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Il PD, e il porcaio Campania. Ma come si può votare questa roba???

Creato il 28 maggio 2015 da Tafanus

Su Repubblica e sugli altri giornali embedded al renzismo è iniziato l'attacco alla Bindi. C'era da aspettarselo. Io alla Bindi credo che gli abitanti delle regioni dove si potrà votare per liste inquinate da delinquenti di vario tipo dovrebbero essere grati alla Bindi. Che costei abbia o non abbia motivi di vendetta personale, è bene che si sappia PRIMA del voto (e non dopo) quali siano i candidati e le liste che puzzano di malavita.

Ma se la lista dell'antimafia da fastidio a quialcuno, perchè uscita a poche ore dalle elezioni, torniamo indietro di due settimane, e prendiamo la lista aggiornata da Vincenzo Iurillo del "Fatto", molto più esaustiva.

Abbiano ripulito l'elenco dagli "Impresentabili per Caldoro", perchè a noi interessa solo la parte di competenza della nostra ex parte politica...

Tafanus

Il PD, e il porcaio Campania. Ma come si può votare questa roba???
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Indagati, imputati, condannati. Trasformisti incalliti. Trasformisti dell’ultima ora. Ex cosentiniani, ex fascisti. Familiari di inquisiti per camorra. Gente indagata per voto di scambio. Personaggi arrestati e sotto processo. Leader dell’ultradestra schierati nel centrosinistra. Ex sindaci di Forza Italia alleati del Pd. Ex sindaci del Pd in lista con Forza Italia. Ex sindaci furbetti che si sono fatti decadere per aggirare l’incompatibilità.

E’ la carica degli impresentabili in Campania. I casi più discussi imbottiscono le liste del candidato Pd Vincenzo De Luca. Ma anche il governatore uscente, l’esponente di Forza Italia Stefano Caldoro, ha imbarcato di tutto, turandosi il naso. De Luca dice: “Non abbiamo controllato”. Caldoro invece replica: “Sono garantista”. Poi fanno a gara ad accusarsi reciprocamente a chi ha messo in campo le liste peggiori. Senza dimenticare che il primo degli impresentabili è De Luca, condannato in primo grado per abuso d’ufficio per aver inventato la figura del project manager del termovalorizzatore di Salerno in modo da favorire uno dei suoi più stretti collaboratori: retribuito con ‘appena’ 8.000 euro netti, ma sarebbero stati molti di più (circa 450.000 euro lordi) se l’impianto fosse stato realizzato. Ecco il dizionario degli impresentabili al consiglio regionale campano. Non ha la pretesa di essere completo. Qualcuno, sicuramente, ci è sfuggito.

Antonio Amente (Campania in Rete per De Luca). Ex sindaco di Forza Italia a Melito, oppositore dell’attuale sindaco Venanzio Carpentieri. Che, per la cronaca, è il segretario del Pd di Napoli. “L’ho denunciato tre volte” ricorda Carpentieri. Ora sono alleati.

Carmine Attanasio (Verdi). Cambi di casacca a gogò. Ne fece un buon riassunto il suo attuale coordinatore, Francesco Emilio Borrelli, in un comunicato del luglio 2013, quando in risposta a una minaccia di querela definì Attanasio “l’ex consigliere di Forza Italia, Idv, Verdi, Rivoluzione Civile, Rifondazione Comunista, Pd ed altri soggetti politici”. Ora hanno fatto pace.

Carlo Aveta (Campania in Rete per De Luca). Mai un processo, è uscito intonso dalle inchieste sui rimborsi in consiglio regionale, ha rinunciato al vitalizio. Ma fu eletto nella Destra con Caldoro, e fa un po’ impressione trovare tra le file del centrosinistra un politico che posta le foto dei suoi pellegrinaggi a Predappio a rendere omaggio alla tomba del Duce.

Tommaso Barbato (Campania Libera per De Luca). L’ex senatore mastelliano dei tumulti in aula durante la sfiducia a Prodi è sotto inchiesta per voto di scambio, un paio di posti di lavoro ad amici in prossimità delle elezioni politiche del 2013 in cambio di un aiuto alle liste di Giulio Tremonti. Al telefono i complici lo definivano ‘Barbapapà’. Ha sostenuto De Luca già alle primarie: “Sono nel Pd da tempo”.

Dario Barbirotti (De Luca Presidente). Ds, poi Idv, poi in cerca d’autore fino al ritorno nell’area dell’amico De Luca, Barbirotti è sotto processo a Salerno per associazione a delinquere finalizzata al saccheggio sistematico dei fondi del Consorzio Rifiuti, l’ente pubblico che ha presieduto a metà degli anni 2000 in quota De Luca. Durante le indagini, nella sede del consorzio furono ritrovate cartelline con le fotocopie del tesseramento Ds tra i dipendenti del consorzio.

Mario Casillo (Pd): Consigliere regionale uscente, il pm ne ha chiesto il rinvio a giudizio per peculato al termine dell’inchiesta sulla Rimborsopoli Campania. Spese non sufficientemente documentate con risorse prelevate dal fondo per il funzionamento dei gruppi consiliari. L’udienza preliminare si terrà subito dopo le elezioni.

Bruno Cesario (Udc per De Luca). Il cerchio della sua parabola politica parte da e arriva a Ciriaco De Mita, del quale era fedelissimo a livelli imbarazzanti. Nel mezzo, una esperienza da deputato eletto nel Pd e poi corso in soccorso a Berlusconi insieme ad altri due ‘Responsabili’, Scilipoti e Calearo. Cesario fu premiato con uno strapuntino da sottosegretario all’Economia, ma il governo B. era al crepuscolo. Ricandidato nel 2013 in Forza Italia, è risultato il primo dei non eletti. Poi la telefonata da Nusco. E il figliuol prodigo è tornato.

Angela Cortese (Pd): Si trova nella stessa situazione di Casillo.

Rosa Criscuolo (Cd – De Luca): “Quella scaloppina me l’hanno fatta mangiare mille volte, dovrei essere diventata cento chili”. Si riferisce alla scaloppina della sua cena in camera d’albergo con Claudio Scajola la notte prima dell’arresto dell’ex ministro a sua insaputa. Criscuolo è una praticante legale e componente della direzione nazionale del Partito Radicale che si è battuta contro la carcerazione preventiva di Nicola Cosentino. Di qui l’etichetta di ‘cosentiniana’ che lei respinge. “I veri cosentiniani sono Caldoro e Armando Cesaro”.

Ugo De Flaviis (Ncd per Caldoro): Assessore enfant prodige della prima giunta Bassolino, in quota Mastella. E’ stato rinviato a giudizio per peculato al termine dell’inchiesta sui rimborsi consiliari. Il capo di imputazione gli contesta una allegra gestione di circa 100.000 euro di fondi del gruppo Udeur. Poi ha cambiato partito.

Vincenzo De Leo (Campania in Rete per De Luca). “Sono sempre stato di centrosinistra, non sapevo che il Fronte Nazionale fosse di estrema destra”.(...ahahahahhh!!!...) Questo il succo dell’intervista rilasciata da De Leo al Corriere del Mezzogiorno. Intervista pubblicata due giorni dopo lo scoop del Fatto Quotidiano sulla presenza nella coalizione di De Luca del segretario di Casal di Principe del movimento di Adriano Tilgher.

Silvia De Luca Ferrara (Campania in Rete per De Luca). Alcuni ex cosentiniani hanno preferito non esporsi direttamente, ma hanno messo in campo le mogli. Come Michele Ferrara, che ha diviso con Cosentino e Cesaro 15 anni di politica. Affinché il messaggio sia chiaro, la signora De Luca si candida col cognome del marito.

Corrado Gabriele (Psi per De Luca). Richiesta di rinvio a giudizio per peculato, 4 anni di condanna in primo grado per presunte molestie sessuali alle figlie di primo letto dell’ex compagna.

Giuseppe Galasso (Forza Italia, ex PD). Dieci anni sindaco Pd di Avellino, nel 2013 si dimette poco prima della scadenza naturale del secondo mandato per partecipare alle Parlamentarie. Le perde, si infuria, esce dal partito, fa una lista contro il candidato ufficiale dem. Due anni dopo è in Forza Italia, introdotto dai buoni amici parlamentari azzurri Sibilia e Cesaro. E’ sotto inchiesta per la mancata bonifica dell’amianto di Isochimica e per i lavori di ristrutturazione di una clinica.

Carlo Iannace (De Luca presidente): Medico, è sotto processo per truffa. Secondo la Procura di Avellino è invischiato in una storia di interventi estetici rimborsati come oncologici.

Pietro Maisto (Caldoro Presidente, ma ex-tutto). Fresco di archiviazione nell’inchiesta sui rimborsi, Maisto è un politico che ha cambiato spesso maglietta. Nel 2010 sosteneva De Luca. Oggi Caldoro. Ricapitoliamo. Nel 2005 Maisto viene eletto in consiglio regionale nell’Udeur (centrosinistra). Nel 2008 aderisce a Idv. Nel 2010 si ricandida ancora nel centrosinistra, nell’Api di Rutelli. Rieletto, nel 2013 va a rinforzare la maggioranza di centrodestra: “Si tratta di un approdo, per così dire, naturale – spiegò Maisto – avendo apprezzato fortemente, sin dall’inizio di questa legislatura, l’azione politica e istituzionale del presidente Caldoro così come improntata al rigore e alla sobrietà”.

Attilio Malafronte (Campania in Rete per De Luca). Pittoresco politico di Pompei, consigliere comunale che candidamente confessa alla Zanzara: “Volevo giocarmi la mia partita, mi sarei candidato anche con Caldoro”. La partita Malafronte se la gioca pochi mesi dopo un arresto per induzione alla concussione, nell’ambito di una storiaccia di loculi e cadaveri dissepolti al cimitero di Pompei. I carabinieri gli hanno sequestrato delle armi mal custodite sopra un armadio.

Franco Malvano (De Luca presidente). L’ex questore di Napoli nel 2006 fu il candidato sindaco di Forza Italia contro Rosa Russo Iervolino. Ha seguitato a gravitare nel centrodestra ed è diventato commissario antiracket della Regione Campania. Su nomina di Caldoro.

Diego Manna (Sud per De Luca). E’ il figlio di un ex parlamentare del Msi. Ma il Consiglio di Stato ha cancellato la sua lista dalla competizione per vizi formali.

Nicola Marrazzo (Pd). E’ nell’identica situazione di Casillo e Cortese, ma per importi superiori: 42.000 euro di fondi pubblici rispetto ai 7.000 euro circa contestati agli attuali colleghi di partito (Marrazzo fu eletto in Idv).

Sergio Nappi (Caldoro Presidente). Eletto in ‘Noi Sud’, il 22 aprile 2013 Nappi è finito agli arresti domiciliari con accuse di truffa nell’ambito dell’inchiesta sull’utilizzo dei fondi del consiglio regionale. Nei mesi scorsi è stato rinviato a giudizio. Il pm contesta più di 50.000 di fatture poco chiare.

Enricomaria Natale (Campania in Rete per De Luca). Avversario del sindaco anticlan Renato Natale alle comunali di Casal di Principe, Enricomaria Natale è uno dei nomi più discussi. Il Fatto Quotidiano e Roberto Saviano hanno ricordato le vicende giudiziarie del padre, un presunto prestanome del clan Schiavone. “Ho rotto col entrodestra di Cosentino nel 2010 e i miei familiari hanno chiarito tutto” dice Natale.

Rosalia Santoro Turco (Campania in Rete per De Luca). Archeologa, è la moglie di Nicola Turco, ex cosentiniano editore di Notix, un sito di news e gossip politico ultra cliccato nel casertano. Il marito è indagato per concorso esterno in associazione camorristica nell’inchiesta sugli affari di Cesaro a Lusciano. Davanti al pm, Nicola Turco ha raccontato notizie inedite sulla mancata candidatura di Cosentino alle regionali del 2010.

Cosimo Silvestro (Campania in Rete per De Luca). Nel 2005 si candida in Idv, diviene capogruppo in Campania. Per una lite furibonda con un dirigente locale, esce dal partito e si dichiara indipendente. Nel 2010 si ricandida. Nel Pdl. “Ma non ho preso mai la tessera”. Ora ci riprova nel centrosinistra.

Luigi Sorianiello (Campania in Rete per De Luca). Nel 2009 fu eletto consigliere provinciale di Napoli nella maggioranza del forzista Luigi Cesaro. Unico che riuscì nell’impresa da candidato in ‘Italiani nel Mondo’, il mini partito di Sergio De Gregorio.

Antonella Tramontano (De Luca presidente). Avvocato, moglie del figlio di un ex senatore, la signora Tramontano è imputata in un processo per associazione a delinquere finalizzata alla truffa nato da un’inchiesta su presunti falsi sinistri stradali nell’agro nocerino.

Teresa Ucciero (Campania in Rete per De Luca). Ex assessore della giunta di Caserta, nel 2013 fu nominata vice coordinatore del Pdl in provincia di Caserta. E’ politicamente legata al senatore Vincenzo D’Anna, un ex azzurro che fu molto vicino a Cosentino e che ora è tra gli ispiratori di ‘Campania in Rete’, la lista civico-politica alleata col Pd.

Annalisa Vessella Pisacane (Cd – De Luca). Nel 2010 fu eletta nell’Udc, all’epoca alleato di Caldoro. E’ la moglie di Michele Pisacane, coordinatore campano del partito di Tabacci, ex parlamentare dei Responsabili corso in soccorso di Berlusconi.

Scusate... ma come è possibile votare per un porcaio simile???

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