Anna Lombroso per il Simplicissimus
Oggi Repubblica titola: il Pd salva la Cancellieri. Con lo stesso senso di vergogna per essere costretti a subire un ennesimo schiaffo, possiamo dire che il Pd salva le grandi navi contro Venezia.
Nella riunione indetta per prendere decisioni irrevocabili a contrasto del rischio e dell’oltraggio alla città tramite i giganti delle crociere, alla presenza di Letta, Orlando, Bray e Lupi, i tre rappresentanti del Pd, due dei quali dovrebbero per incarico istituzionale tutelare patrimonio artistico e ambiente, hanno sottoscritto, nel segno della “presaperilculo”come sistema globale di governo, un papocchio offensivo del buonsenso, della salvaguardia della laguna e della città, della salute degli abitanti, dell’equilibrio idrogeologico e anche dell’intelligenza dei cittadini del mondo, almeno di quelli che anche agli antipodi trepidano per l’unicità del miracolo urbano più fragile, vulnerabile e minacciato.
Già a insospettirci basterebbe l’unità di intenti dei ministri che navigano nella palude della larghe intese, ma soprattutto la soddisfazione condivisa dei “contendenti”, un sindaco che dovrebbe salvaguardare le ragione della città e degli abitanti (definito icasticamente”un culo sentà su do careghe”, uno capace di sta seduto su due sedie) e il presidente di quell’autorità portuale al servizio sfrontato dei loro profitti e assoggettata alle ragioni scriteriate dei signori delle maxi navi. Talmente svergognati e impuniti da fingere di contestare la decisione, per accreditare invece, nello spirito del tempo ispirato alla grande menzogna, la decisione del governo come prudente, meditata e accorta, e non per quello che è, una evidente acrobazia per dare continuità a inquietanti concessioni, a perigliosi passaggi appena appena calmierati, per realizzare un’altra opera pesante e aggressiva, per riconfermare simbolicamente chi sono i padroni in città e chi è condannato invece a subire.
Così l’insano quartetto e i suoi gran suggeritori che li agitano come marionette dietro le quinte di una città ridotta a palcoscenico dello schiaffo alla storia, all’arte e all’ambiente, hanno perfezionato la loro strategia perversa: in nome del salvataggio dell’economia locale, quando perfino Costa è stato costretto ad ammettere che a Venezia arrivano poche briciole, del turismo libero e accessibile a tutti, mentre è evidente che si tratta di un aberrante consumo fotografa e fuggi, delle ragioni del mercato moderno e globale, quando non occorre essere fan della decrescita per capire che si tratta del solito, vecchio e iniquo sfruttamento di uomini, cultura e risorse.
E infatti, la chiusura del canale della Giudecca al passaggio dei mostri non avrà attuazione immediata ma è condizionata a una serie di passaggi nei prossimi mesi e ai lavori di realizzazione del Mose. Solo da gennaio 2014 sarà vietato il transito dei traghetti, da aprile 2014 a novembre 2014 saranno permessi tutti i passaggi, ma dovranno essere ridotti del 20% gli accessi delle navi di stazza superiore a 40 mila tonnellate e da novembre 2014 sarà interdetto il transito alle navi di stazza superiore a 96 mila tonnellate. Al tempo stesso vengono confermata la Marittima quale punto di arrivo e partenza delle crociere e l’avvio del procedimento per la realizzazione del canale Contorta-S.Angelo, “che, parola di Costa, Presidente del Porto, consente finalmente di disporre di una soluzione definitiva al problema del passaggio delle grandi navi in bacino San Marco, in modo da rendere sopportabili i sacrifici richiesti all’industria croceristica nella fase transitoria. Anche in attesa della auspicata revisione del Piano Regolatore Portuale, nel quale potrà sicuramente trovare spazio anche un eventuale nuovo terminal crocieristico”.
È che la corruzione assume molte forme, non occorre che circolino favori, mazzette, aiuti umanitari, voti di scambio. Ce n’è un tipo che si è uniformato allo “sviluppismo” e che ha contagiato soprattutto gli avanzi del riformismo, così che prima di tutto si deve dare ascolto alle ragioni del mercato, imponendo in nome del fare, del pragmatismo, del realismo ai più osceni ricatti: salute o lavoro, ambiente o crescita, bellezza o profitto. E allora qualsiasi baggianata padronale diventa l’unica autorevole scelta, senza alternativa e nel segno dell’ubbidienza. Ce n’è un tipo, culturale, cui soggiacciono anche quelli che sulla navi ci vanno e che a prezzi stracciati si trasferiscono sul set del reality show del lusso e diventano protagonisti di Love Boat, come quelli che li invidiano o quelli che pensano che da quell’opulenza a termine, da quella ricchezza della quale godono altri arrivi un po’ di benessere, un po’ di quella polverina sparsa dalla manina della provvidenza. E c’è quella dell’avidità senza regole e senza limiti, malata di gigantismo, incurante delle conseguenze e degli effetti delle loro tremende azioni, per la quel l’unico interesse è l’accumulazione di profitti e del potere che ne deriva, che alzano dighe, ponti, scavano fosse e canali, elevano torri e muri dietro ai quali celano l’ossessione rapace.
Venezia è paradossalmente fortunata, sono visibili ed evidenti, un consorzio cui conferisce ogni intervento, alleanze tra multinazionali del turismo intensivo e inquinante e amministratori e manager intenti a speculazione tramite opere empie, scavi di canali, abusi e progetti, redditizi anche quando non si realizzano, politici locali e nazionali insieme in un viluppo che ha come obiettivo l’arricchimento grazie all’esproprio dei beni comuni, alla soppressione della possibilità partecipare a scelte e decisioni da parte dei cittadini, all’annullamento di quel che resta della democrazia.
Ma ormai sono riconoscibili anche altrove: sleali nei confronti delle istituzioni che rappresentano, infedeli rispetto al mandato ricevuto, intimidatori con chi li critica, tracotanti e sfrontati: l’umana Cancellieri che non si pente, l’irriducibile evasore che si aspetta la grazia a estrema conferma che può ancora ricattare stato e paese, il reuccio che vorrebbe concederla, un partito che muore non essendo mai davvero nato, un altro nato da patrimoni disinvolti e largamente illeciti e che ne farà germinare altri con le stesse origini e uguali codici genetici. Beh, non ci resta che affondarli.