyana che francamente ha stufato non poco.
In questo Wonderland di Tim Burton vediamo la morte come rischio tangibile e quasi certo, vediamo il terrore negli occhi di chiunque, vediamo personaggi per nulla interessanti che sembrano presi da un qualsiasi Medieval Movie, succubi del gran signore e dei suoi cavalieri e in attesa del salvifico eroe.
Persino i protagonisti che hanno fatto da emblema alla storia stessa sono stati completamente stravolti: lo Stregatto è un ologramma computerizzato privo di senso, non è folle né tantomeno interessante, è mobilio. Il Cappellaio Matto è pietoso. Non ha nulla di effettivamente matto – per farci un’idea basta riguardare il film d’animazione e fare un confronto – è il solito e banale cavaliere buono che vuole riconquistare il trono per la sua regina, frustrato dagli eventi e che si limita ad attendere che la famosa profezia – elemento da epic fantasy che lascia un po’ perplessi – invece di agire in qualsiasi maniera.
La Regina Bianca è già di per sé interpretata da Anne Hathaway, una bambola dagli occhioni enormi capace di volteggiare e usare la sua vocina suadente per incantare, ma non sa fare proprio nient’altro di concreto, sinceramente ho parteggiato per la Regina Rossa, che almeno di carattere ne aveva.
La storia si conclude in maniera del tutto prevedibile, la profezia si avvera, il Cappellaio si scopre innamorato della bella e valorosa (?) Alice, lei torna nel suo mondo e tira fuori gli attributi dicendo quel che pensa. Mi viene da chiedere perché non l’abbia fatto subito, così ci avrebbe risparmiato un’ora e mezza di pateticità gotica.
Alice in Wonderland è fallimentare. La normalizzazione della storia immortale di Carroll è stata una pugnalata, inserire nella trama elementi come l’amore, la paura, la morte è stato un azzardo che non ha fruttato, rendendo la pellicola inutilmente complessa e pesante dal punto di vista psicologico, un intreccio banale infilato in un contesto non congeniale, assolutamente privo di qualsiasi intermezzo ironico o che almeno alleggerisse l’atmosfera deprimente, personaggi mal fatti che non destano altro che antipatia, è un rincorrersi di stereotipi e luoghi comuni. In pieno stile Disney, bisogna ammettere.
Così come depreco la scelta della colonna sonora che come singolo d’esordio ha optato per l’ennesima melensa canzone di Avril Lavigne, preferendola invece ad altri veri capolavori che avrebbero potuto elevare un minimo la qualità: Her name is Alice degli Shinedown, Welcome to Mistery dei Plain White T’s, Fell Down a Hole dei Wolfmother e così via.
In sostanza, si può affermare che questo sia il peggior film della coppia Burton-Depp mai apparso su uno schermo, vuoi per le direttive dittatoriali e squallide di una grande casa come la Disney, vuoi per aver disposto male i tasselli di una storia che forse avrebbe avuto qualche possibilità, vuoi per un esperimento mal riuscito.
Io so solo che continuerò sempre a preferire il cartone animato del 1951.