Uno degli affreschi trovati a Moregine
Tra pochi mesi gli splendidi affreschi riemersi dagli scavi di Moregine, 600 metri a sud di Pompei, verranno permanentemente esposti nella Palestra Grande di Pompei. L'edificio nel quale furono ritrovati è stato scavato solo per un terzo: comprendeva tre sale da pranzo con splendidi affreschi e terme ancora in costruzione.Gli edifici di Moregine formavano un complesso comprendente una stazione marittima e un porto fluviale alla foce del fiume Sarno. Furono scoperti nel 1959, durante i lavori per la costruzione dell'autostrada Napoli-Salerno. Gli affreschi ritrovati vennero staccati e conservati nei depositi della Soprintendenza di Pompei per oltre cinquant'anni.
Affresco dagli edifici di Moregine
Gli scavi a Moregine ripresero, poi, nel 1999 e permisero di appurare che gli edifici sul porto erano destinati ai marinai che riposavano a terra. In una latrina posta accanto ai bagni pubblici venne casualmente trovato un cesto di vimini con, all'interno, un grumo di fango solidificato. Dalle radiografie si intravidero dei corpi metallici che un microscavo ha consentito di portare alla luce. Si trattava di pezzi d'argento: piatti, coppe di varia forma, un cucchiaino, due forme decorate a sbalzo con figurazioni di animali, per un totale di quattro chili di argenteria.Nel 2000 tutto quel che era stato scavato è stato sepolto sotto le corsie dell'autostrada, dal momento che le condizioni dello scavo si sono rivelate difficili a causa delle sorgenti d'acqua sotterranee che avevano trasformato il cantiere di scavo in un lago.
Gli affreschi di Moregine sono stati, in precedenza, esposti ad Ottawa. Ma non sono solo gli affreschi il tesoro estratto dal sottosuolo di Moregine: vi sono anche 125 tavolette cerate relative ai commerci della famiglia dei Sulpicii. Il corpo di chi stava cercando di portar via gli argenti e le tavolette non esiste più. Accanto a questi reperti, però, vi erano i corpi di due donne e tre giovanissimi, tra i quali una bambina di quattro anni ed una ragazza adolescente. Una delle donne portava con sé, nella fuga, dei monili d'oro.