La cometa Shoemaker-Levy 9 nel Luglio 1992 si frammenta in una miriade di pezzi per poi schiantarsi su Giove un paio di anni più tardi. Cortesia NASA.
Analizziamo i due possibili modi in cui una cometa può terminare il suo ciclo vitale.
• I numerosi passaggi al perielio che una cometa compie durante il suo ciclo vitale conducono il nucleo verso un lento e inesorabile processo di erosione che consuma pian piano tutte le riserve di ghiaccio della cometa trasformandola inevitabilmente in una carcassa rocciosa inerte non tanto dissimile da un asteroide.
• Una fine sicuramente più repentina della precedente può scaturire dall’incontro ravvicinato con un pianeta o un altro corpo errante che può portare ad una collisione o ad una frammentazione del corpo cometario.
Morte per disgregazione
Come ben sappiamo, ad ogni transito al perielio, il nucleo di una cometa perde gran parte del materiale di cui è formata in maniera tanto maggiore quanto minore è la distanza dal Sole; una cometa quindi è destinata a dissolversi nello spazio e si stima che la sua vita possa durare da 1000 a 100 mila periodi. Ciò che rimane di tali oggetti può essere un corpo scuro e inerte, costituito da materiali non volatili, che continuerà ad orbitare lungo il percorso seguito dalla cometa originaria riempiendo l’orbita stessa di polvere e piccoli frammenti rocciosi. Quando la Terra, durante il suo moto orbitale, attraversa periodicamente tali regioni di spazio si verifica lo spettacolare fenomeno degli sciami meteorici.
Una prima parziale intuizione di questo meccanismo si deve all’astronomo italiano Giovanni Virginio Schiaparelli. Costui osservo nel 1877 e nel 1885 due “pioggie” di stelle cadenti che ricondusse ai materiali liberati dalla cometa Biela. Le due piogge si verificarono, in accordo con i suoi calcoli, nell’esatto momento in cui la Terra attraversava i punti di intersezione con l’orbita della cometa stessa. Schiapparelli ipotizzo, di conseguenza, che queste piogge erano prodotte dalle ingenti quantità di detriti che costituivano originariamente il nucleo della cometa Biela.
Morte per collisione
Quando una cometa ha un “incontro ravvicinato” con un pianeta di solito subisce profonde alterazioni dei parametri orbitali; inoltre se si avvicina troppo può essere disgregata in vari frammenti o addirittura può collidere con il pianeta stesso.
Il caso più famoso che in un certo senso è stato anche recepito dall’opinione pubblica per il grande clamore suscitato è sicuramente quello della cometa Shoemaker-Levy 9, che nel Luglio 1992, dopo essere stata catturata dall’attrazione gravitazionale di Giove, si è spezzata in più frammenti che, due anni dopo, si sono schiantati sul pianeta. L’evento fu spettacolare, le “bruciature” provocate dai numerosi frammenti della cometa furono visibili per mesi sulla superficie dell’emisfero meridionale del pianeta. L’impatto liberò un’energia enorme di svariate decine di milioni di megaton. Ovviamente numerosi altri casi di collisione sono stati documentati anche sugli altri pianeti, in qualche caso anche sui pianeti interni.
Oltre alla collisione, un altro effetto comunque drammatico prodotto dai pianeti sulle comete consiste nella frammentazione del nucleo. Dalla frammentazione si generano sempre piccole nuove comete indipendenti. Alcuni dei casi più famosi in cui è stato osservato questo fenomeno sono:
• Nel 1845 la cometa Biela è stata la prima a mostrare una frammentazione. Essa fu scoperta nel 1826, originariamente possedeva un periodo 6.7 anni. Durante il transito al perielio del 1845 si è frammentata in 2 comete, osservate per l’ultima volta nel 1852.
• Nel 1965 la cometa Ikeya-Seki durante il transito attraverso la corona solare, a circa 450.000 km dalla superficie, si è spezzata in 2 frammenti.
• Nel 1975 la cometa West si è spezzata in 4 nuove comete.
• Nel 1995 la cometa Schwassmann-Wachmann 3 si è spezzata in 4 parti, di cui una rilevabile solo nell’IR. In quest’ultimo caso presumibilmente la causa della frammentazione è legata agli stress termici dovuti al passaggio della cometa a sole 0.95 U.A. dal Sole.
Sabrina
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