Findus e lo spot gay-friendly

Findus e lo spot gay-friendly
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Si sta facendo un gran parlare del nuovo spot Findus. Una brevissima pubblicità che è la risposta spudorata alla dichiarazione che mesi fa portò Barilla sulla gogna mediatica: “Non metterò mai una famiglia gay in un mio spot“.

Findus opta quindi, finalmente, per uno spot gay-friendly: una coppia di ragazzi innamorati (e non inquadrati in viso, come ormai d’abitudine per l’azienda) abili al microonde e approvati dalla madre di uno dei due. Veloce, quasi indolore, simpatico. Importante.

Il punto non è capire se l’azienda lo ha fatto per marketing. E’ naturale che sia così. Tutte le aziende fanno marketing, così come – forse – credeva di farlo Barilla mesi fa con quella sua dichiarazione. Salvo, poi, battere in ritirata e ammettere la propria ignoranza sull’evoluzione del concetto di famiglia. Stiamo ancora aspettando gli atti concreti promessi, comunque.

Findus, invece, “ci mette la faccia”. Per avere qualche cliente in più, sì. Vuol dire che le aziende stanno capendo dove sta andando il mondo. E questo ci piace assai, alla faccia degli ignoranti, degli inventori di teorie catastrofiche, di quelli che scendono in piazza per dire no ai diritti di qualcun altro. Chissà, magari donne, loro che fino a pochi decenni fa nemmeno potevano votare. Alla faccia anche di molti gay, che per innato anticonformismo gridano allo scandalo per essere stati “sfruttati” da un’azienda. A volte si rasenta davvero il ridicolo.

Per una volta entra in tutte le case la diversa uguaglianza delle coppie omosessuali. Per una volta non c’è il “a letto possono fare quello che vogliono” che tanto va di moda. Non si parla di sesso. C’è una mano appoggiata sull’altra. E un buonissimo bastoncino Findus pronto a essere sgranocchiato.

Ho un certo languorino…

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