Qualche risatina ancora scappa sul loro progetto. Ma che importa. La voglia di sfidarsi per Raffaella Rinaldis e le altre, è davvero grande.
Al diavolo le mille difficoltà e gli imprevisti tecnici, che hanno rallentato il lancio della loro mega idea. Ormai tutto è pronto per avviare Fimmina tv http://www.facebook.com/fimmina.tv e farla diventare “una tv regionale, dedicata alle pari opportunità, un posto dove chi vuole raccontare qualcosa di buono o denunciare una discriminazione, può farlo senza filtri di opportunità o altro che non sia la comune decenza”. Come fa intendere Raffaella, nata a Chivasso nel ’73 e trasferitasi in Calabria a sei anni.
“Il gruppo, con la redazione nella Locride, è già in trincea, attrezzato alle sfide quasi impossibili – aggiunge l’ideatrice di Fimmina tv – e sa perché? Siamo nate toste, siamo diventare toste. Ora che siamo insieme, chissà quanto lo saremo di più!”.
Ma come è nata l’idea e quali sono i progetti? Scopriamolo in questa intervista.
Intanto, chi è Raffaella?
Una moglie, una project manager, fondatrice a vent’anni di Eurokom (oggi nella Rete Europe Direct della Commissione europea) con Loredana Panetta e Sandra Tuzza. Avevamo poco più di vent’anni. Ho sempre voluto fare la giornalista, ma non avrei mai pensato che sarebbe diventato davvero il mio lavoro. Dopo gli studi in Giurisprudenza, mi sono convinta di una cosa: il mondo e la società possono cambiare con il dialogo, se solo ci si immedesima nelle necessità degli altri. L’egoismo sembra giustificato oggi nella nostra società e questo è pericoloso.
Di qui Fimmina tv?
Ho cominciato a pensarci qualche tempo fa, vedendo la reazione dei lettori dei giornali per i quali scrivevo e l’ultimo che ho diretto, un mensile di approfondimento. Le donne mi sembravano le più interessate ai temi sociali. Erano loro che sentivano forte la necessità di farsi raccontare e raccontare, di leggere storie che in qualche modo richiamassero la loro vita, senza diventare un oggetto commerciale. Ho proposto l’idea a tante testate. Tanti complimenti, sì, ad una tv che parlasse di donne in Calabria, soprattutto, di quelle emarginate. Ma nessun riscontro concreto. Finché l’editore di Telemia, un caro amico con il quale collaboravo spesso, mi ha detto di tentare con l’apertura del digitale terrestre. E’ con lui che ho chiuso un contratto per un canale del suo moox.
In Italia avete concorrenti?
Credevo che nel nostro Paese ci fossero emittenti femminili e per femminili intendo che si occupassero delle donne e delle pari opportunità, senza considerare l’altra metà del cielo un oggetto commerciale.
E invece?
Quando ho fondato l’emittente – l’ho registrata l’8 marzo scorso – ho trovato solo una web tv, che al momento non è aggiornata. Spero di trovarne altre e di collaborare. Fare rete è importante.
Quanto è stato difficile mettere insieme la squadra, i quindici collaboratori, e avviare Fimmina tv?
Non molto. Si tratta di donne che ho incontrato nella mia carriera giornalistica e nella vita privata. Tutte ragazze che non avevano bisogno di essere convinte, hanno tanto da dire e da dare. Sottolineo che ci sono anche uomini nel nostro gruppo, tra tecnici, artisti e giornalisti. Non mi piacciono né la contrapposizione uomo donna, né la subcultura, che ostacola un’omogenea parità.
C’ è qualcuno che ha preso sul naso la vostra iniziativa?
Finora nessuno. La risatina ogni tanto scappa. La battuta pure. I problemi tecnici, che ci stanno facendo tardare nella partenza non ci aiutano. Ma queste sono bazzecole. Siamo molto determinati, facciamo semplicemente con tranquillità il nostro lavoro. Abbiamo un obiettivo lontano, guardiamo a quello, non ai piccoli sassi, che ci fanno incespicare nel cammino.
Da chi avete avuto sostegno?
Ci e’ arrivato immediatamente dalle colleghe giornaliste dei ranghi alti. Abbiamo subito percepito la sorellanza tra donne, che fanno un lavoro difficile, meraviglioso. E questo ci ha davvero entusiasmate.
Quanto ha investito? Ha trovato sponsor?
Ho investito tutto quello che avevo. Gli sponsor si stanno facendo vedere, non hanno aspettato ad essere contattati. Non sono molti, ma ci hanno dato fiducia prima di vederci in onda e questo e’ fondamentale. I miei più grandi sponsor, comunque, sono mio marito e la mia famiglia. Mi sostengono con tanto vigore.
Ma chi altro c’è dietro Fimmina Tv?
C’è solo un gruppo affiatato di persone meravigliose, che hanno meno di 35 anni. Tante donne tenaci e bellissime, a cui affiderei le sorti del Paese.
La redazione di Fimmina tv è nella Locride. Questo cosa significa?
Sì, nella zona conosciuta e additata come luogo di alta concentrazione di ‘ndrangheta. Vorremmo che se ne cominciasse a parlare per le belle cose che vi accadono. Basta con lo stereotipo della Calabria tutta ‘ndrangheta e peperoncino. Noi lo faremo. E vi assicuro che di persone coraggiose e intraprendenti, qui ce ne sono tante.
Avrà avuto lettere, telefonate. Cosa vi chiedono i calabresi?
Non solo i calabresi, ma tutta l’Italia ci sta sostenendo! Una ragazza giovanissima del Napoletano vuole collaborare con noi, una donna catanese e’ disposta a salire in Calabria per far parte di questo progetto, da volontaria. Sono rimasta spiazzata dall’entusiasmo e dalla fiducia, che ci stanno circondando.
C’è qualche personaggio tosto che intervisterà tra breve?
Tosti sono tutti: le ragazze di stop’ndrangheta, la sindaca di Monasterace Maria Carmela Lanzetta, la mamma che ha guarito il bimbo autistico contro il lassismo dei medici che lo curavano. Ed altri.
Che tipo di programmi realizzerete?
Ci occuperemo di cultura, sociale, ambiente, pari opportunità, cronaca, approfondimenti, cinema, arte
Progetti di qui a cinque sei anni?
Sopravvivere! Non abbandonare l’idea, nonostante i problemi che, immagino, arriveranno. Ma diventare – mi permetta di sognare – una realtà da associare subito alla parola Calabria.
Un consiglio ai lettori di questo blog?
Non pensate solo una cosa, fatela. Seneca diceva: “Non e’ perché le cose sono impossibili che non osiamo… E’ perché non osiamo che le cose sono impossibili”. E’ il mio motto da anni.
Cinzia Ficco