"filo diretto: tavola rotonda contro la violenza"

Da Paritismo @MgFarina

QUANDO  MANCA  LA  PARTECIPAZIONE

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"Un filo rosso percorre dall'alto al basso la tela, raggiungendo ed avvolgendo in modo parziale una griglia che nasconde parte di un volto di donna...". Estratto dalla didascalia del dipinto "Il limite imposto ovvero valore a metà" del pittore Roberto Rossi, scrivente questo articolo.Forse il tempo che stiamo vivendo ci sta conducendo fuori strada. Quella  psichica. Forse anche quella culturale e dei valori, se sappiamo cosa sia Cultura e Valori. Forse il nostro tempo è composto, ormai, più dall' apparire che dall' essere. Più dal delegare che dall' impegno. Più dall' estetica che dal contenuto o valore di ciò che siamo. Più dal dire che dal fare. Forse, si pensa, tanto c'è sempre qualcun' altro che farà. Se fosse così, allora saremmo davvero messi male. Se fosse così, stiamo vivendo un nuovo medioevo.C'è profonda amarezza in queste parole. Amarezza, ma non rassegnazione. Amarezza e delusione da un lato, rabbia e molta grinta a reagire dall' altra, affinché non si abbandoni un percorso difficile ma necessario. Un percorso volto a seguire, accompagnare ed aiutare, la donna che subisce violenza, e che necessita di avere legittimamente il suo diritto di essere persona. Quella donna che continua essere protagonista suo malgrado, di incresciosi fatti di cronaca, perché maltrattata in quanto donna. L'esito finale della tavola rotonda "Filo diretto..." di venerdì 21 giugno 2013 a Vicenza, porta in sé, una parte di positività riscontrata nei numerosi relatori invitati a portare la loro complessa, utile e professionale competenza ed operatività sul campo, dimostrando quanto si può fare ed ancora migliorare per essere accanto alla donna maltrattata che alla società umana ed alle istituzioni si rivolge.Ma c'è anche una parte di negatività, che dimostra quanto ancora c'è da fare per cancellare l' indifferenza diffusa e riuscire a coinvolgere la cittadinanza affinché prenda coscienza che non è un problema che viene da un altro pianeta, ma che invece l'abbiamo qui, attorno a noi, dentro di noi, ogni giorno, nella nostra società umana che dovrebbe essere civile. Non è altresì credibile che la cittadinanza non abbia sentito un senso morale di partecipazione su questo tema, che coinvolge direttamente tutta la comunità  cittadina. Il continuo mugugnare quando si leggono cronache di violenze sessuali o di maltrattamenti contro la donna, non porta a niente se non ad una mascherata tolleranza verso chi è violento. Prendere atto ad una seria partecipazione quando ci sono incontri che servono a far crescere la coscienza del rispetto ma anche una maturazione intellettuale che può portare ad un cambiamento culturale per modificare il corso dei fatti, che vanno oltre la ragione. I dati snocciolati dai relatori, sono stati molto chiari e sono convinto che molti, se presenti, avrebbero acquisito dati e indicazioni che sarebbero serviti a smontare certi luoghi comuni o rendersi conto di una realtà locale piuttosto seria. Altro grave assente è il maschio, convinto ancora che il problema sia della donna, convinto com'è di esserne fuori, mentre ne è completamente coinvolto essendo lui, la causa della violenza e portatore di un pensiero primitivo. Forse è ora di smettere di delegare e di sentirci tutti parte di una comunità e se anche non si è toccati direttamente possiamo essere utili, partecipando, e migliorare ognuno nel suo piccolo, se opportunamente informati ed imparare a guardarci attorno, vedere persone ed essere tra persone, rimuovendo quell' egoismo che ci copre come un pesante manto diventato uno scafandro che ci isola dai problemi.Forse si deve comprendere che assuefarci all' indifferenza può essere un tragico errore che avrebbe conseguenze per tutti e nasconderci dentro se stessi non serve a molto o forse a niente per risolvere ciò che rischia di diventare una follia collettiva.È davvero triste vedere quelle numerose sedie vuote che per occuparle basterebbe poco, basterebbe sentirsi parte di una comunità e smettere di pensare che tutto ci gira attorno credendo in un ego gigantesco o peggio che tutto ci scivoli sopra senza toccarci.
ACCARTOCCIO  FOLLI  PENSIERI
Nelle mie maniaccartocciofolli pensierioggi ricorrentinel paesaggio neuraledell’Homo Modernis.Pensieri follidove l’umanoabbagliato da facili obiettivisi trova immersonella fittanebbia psicoticabalbettandoinconsistenti pensierisenza Etica e Ragione.Nelle mie maniaccartocciola parte di Quotidianoincompreso e folle,caotico ed assurdo,e liberate le maniaccarezzola linfa vitaledi un Pensierosorto con l’albadi un giorno nuovodovel' Illuminismo sarà il nuovo orizzonte.
Testo e Poesia di Roberto Rossi
Pittore e poeta

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