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Finalmente un provvedimento contro la discriminazione territoriale negli stadi

Creato il 23 settembre 2013 da Ilazzaro @Ilazzaro

Certe battaglie, iniziano finalmente a raccogliere qualche primo risultato. E’ da qualche anno che denunciamo episodi di razzismo e discriminazione territoriale nei confronti dei napoletani e dei meridionali in generale, anche durante le manifestazioni sportive.

“Coleroso, terremotato” con tutto l’annesso repertorio di incitamenti al Vesuvio, fomentati per idiozia ed una buona dose di ignoranza su vicende storiche e sociali di una terra ed un popolo (ci facciano un favore, i prossimi, aggiungano anche “tumorati” ed “inquinati”, almeno solleverebbero al contempo un problema che qualcuno, anche da latitudini a loro affini, ha contribuito a creare).

Comportamenti che si riverberano poi nella vita quotidiana di ciascuno di noi e che nulla hanno a che vedere col calcio.

Perchè invocare il Vesuvio o insultare una città, anche quando la squadra di quella città ed i suoi sostenitori non sono nè in campo nè allo stadio (l’ultima volta è successo ieri in Sassuolo-Inter), vuol dire che il campanile o la rivalità calcistica davvero non c’entrano nulla ed il pretesto è l’ennesimo incivile repertorio di ostilità  e razzismo manifesti verso l’altro.

Oggi, tuttavia, qualcosa si è mosso. Ed  il giudice sportivo ha condannato i tifosi (?!?!?) del Milan che ieri, in occasione della gara disputata in casa col Napoli, hanno ripreso l’esecrabile litania:

Per il Milan curva chiusa nel match contro la Sampdoria: “Obbligo di disputare una gara con il settore dello stadio denominato secondo anello blu privo di spettatori per avere alcuni suoi sostenitori, collocati in quel settore, in tre circostanze (prima dell’inizio della gara, all’ingresso delle squadre in campo ed al 19′ del secondo tempo) indirizzato ai sostenitori della squadra avversaria un coro insultante, espressivo di discriminazione per origine territoriale”. (Gazzetta dello Sport).

Che sia un buon inizio, allora. Perchè non esistono gerarchie di razzismi, per cui alcuni cittadini sono meritevoli di tutela ed altri no. La fattispecie è la medesima, uguale l’effetto per chi lo subisce.

PS: ci stupisce invero che il medesimo provvedimento non sia stato applicato anche nei confronti di coloro che, medesimi cori, hanno esternato nel corso della partita tra Sassuolo ed Inter. Eppure erano chiari a tutti, tranne a coloro che avrebbero dovuto riportare la notizia a referto. Sarà che anche in questo caso, di fronte all’evidenza, è opportuno invocare la prova tv?


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