Magazine Gadget

Final Fantasy X | X-2 HD Remaster – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 07/04/2014

Cover Final Fantasy X | X-2 HD Remaster

PS Vita - PS3 Pegi 12 TESTATO SU
PS3

Genere:

Sviluppatore:

Produttore: Square Enix

Distributore: Halifax

Lingua: Inglese (sub ITA)

Giocatori: 1

Data di uscita: 21/03/2014

Final Fantasy X | X-2 HD Remaster – Recensione PS3PSVITA

EUR 44,53EUR 36,61

VISITA LA SCHEDA DI Final Fantasy X | X-2 HD Remaster

Pro-1Due giochi e contenuti mai giunti prima in Europa Contro-1Mancanza del cross-buy

Pro-2Pregevole rifacimento audio e video Contro-2L'impossibilità di saltare le cutscene o tornare al menu principale potrebbe dar fastidio

Se con Lightning Returns la sensazione è quella di essersi avviati verso il viale del tramonto, la versione rimasterizzata di Final Fantasy X e Final Fantasy X-2 ci prende dolcemente per mano nell’attraversare la via dei ricordi che non sembrano per nulla sentire il peso degli oltre dieci anni trascorsi. Neanche l’intossicamento da Sin può far dimenticare due capitoli che hanno segnato uno spartiacque profondo per la saga, e per la stessa Square, nonostante le somiglianze ed i collegamenti. Final Fantasy X è il primo a beneficiare della “next-gen” di PS2, rinunciando ai fondali pre-renderizzati ed optando per il doppiaggio, ma è anche l’ultimo videogioco pubblicato interamente da Squaresoft, che in seguito ad un dissesto finanziario ed una perdita di immagine, proprio il primo aprile del 2003 è costretta a fondersi con la Enix, casa famosa per un altro capostipite del genere JRPG: Dragon Quest. Successivamente uscirà Final Fantasy X-2 che arriverà da noi europei solo nel febbraio del 2004, a distanza di quasi un anno rispetto al Sol Levante, come era accaduto con il precedente capitolo. Il titolo è considerabile come un punto di rottura perché mai prima di allora c’era stato un seguito diretto o una struttura a capitoli della storia, ma rappresenta anche l’inizio della cattiva pratica che tutt’oggi ritroviamo nella saga, di spingere in modo più marcato verso il fanservice.

Il 2004 segna anche la dipartita di Nobuo Uematsu che fonda la propria società di produzione musicale rimanendo comunque in contatto lavorativo con Square Enix, e del Vice Presidente e padre dell’ultima fantasia, Hironobu Sakaguchi. Leggerne il nome nei riconoscimenti iniziali potrebbe regalare brividi ai fan più affezionati e cresciuti con la serie, se invece è la prima volta che vi avvicinate ad un Final Fantasy, non potete in nessun modo ignorare i vantaggi che offre il comodo pacchetto HD Remaster. Oltre ad una cura minuziosa, soprattutto nelle espressioni facciali dei personaggi chiave e texture tirate a lucido, questa collezione include i contenuti delle versioni International, rendendo accessibili all’avvio sia lo short movie Eternal Calm che fa da collegamento tra i due giochi, e Last Mission, un seguito giocabile ambientato in un dungeon (Torre Iutycyr) a generazione casuale. Presente anche l’audiodrama Will.

final-fantasy-x-x2-hd-remaster-evidenza

FF X: questa è la vostra storia

Spira era un mondo tecnologicamente avanzato la cui popolazione faceva ciecamente affidamento nelle macchine e nel progresso. Vi sorgevano grandi megalopoli, la più avanzata era Zanarkand, luogo in cui all’inizio della nostra avventura ci troveremo a vestire i panni di Tidus, voce narrante ed AS degli Zanarkand Abes, la squadra locale di Blitzball, ovvero lo sport più seguito del tempo. Proprio durante una partita avviene l’evento che sconvolge tutto: il mostro Sin si avventa sulla città e la distrugge. In seguito a quell’evento Spira mutò completamente, rinunciò al progresso secondo il credo Yevonita. Le vicende di Tidus si intrecciano con quelle degli altri personaggi, in particolare con la diciassettenne invocatrice Yuna determinata a compiere un pellegrinaggio per sconfiggere Sin.

Come da miglior tradizione ogni singolo personaggio ha una propria storia personale che si svela e si approfondisce entrando in relazione con i tormenti, i sogni e le speranze degli altri compagni di viaggio. Un solo destino li attende. La libertà di movimento viene qui sacrificata per offrire una tra le storie più intense della saga. L’innovazione tecnica raggiunta ai tempi della PS2 permise, grazie al doppiaggio e agli ambienti 3D, di creare un mondo più immersivo sia dal punto di vista del contesto che dell’interpretazione. La versione Remaster, provata in versione PS3, riesce, con l’aggiunta di un numero maggiore di poligoni, di nuove texture maggiormente definite, ed effetti luce più accentuati sull’acqua, a rimanere fedele a quei canoni, donando ancora più bellezza e vivacità. Non tutto è perfetto, e ai personaggi minori, così come ai mostri o ad altri dettagli come le collane che appaiono piatte, non è stata data la stessa esatta cura. Tutto sommato il lavoro di conversione è egregio e merita ogni centesimo richiesto: non è la solita operazione nostalgia data in pasto ai fan per far cassa. Sono stati inoltre corretti i difetti che vedevano la versione PAL presentare le fastidiose bande nere dovute alla conversione NTSC, ma il lip-synch sembra essere ancora un po’ fuori sincrono. In aggiunta sono state riarrangiate anche le tracce audio e se può far un po’ strano sentirle per la prima volta, non snaturano affatto l’atmosfera. Magari, sarebbe stata gradita l’opzione di poter selezionare quale musica orecchiare, se l’originale o le nuove, ma non è propriamente un difetto. L’impossibilità di saltare le cutscene (presente in origine) altrettanto, non ci sembra motivo per accanirsi più di tanto sulla bontà del titolo, ma è inspiegabile non poter tornare al menu principale senza passare per la XrossMediaBar.

Si ritrovano elementi comuni a molti Final Fantasy come le Turbotecniche che richiamano le Limit Break o la Trance, ma con l’aggiunta di poter essere eseguite anche dagli Eoni. Ciò che, però, ai tempi rappresentò una novità più sostanziosa a livello del battle system fu l’adozione del sistema di turnazione Conditional Turn-Based in sostituzione della classica ATB. Un approccio di tipo più tattico e influenzato dalle statistiche, dal tipo di attacco compiuto e da eventuali magie di buff attive. Un’altra novità riguardò la scomparsa di punti esperienza e livelli di crescita in favore dell’uso di AP e livelli sfera per potenziare statistiche e abilità all’interno di un sistema più grande chiamato Sferografia. Al primo avvio ci verrà chiesto se vogliamo proseguire con la Sferografia Standard, ovvero il sistema di crescita per chi è nuovo del gioco, con percorsi stabiliti e guidati, oppure se scegliere la Sferografia Master, senza vincoli e con possibilità di specializzare i personaggi in modo alternativo rispetto al percorso standard. In verità è piuttosto semplice capirne il meccanismo e potete iniziare da quello che preferite facendo attenzione al tutorial piuttosto esaustivo nelle fasi iniziali di gioco.

I contenuti della versione International sono, alla fin fine, gli stessi che giunsero anche in Europa quindi se lo avete già giocato non c’è nulla di nuovo a parte l’aspetto tecnico migliorato, ma Final Fantasy X è uno di quei giochi che ha lasciato il segno in molti videogiocatori e rigiocarlo è sempre un piacere. Come incentivo ritroverete anche le avvincenti sfide con i Dark Eoni e con Der Ritcher, il boss più forte dell’intero gioco.

FF X-2: il Bonacciale eterno

Sono passati due anni da quando gli eventi del capitolo precedente si sono conclusi. Yuna passa le sue giornate nel villaggio della sua infanzia, Besaid, in compagnia di Wakka, Lulu e tutti gli altri abitanti, mentre Tidus è dato per scomparso. Una vita tranquilla, ma estremamente monotona nonostante il fermento politico-sociale che percorre Spira. Quando Rikku le mostra una rarosfera, un particolare strumento di immagazzinamento dati, che lascia intravedere in video una figura che ricorda Tidus, la voglia di indagare e potersi ricongiungere al suo amato è troppo alta. Yuna decide di unirsi al gruppo dei Gabbiani, cacciatori di sfere in cui militano le sue compagne di avventura Rikku e la riservata spadaccina Paine. Dopo il corto Eternal Calm l’impatto è subito spiazzante e ben lontano dalle atmosfere tinteggiate nel decimo capitolo. Yuna (o presunta tale) sta tenendo un concerto dalle sonorità j-pop. Anche l’impatto con il sistema di combattimento lascia un po’ interdetti: si è infatti tornati ad utilizzare i livelli per la crescita e l’ATB, e sebbene rispetto ai capitoli precedenti l’azione sia più fluida, senza eccessive pause (salvo quando si devono subire le animazioni nel passaggio da un costume ad un altro) e per la prima si è in grado di concatenare gli attacchi, stona un seguito diretto di un capitolo che ne stravolge completamente le basi.

Se da un lato ci sono una serie di passi indietro, il sistema di combattimento ispirato al Job System, presente in capitoli come il terzo o il quinto, si rivela corposo e soddisfacente da giocare. Vengono introdotte le collezioni in cui è possibile equipaggiare delle “Looksfere” e durante il combattimento muoversi tra le linee che le collegano per cambiare aspetto, e quindi ruolo in battaglia. Ogni collezione presenta uno schema particolare di linee e potrebbero presentarsi anche delle barriere tra una Looksfera e l’altra che procurano degli effetti della durata del combattimento. Si ritorna agli AP per apprendere abilità. La versione International aggiunge tre nuove Looksfere tra cui la “Festaiola” che risulta alquanto bizzarra.

Il succo della versione International

La più grande aggiunta per i giocatori europei è, però, la possibilità di mettere finalmente mano al menu creature per catturare, addestrare, analizzare, inserire nel party i mostri disseminati per tutta Spira, nonché partecipare all’Arena dove sfidarsi in tornei. Una caratteristica che cambia di gran lunga l’aspetto tattico e la profondità di gioco. Mediante l’uso di trappole di varia taglia e tipo, è possibile purificare le anime che non sono riuscite a raggiungere l’Oltremondo, rendendole in questo modo creature benefiche, addestrabili attraverso oggetti ed accessori e facilmente aggregabili al gruppo che scenderà in campo. Le creature in combattimento decideranno in modo autonomo quali azioni compiere, ma è possibile influenzarle attraverso il comando supporto che ne modifica umore e motivazione: più sarà aggressiva e più danni infliggerà e subirà, inoltre schiverà meno attacchi; meno aggressività garantisce alta evasività, minor danno, e più azioni di cura rivolte agli alleati.

Chiude le vicende dell’X-2 il sequel giocabile Last Mission, in cui si dovrà scalare la Torre Iutycyr contando sulle sole forze di un unico personaggio e degli oggetti e Looksfere che si troveranno all’interno del dungeon. Il titolo è per la serie un insolito tattico roguelike a turni in cui ogni movimento di un tassello o una azione consumano un turno. Abilità ed attacchi hanno differenti gittate evidenziate dal sistema in blu e controllabili anche dalla utile mappa. Se siete amanti del genere è facile lasciarsi coinvolgere dal gameplay e dai misteri che nasconde la torre.

Final Fantasy X-2 mantiene per forza di cose tutti gli alti e bassi che lo hanno da sempre caratterizzato, in primo luogo una storia più frivola e non sempre raccontata al meglio, complice la struttura a capitoli e missioni che se da una parte offre quella sensazione di libertà che mancava al X, dall’altro lato ne fa perdere completamente la carica narrativa, finendo per esaurirsi nella ricerca esasperata di porre un lieto fine ad una storia d’amore che era in grado di trascendere spazio e tempo. Musiche sottotono in alcuni frangenti e svolta più pop, orecchiabili certo, ma dotate di minore “epicità”. L’altro lato della medaglia vede giungere per la prima volta contenuti di buona fattura, capaci di regalare molto più divertimento, strategia e profondità. L’aspetto grafico, come è normale che sia, fa un salto in avanti rispetto al X soprattutto nelle espressioni dei personaggi principali, i cui occhi sembrano meno vaghi e persi.

Final Fantasy X | X-2 HD Remaster – Recensione IN CONCLUSIONE
Si potrebbe a lungo discutere di quale sia l'eredità lasciata da ognuno di questi due titoli ai successivi, o perdersi in chiacchiere da bar su quale sia l'ultimo vero Final Fantasy, ma ciò che realmente importa è che questa edizione Remaster è assolutamente da possedere. Sono due titoli invecchiati piuttosto bene sia a livello di gameplay, sia a livello grafico. La cura con cui è stato operato il restauro è evidente, ed entra di diritto nelle migliori collection che trovate sul mercato. Permangono alcuni piccoli difetti, ma si tratta pur sempre di una versione rimasterizzata e non di un remake. ZVOTO 8.5
Voto dei lettori9
Registrati per votare!
Spira come non l'avete mai vista COSA SIGNIFICA PER NOI QUESTO VOTO? SCOPRILO LEGGENDO I NOSTRI CRITERI DI VALUTAZIONE!!!

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :