Abbiamo visto come, in materia di credito al consumo, la situazione a livello europeo sia molto varia. Ora possiamo analizzare più nel dettaglio la situazione italiana, cercando di tracciare un quadro sulle tendenze in atto e sui comportamenti dei consumatori che scelgono di chiedere un prestito.
Le ultime analisi basate sui dati del Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF mostrano che nel mese di febbraio 2012 la domanda dei mutui ipotecari da parte delle famiglie italiane ha fatto registrare un calo del 48% rispetto allo stesso mese del 2011. La tendenza negativa prosegue da 14 mesi, in parallelo con l’aggravarsi della crisi economica.
La classe di mutui più richiesta è quella compresa tra i 25 e i 30 anni (30%), anche se si registra un lieve aumento per quelle comprese tra i 15 e i 20 anni. Gli importi più richiesti sono quelli tra i 100.000 e i 150.000 euro, anche se sono in aumento le domande per importi inferiori ai 100.000 euro. Il valore medio è pari a 130.700 euro: si tratta del dato più contenuto degli ultimi cinque anni.
Nello stesso mese, la domanda di prestiti (sia finalizzati – cioè quelli che vengono richiesti per acquistare beni come automobili e moto – che personali) ha registrato un calo del 17% rispetto al febbraio 2011. Il 67% delle domande di prestiti finalizzati riguarda cifre inferiori ai 5.000 euro.
Anche i dati relativi al 2011 hanno evidenziato una tendenza generale piuttosto negativa: le domande di prestito sono diminuite complessivamente del 4,7% rispetto al 2010. A registrare il calo più significativo sono stati i prestiti finalizzati: questa contrazione è in linea con la più generale contrazione dei consumi degli italiani, dovuta al perdurare della crisi economica e alla diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie.
Questi dati ci dicono che gli italiani stanno adottando comportamenti più prudenti nei confronti del credito al consumo, limitando il ricorso a finanziamenti e mutui solo ai casi strettamente indispensabili. Non solo: spesso le famiglie ricorrono a prestiti per mantenere il proprio tenore di vita inalterato nonostante la crisi economica, e molti finanziamenti vengono richiesti per la gestione delle spese correnti e non per nuovi acquisti di beni.
Dal punto di vista degli istituti di credito, nel 2011 è stato registrato un calo del 3,7% dei prestiti accordati rispetto al 2010. In questo contesto, l’affidabilità creditizia di chi richiede un prestito è diventata un criterio di selezione ancora più importante. I prestiti accordati dopo una valutazione dell’affidabilità creditizia, infatti, sono calati solamente del 2,7% nello stesso periodo.
Alla luce di tutto questo, diventa sempre più fondamentale che i consumatori siano consapevoli del ruolo che la propria referenza creditizia ha nella valutazione da parte di banche e società finanziarie ai fini dell’erogazione del credito.