di Nicola Pucci
L’NBA ha emesso il suo verdetto: saranno Miami Heat e San Antonio Spurs a giocarsi la finale per il titolo di campioni del mondo. Niente di sorprendente, dunque: a decidere le sorti del campionato più seguito del pianeta i grandi favoriti della vigilia, Miami del trio James-Wade-Bosh ma non solo, e gli sfidanti più autorevoli, altro trio delle meraviglie Parker-Duncan-Ginobili, seppur con qualche anno di più sul groppone. Ma andiamo per ordine.
Miami contro San Antonio – da btimes.com
I campioni in carica hanno dominato la stagione regolare con un bilancio di 66 vittorie e sole 16 sconfitte. Ma i play-off sono storia a parte, lo sappiamo, e dopo il cappotto al debutto contro Milwaukee, 4-0, e il 4-1 contro Chicago di Belinelli, James e compagnia bella hanno rischiato la buccia contro Indiana, che è squadra completa che difende alla grande e che è stata capace, a ritmi bassi, di anestetizzare il talento offensivo dei big-three. James ha deciso con un guizzo a nove decimi dalla fine gara 1 e in gara 7, quella decisiva, ha giocato da MVP risolvendo la sfida con il contributo di un Wade finalmente determinante. Miami acchiappa così la terza finale consecutiva… ma la fatica delle sette partite potrebbe pesare se la serie dovesse allungarsi.
Dall’altra parte del tabellone i candidati più accreditati alla finale erano gli Oklahoma City Thunder, per un replay della finale di dodici mesi orsono. Ma la sorte avversa ha privato la squadra di coach Scott Brooks del talento mostruoso di Westbrook, infortunato al menisco destro nel match di primo turno contro Houston, e Durant da solo non ha potuto salvare la baracca dalla capitolazione contro Memphis, compagine ostica e fisicamente ben preparata. Ecco allora che gli eterni San Antonio Spurs sono arrivati là dove un anno fa non erano giunti per un soffio, eliminati proprio da Oklahoma in finale di Conference. 4-0 ai Los Angeles Lakers, 4-2 a Golden State, 4-0 a Memphis, questo il ruolino di marcia dei ragazzi di Popovich, coach abile nel disegnare una squadra pressochè perfetta con un’identità di gioco magistrale ed un collettivo ben assortito. I tre veterani, che da anni vengono annunciati sul viale del tramonto ma non sembrano intenzionati proprio a farsi da parte, hanno realizzato l’ennesimo capolavoro della loro straordinaria carriera e dopo i quattro anelli vinti dal 1999 tornano all’ultima sfida a distanza di sei anni da quel magico 2007 che all’epoca sembrò la chiusura di un’era vincente.
Macchè, San Antonio è ancora qui, al suo posto, in finale, con un carico ineguagliabile di esperienza e il morale alle stelle. Con il caraibico, Duncan, che ha carisma a sufficienza per giocarsela con Lebron; con Parker che non può temere Chalmers in cabina di regia; con Ginobili che ha killer-instinct pari se non più di Ray Allen; con Leonard e Danny Green spavaldi e atletici da far braccio di ferro con Chris Andersen, “birdman” il tatuato, e Haslem… basterà per andare all’assalto di re James? Tra qualche ora inizieremo ad aver risposta.
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