La società di Via Goito, che ha ottenuto il via libera dell’Antitrust, pagherà così entro 10 giorni una prima tranche di 1,6 miliardi di euro al Tesoro, il quale compie un altro passo avanti nella dismissione delle società pubbliche avviato con la cessione, sempre a Cdp, di Sace e Simest. Gli anticipi per queste operazioni (3,8 miliardi) e quello per Fintecna saranno usati non per ridurre il debito pubblico che veleggia a quota 1.900 miliardi ma piuttosto per onorare i pagamenti arretrati della Pubblica amministrazione, dando così sollievo alle imprese italiane e al sistema finanziario.
Per Fintecna il conguaglio arriverà entro 60 giorni dall’effettivo esercizio del diritto di opzione «sulla base del prezzo di trasferimento ritenuto congruo da Cdp e indicato da un decreto del Tesoro». E proprio sul prezzo che si è avuta qualche incertezza. Gli advisor Rotschild – Unicredit, secondo quanto si apprende, si erano trovati di fronte una due diligence ancora da completare e poco tempo a disposizione. Per questo è stata decisa una valutazione minima i cui aggiustamenti dipenderanno dai risultati della due diligence.
Per Cdp si tratta comunque di una nuova sfida che la lancia sempre più in quel ruolo di tutela del sistema paese cui l’ex ministro Tremonti l’aveva destinata. Una nuova funzione criticata anche da diversi media ed enti locali che metterebbe a rischio i depositi del risparmio postale. Obiezioni che i vertici Franco Bassanini e Giovanni Gorno hanno sempre respinto, sottolineando ad esempio che le tre società pubbliche sono profittevoli e compatibili con la propria attività.
Fincantieri, ricorda la Cassa, ha ricavi pari a circa 2,4 miliardi di euro, conta 10.000 dipendenti ed è capofila di un’estesa filiera industriale, composta da oltre 5.000 imprese fornitrici attive in molteplici settori produttivi, che impiegano più di 30.000 addetti. Anche nell’attività del Fondo Strategico (interessato ad Ansaldo Energia) la Cassa ha sempre sottolineato di operare con criteri di mercato e non come una nuova Iri accollandosi le aziende “decotte”. Nel cda di ieri peraltro la Cassa ha poi stanziato due plafond per complessivi 12 miliardi a sostegno dei territori di Emilia e Veneto sia sul fronte della ricostruzione degli immobili che della moratoria alla aziende.
Fonte: Shippingonline