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Fine anno numero 4

Creato il 14 aprile 2010 da Anellidifum0

Fine anno numero 4La settimana scorsa ho tenuto gli scrutini per il mio corso insegnato quest’anno. Rispetto ai primi tre anni, sono stato promosso a tenere un corso di Letteratura e cultura italiana dal 1860 ai giorni nostri, chiamato “Contemporary Italy”. Ho potuto disegnare completamente da solo il programma del corso, così ho deciso di includere un po’ di storia d’Italia e alcuni riferimenti al Cinema italiano. Anche i romanzi e gli autori sono stati decisi da me. Il corso è stato un successo (da Pinocchio a Roberto Saviano, passando per il cinema del neorealismo fino a Videocracy) e gli studenti sono stati semplicemente meravigliosi.

Un professore con i miei 5 anni di esperienza (tra Canada e Italia) si aspetta sempre di avere una classe per lo più disattenta, annoiata o addirittura irrispettosa. Beh questo non mi è mai accaduto. Ma quest’anno in particolare, ho avuto una classe davvero ottimale, con tanta partecipazione, tante domande, tante riflessioni intelligenti e molta passione da parte degli studenti. Ho cercato di rispondere al mio meglio e, per come ho visto che sono andati gli scrutini, mi pare di avere insegnato ai miei ragazzi qualcosa di importante sull’Italia, la sua letteratura, storia e il suo cinema.

In particolare, i ragazzi sono rimasti molto soddisfatti dell’inserimento di moduli di storia italiana, che non si trovano spesso nell’offerta accademica nord-americana. Hanno apprezzato la contestualizzazione storico-culturale dei romanzi e dei film studiati, ma anche i continui riferimenti alle imprecisioni nelle traduzioni inglesi dei romanzi e le lezioni di scrittura creativa. Non è stato semplice spiegare, per dire, Pasolini a gente che non ha mai sentito parlare di marxismo o che ha un’idea del comunismo pari a quella che si ha dei ghibellini della Rivoluzione francese. Gente che non sapeva che la Shoah avesse mietuto vittime anche in Italia. Gente che non sapeva che l’Italia ha (avuto) una importante comunità ebraica, produttrice instancabile di cultura. Però alla fine li ho resi degli esperti in erba sulle cose italiane. E questo è un risultato che rende orgogliosi.

Alla fine del corso, i miei studenti hanno capito qualcosa della nascita del fascismo e della nascita della moderna videocrazia. Hanno conosciuto Cavour, Garibaldi, Giolitti, Mussolini, De Gasperi, Andreotti, Moro, Craxi e Prodi. Hanno capito quanto maschilista e conservatrice sia stata e sia ancora l’Italia studiando i romanzi di quattro grandi scrittrici (Aleramo, Deledda, Ginzburg e Morante). Si sono confrontati con le ingerenze della Chiesa cattolica, con la prepotenza della mafia, con il sistema a democrazia bloccata. Hanno comparato le differenze tra il Pinocchio di Collodi e quello di Disney. Hanno letto della strategia della tensione, hanno affrontato le pagine di Gomorra e ne hanno visto il film. Hanno amato Alberto Sordi e Vittorio Gassman ne “La grande guerra”. Hanno visto un po’ di Iraq nell’Italia di “Ladri di biciclette” e hanno imparato che per la scrittura e la lettura, si può anche vivere, attraverso il Calvino di “Se in una notte d’inverno un viaggiatore”. Hanno anche letto l’imitazione di Salinger nel romanzo d’esordio di Enrico Brizzi, che ha conquistato più facilmente di altri testi per la freschezza del linguaggio e l’elementarietà del contenuto.

Io sono molto fiero di questa classe, che mi ha consentito di bocciare, per altro per una manciata di voti, solo una studentessa su 25 e di dare una media alta di A-. Spero di aver fornito esempi di cultura sia alta (“Se questo è un uomo”) che bassa “Jack Frusciante”) e spero di avere messo insieme un mosaico sull’Italia contemporanea che questi ragazzi si porteranno dentro per tanti anni.

Per me è stato proprio un piacere avere a che fare con studenti così partecipi e interessati. E anche, non lo nascondo, una certa sorpresa. Spero che il prossimo anno l’avventura si ripeta.


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