finestra sul porcile...

Creato il 19 dicembre 2010 da Omar
Dopo averlo scansato per anni, al titolare del blog è capitata la (s)ventura d'incappare in Disturbia (2007), scialba rivisitazione da venti milioni di dollari de La finestra sul cortile. La storia, sparigliando e ammodernando malamente le carte in tavola, si discosta veramente di poco dal modello primario: dopo un cazzotto sferrato a un professore, il giovane arrabbiato Kale (Shia LaBeouf, neodivo antipatico ma assai dotato di Trasformers nonché del quarto Indiana Jones) è costretto dalla polizia agli arresti domiciliari. Intrappolato in casa e monitorato dagli agenti grazie a una cavigliera elettronica, il teenager passa il tempo ficcanasare col binocolo nelle vite dei vicini: dalla coetanea Ashley (Sarah Roemer, in Sicilia altrimenti definita un bel pezzo di sticchio) all'ambiguo signor Turner (l'umbratile David Morse). Scrutandone le gesta, il ragazzo si fa convinto che quest'ultimo sia un efferato killer.A differenza dell'inarrivabile Hitchcock, un maestro abbondantemente saccheggiato con la scusa della citazione, il film di D.J. Caruso galleggia sulla superficie del genere, senza indurre minimamente in alcuna riflessione critica sul voyeurismo dello spettatore (il tema si prestava) né tantomeno sullo sguardo della cinepresa più in generale (e 'sti cazzi!). Tutto procede in maniera abbastanza telefonata e soporifera nonostante i ripetuti colpi di scena (unico sussulto quando subentrano le adolescenziali forme della Roemer, la cui muliebre intromissione nella cameretta del protagonista ha ricordato al titolare personali esperienze giovanili ormai morte e sepolte sotto decenni di disincanto: si nasce e si muore soli, e certo in mezzo c'è un bel traffico, diceva Paolo Conte!). David Morse sembra impegnarsi con convincimento nel tentativo di rinverdire il sinistro alone di mistero che aleggiava sul dirimpettaio impersonato da Raymond Burr nella pellicola originale, ma le sue capacità attoriali sono quel sono e perciò si finisce a seguirne le trite vicissitudini con inerzia da lobotomizzati e quando i titoli di coda iniziano finalmente a scorrere non si può fare a meno di provare un certo sollievo. Tarato per un tipico sedicenne della provincia statunitense (come gran parte del cinema mainstream occidentale, dannazione!) Disturbia è davvero una beffa che non si perdona a Spielberg (qui in veste di acuto produttore: il film ha fatto sfracelli il botteghino. Chiamalo fesso, lo Steven!)

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