Autore: Anne Sward
Editore: Mondadori
Anno: 2011
Pagine: 318
Prezzo: 19,50 Trama: Svezia, anni Settanta. In un villaggio solitario vicino alla costa viene al mondo una bambina "più simile a un'eschimese che a un'albicocca dorata", come aveva immaginato sua madre nei sogni d'estate. Ha un nome lungo e complicato: Angela Rafaela Lo Mård, ma per tutti è Lo. Lo cresce spensierata, tra le corse all'aria aperta e i giochi con gli zii, fino a quando, nel mezzo di un'estate senza fine, qualcosa si rompe. In un mattino caldo e secco scoppia un incendio lungo la linea ferroviaria. Quel giorno qualcosa cambia per sempre, anche se Lo ancora non lo sa. Lo stesso giorno Lo conosce Lukas, un ragazzo arrivato chissà quando dall'Ungheria, insieme al padre che vive come un animale selvatico e parla una lingua che il figlio non ha mai imparato. Tra i due nasce subito un rapporto strano e complice, costruito su gesti ruvidi e su una comprensione profonda. Insieme, nei pomeriggi dorati trascorsi al sicuro nella "capanna del pescatore", Lukas e Lo imparano a maneggiare le loro paure più remote: l'ombra di un passato che Lukas non ha mai conosciuto o forse ha voluto dimenticare, e il monito che la madre ha fatto cadere sul cuore di Lo bambina: "Sta' attenta all'amore". Ma l'adolescenza finisce presto e Lo e Lukas si troveranno divisi, la loro complicità logorata, svanita dietro abbandoni e tradimenti. A quel punto sarà Lo a decidere: si lascerà tutto alle spalle, la sua famiglia, Lukas, e poi Yoel e tutti gli uomini che incontrerà nel suo frenetico viaggiare (o fuggire). Ma sempre con Lukas sullo sfondo.
Recensione:
Era da un po' che questo libro era nella mia wishlist, quando l'ho iniziato avevo ottime aspettative, ma quasi subito una cosa mi ha fatto storcere un po' il naso: la differenza d'età tra i due personaggi. Lo è una bambina, non ha ancora compiuto 7 anni, mentre Lukas ne ha 13, anche solamente tre anni di differenza tra i due, sarebbero stati abissali, ma quasi sette, sono veramente un ostacolo enorme, o almeno così pensavo io. Possibile che a 6 anni, lei sia libera di andarsene in giro senza essere controllata (a maggior ragione visto che abita in una famiglia numerosa e lei è l'unica bambina), che lui a 13 sia interessato a giocare con lei, che è piccina, e le offre pure una sigaretta? Non so, sarà il fatto che di questi tempi i ragazzini sono sempre più spregiudicati, almeno fino a 10 anni, io li lascerei cullati nell'innocenza, com'è giusto che sia. Ecco, questo che mi ha un po' bloccata inizialmente, diventa poi il fulcro centrale della storia, tutto si basa sulla loro differenza d'età, e man mano che la storia ingrana, il meccanismo funziona, anche se non lo credevo possibile. Ho smesso di pensare agli anni dei due personaggi e mi sono dedicata solamente a loro. Lo in fondo, è molto sveglia per la sua età, caparbia, intelligente, non si fa spaventare da niente. Lukas invece è solo, è come se fosse cresciuto praticamente da solo, visto il rapporto inesistente con il padre, e non è difficile capire come lui e Lo possano subito stringere amicizia. Si capiscono, hanno una sintonia perfetta insieme, si difendono, si divertono, ma parlano anche delle cose importanti, si capiscono e si sostengono a vicenda. Sanno anche quando rimanere in silenzio, di fronte al dolore e alla crudeltà che Lukas deve sopportare a casa sua. L'autrice ad un certo punto inizia ad alternare il presente-passato di loro due bambini, con il presente in cui Lo è ormai cresciuta, radicalmente cambiata, in giro per il mondo, per fuggire dal luogo in cui è nata, da Lukas, o da sè stessa, forse da tutte e tre le cose.Valutazione:
♥♥♥♥