Kristin Harmel è nata a Boston. Appassionata di scrittura sin da quando era una bambina, a soli sedici anni ha iniziato a collaborare con alcune testate americane come reporter, mentre studiava. Dopo l’università e una laurea in letteratura, ha iniziato a scrivere per People, dove lavora tutt’ora. Collabora anche con Glamour e altri magazine americani. È opinionista di diverse trasmissioni televisive, come Good Morning America. Ha pubblicato diversi romanzi, bestseller negli Stati Uniti ma inediti in Italia.
Sito: http://kristinharmel.com/
Pagina FB: http://www.facebook.com/KristinHarmelAuthor
Twitter: https://twitter.com/kristinharmel
Titolo: Finché le stelle saranno in cielo
Autore: Kristin Harmel (Traduttore: S. Caraffini)
Serie: //
Edito da: Garzanti (Collana: Narratori moderni)
Prezzo: 16,90 €
Genere: Narrativa, Classici
Pagine: 363 p.
Voto:
Trama: Da sempre Rose, nell’attimo che precede la sera, alza lo sguardo a cercare la prima stella del crepuscolo. È quella stella, anche ora che la sua memoria sta svanendo, a permetterle di ricordare chi è e da dove viene. La riporta alle sue vere radici, ai suoi diciassette anni, in una pasticceria sulla rive della Senna. Il suo è un passato che nessuno conosce, nemmeno la sua amatissima nipote Hope. Ma adesso, prima che sia troppo tardi, è venuto il tempo di dar voce al suo ultimo desiderio: ritrovare la sua vera famiglia, a Parigi. E, dopo settanta lunghi anni, di mantenere una promessa. Rose affida questo compito alla giovane Hope, che non ha nulla in mano se non un elenco di nomi e una ricetta: quella dei dolci dal sapore unico e inconfondibile che da anni prepara nella pasticceria che ha ereditato da Rose a Cape Cod. Ma prima di affidarle la sua memoria e la sua promessa, Rose lascia a Hope qualcosa di inatteso confessandole le proprie origini: non è cattolica, come credeva la nipote, ma ebrea. Ed è sopravvissuta all’Olocausto. Hope è sconvolta ma determinata: conosceva l’Olocausto solo attraverso i libri, e mai avrebbe pensato che sua nonna fosse una delle vittime scampate all’eccidio. Per questo, per dare un senso anche al proprio passato, Hope parte per Parigi. Perché è nei vicoli tra Place des Vosges, la sinagoga e la moschea che è nata la promessa di Rose, una promessa che avrà vita finché le stelle saranno in cielo. Sarà proprio lo sguardo curioso e appassionato della giovane Hope a svelarne il segreto fatto d’amore, di vite spezzate e soprattutto – come indica anche il suo stesso nome – di speranza. E a rivelare anche al lettore un segreto ancora più misterioso, una luce inattesa negli anni bui dell’Olocausto, un evento tanto storicamente accertato quanto poco conosciuto, che tuttavia ha salvato dall’orrore le vite di molte persone.
Recensione
di Debora
Non è la religione a dividere gli uomini. Sono il bene e il male sulla terra a dividerci.
Se ne è parlato tanto di questo romanzo, molte sono state le aspettative create nei lettori e a mio parere finalmente tutta l’attesa viene ripagata con un gran bel libro.Si nota fin dalle prime righe lo stile dell’autrice. Molte descrizioni accurate sia nel descrivere i paesaggi naturali che nel raccontare scene di vita quotidiana e lavorativa.
Per rendere ancora più chiara e palpabile l’idea, all’inizio di qualche capitolo troviamo le ricette dei dolci cucinati nella pasticceria di famiglia di Hope, una delle protagoniste del libro. Le lettrici cuoche o le più golose potrebbero tentare l’elaborazione di un dolce sfizioso che potrete trovare anche nell’estratto al libro, che si trova nella scheda qui sopra. La pasticceria non è l’unica eredità che Rose lascia alla nipote. Le lascia anche una grande rivelazione sulle sue vere origini.
Dato il gran parlare riguardo questo libro il lettore già sa che si imbatterà nel racconto dell’Olocausto. Gli uomini, nel combattere le persecuzioni e le violenze, si uniscono, non importa quale sia la loro religione di appartenenza. L’aiuto va a tutti; ebrei, musulmani e cattolici durante l’Olocausto si appoggiano a vicenda. Un’altra idea suggerita dall’autrice è che forse preghiamo tutti un unico Dio. La visione di religiosità che traspare da queste pagine mi piace moltissimo; c’è un’unità che va oltre il colore della pelle o il credo religioso.
Nelle difficoltà il genere umano riesce a cogliere le cose importanti della vita.
Il lettore non verrà colpito solo dalla tematica dell’Olocausto perché c’è molto di più. C’è anche Parigi, con i suoi luoghi magici, che traspare dalle pagine, e ci sono dei personaggi costruiti magistralmente, i quali nel corso della storia non rimangono statici o noiosi ma subiscono dei cambiamenti.
La figlia di Hope, per esempio, all’inizio sembra un’adolescente testarda e capace solo di lamentarsi, ma in seguito notiamo dei cambiamenti; l’unirsi alla madre per una ricerca sulle origini della famiglia la fa sentire utile e importante.
In questo libro notiamo la presenza di molte relazioni conflittuali; Hope non ha buoni rapporti con la figlia e cerca di ricostruire il legame
con lei. Inoltre è divorziata e deve ricucire anche i rapporti con l’ex marito, per il bene della figlia; Hope accetta la separazione ma vorrebbe ci fosse un rapporto sano, in modo da garantirle equilibrio e sicurezze.Incontriamo poi un’altra figura maschile, Gavin, che tenta di dare un appoggio a Hope; devo ammettere che inizialmente ho trovato fastidiosa la sua insistenza, il suo dover per forza aiutare. Ma se lei ti dice che non ne ha bisogno per quale motivo devi spingere così tanto? Ma forse è solo una questione di personalità del personaggio e l’autrice ha deciso di rendere Gavin cocciuto e caparbio.
Particolarmente delicate e rilevanti le figure degli uomini e donne raccontati in questo libro. Alcuni hanno più rilievo per quanto riguarda le vicende della storia, altri sono solo delle piccole comparse, ma sono tutti estremamente teneri, saggi e purtroppo con una grande sofferenza nel cuore.
Sono sicura che alla fine della lettura, molto tempo dopo, avrete ancora in mente delle bellissime immagini da ricordare con tenerezza.
È stato particolarmente difficile recensire questo libro, innanzitutto in quanto mi ha dato moltissime emozioni e poi perché il romanzo è talmente poliedrico che si rischia davvero di dimenticare qualcosa. Queste sono le cose che io ho sentito di più, ma sarebbe bello sapere quali altri aspetti voi lettori avete colto in questa storia struggente.