Sono molti i segnali di una svolta, di un’inversione di tendenza: la cucina cinese sta uscendo dal brutto angolino in cui è stata per decenni relegata in Italia (spesso mal cucinata, mal mangiata, mal considerata) e si sta riprendendo, almeno in parte, il ruolo che le spetta. La multiforme cucina cinese è infatti una delle più grandi tradizioni gastronomiche del mondo, un vero faro, di cui in realtà in Italia sappiamo poco, visto che qui arriva solo una delle sue “scuole” regionali, quella cantonese.
In anni di assaggi, puntate al ristorante e chiacchierate con i cuochini, più qualche viaggio in Cina, mi sono fatta l’idea che se uno se la sa cavare con la cucina cinese, allora sa fare anche tutto il resto. Sfido ad essere smentita. Perché (via le spocchie) questo popolo sa rendere commestibile tutto, dagli insetti ai minerali alle tartarughe, perciò l’arte culinaria richiede una straordinaria abilità di manipolazione e trasformazione. Tutto il resto, a confronto, son bazzecole.
Iscrizioni entro venerdì 25 marzo qui: Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano, tel. 02/50321675 (dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 13.00), email [email protected]. Si può prenotare l’intero corso o anche una sola serata.