Magazine Diario personale
...questo blog è una raccolta personale di mini saggi, una "filologia del sogno", scrivevo nelle note di introduzione.
Avrei dovuto, dovrei e devo tenerlo sempre bene in mente, sempre bene davanti agli occhi.
AVRESTE DOVUTO, DOVRESTE, DOVETE tenerlo sempre bene in mente, sempre bene davanti agli occhi.
Un Amico, mentre scrivo, mi sta facendo riflettere su degli aspetti della mia persona (in senso etimologico di "maschera"), mi ricorda che -avendo io una formazione tradizionale alchemica- avrei "instillato in automatico, come se fosse assioma, il concetto di "progresso" iniziatico in fasi, in OPERAzioni".
Ed è vero.
Nel momento in cui ho terminato una fase, devo iniziare la successiva.
Ogni fase, richiede di abbandonare le scorie che produce la precedente.
E' così è per questa.
Disquisire, in termini squisitamente filologici, di una materia come la stregoneria di matrice italica è una fatica di Sisifo. Tiene conto dell'astuzia di giocare gli dèi e della punizione che ne deriva. Implica costanza e dedizione nel tentare di raccogliere le fonti orali residue, nello scovare le tracce scritte (spesso secondarie e/o non convenzionali, parliamo di diari, lettere, persino ricettari, note a margine di qualche vecchio libro...), compararle per verificarne la storicità se non proprio la veridicità, etc.
Spesso più che il lavoro di un Relic Hunter è quello di un Ghost Hunter.
Fantasmi. Fonti fantasma, o che presto lo saranno visto che l'età minima si aggira intorno agli 80 anni...
Quello che complica ancora di più uno studio serio è, posso ormai affermarlo con discreta certezza, il "mondo" che ruota intorno a quella che si potrebbe definire "odierna stregoneria italiana", il quale più che sincretico è confuso e psicotico (suggeriva qualcuno sul forum che moderavo e al quale non prendo più parte per motivi strettamente personali, mentre chi scrive qui sarebbe un concentrato di disturbi della personalità amabilmente classificati nei manuali DSM, da "n" di "narcisismo" a "s" di "schizotipico", almeno). E' un agglomerato di individui, quel mondicciolo, che ha totalmente perso di vista, o forse ha perso la "vista", la "sostanza" di cui è fatto il Mondo. Non "vede" più, troppo perso a fare domande stupide per ottenere risposte subitanee e facili, predigerite e rigurgitate come se fossero un omogeneizzato di esperienze altrui assumibile e assimilabile con gli occhi spenti di una lettura che non trasmette il suo significato al cervello ma parla al pre-giudizio.
Se solo "vedessero". Se solo "avessero visto", saprebbero.
Saprebbero che la Sostanza di cui è fatto il Mondo è un'immagine riflessa sulla superficie immobile di uno stagno.
Senza la superficie, in cui acqua e aria sembrano incontrarsi, non ci sarebbe alcun riflesso. E il riflesso è l'unica cosa che esiste. La speranza più grande per l'anima che si evolve fra tanta illusione sta nella meditazione, nel fortificare la mente. Questa fissità nel bel mezzo del cerchio roteante in cui danza Shiva è il Silenzio davanti al pulsare della Natura.
E la Speranza, come ha detto T.S. Eliot, sta "nel punto immobile del mondo che gira".
E' solo questo Silenzio che conta. Il resto, sono solo "phasis", sono solo "parole".
Una filologia inutile, un'etimologia onirica.