Fini finge di tagliare le diarie dei deputati

Creato il 22 gennaio 2012 da Dailyblog.it @daily_blog

Di Federico Catani il 22 gennaio | ore 10 : 39 AM


I tagli ci sono, ma solo in apparenza. Nonostante gli inviti alla sobrietà e alla riduzione dei costi della politica, infatti, il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha escogitato un modo per non erodere troppo i privilegi dei deputati. Attualmente, ai 630 parlamentari è garantito uno stipendio fisso di 7.500 euro lordi al mese, che vengono versati anche agli assenteisti. Oltre a questa somma, i deputati usufruiscono pure di 3.960 euro netti mensili per coprire le varie spese di segreteria: un privilegio che dal 2013 potrebbe venir meno, in quanto probabilmente si renderà necessaria la presentazione di regolari ricevute o di contratti registrati, in modo da evitare il versamento di cifre forfettarie. In questo modo, oggi come oggi, un deputato particolarmente disinteressato al bene pubblico può tranquillamente godere di un signor stipendio senza il bisogno di stare in aula. Tra l’altro, alle cifre già menzionate vanno aggiunti gli immancabili rimborsi per spese telefoniche, di alloggio e di trasporto.

Cosicché, per dare una parvenza di serietà a Montecitorio, il 25 ottobre scorso l’Ufficio di presidenza della Camera ha deciso di mettere mano alla diaria (che oggi consiste in 3.500 euro al mese) legandola strettamente alle presenze dei deputati ai lavori parlamentari. Il problema è che si tratta di una farsa. Infatti, le presenze in assemblea sono calcolate solo nei giorni in cui c’è votazione e per risultare presenti è sufficiente partecipare ad almeno il 30 per cento delle votazioni. In caso di assenza, le trattenute sono pari ad un quindicesimo circa. Ma poiché i giorni in cui si vota in Aula sono pochissimi e dato che ogni deputato ha diritto ad un giorno di assenza al mese per le votazioni, praticamente non si viene mai penalizzati con il massimo della trattenuta che si può rischiare, vale a dire 723,03 euro mensili. Anche perché è possibile usufruire dei condoni di fine mese, oltre che di tutte le giustificazioni come per qualsiasi altro lavoratore.

Per quanto riguarda invece il lavoro nelle commissioni, chi diserterà più del 50 per cento delle giornate di seduta avrà una trattenuta sulla diaria di 300 euro, mentre chi oltrepasserà l’80 per cento di assenze, sarà penalizzato con una riduzione di 500 euro. Pertanto, male che vada, saranno garantiti in ogni caso oltre 2.000 euro mensili di diaria. Se poi a questi soldi si sommano i 5.246,27 euro netti dell’indennità, i 3.690 euro del rimborso per le spese di segreteria (che potrebbero non esserci o essere molto ridotte), i 1.108 euro minimi per i trasporti e i 258 euro per il telefonino, si può facilmente calcolare che il deputato può arrivare a percepire oltre 12.000 euro netti al mese, per un totale di circa 200 mila euro annui. Nonostante l’assenteismo.


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