di Cristiano Abbadessa
Settimana scorsa mi è stato segnalato, da chi fra noi si occupa di solcare il maremagno del web, un post pubblicato su Finzioni; in realtà, una sorta di rilancio pubblicitario. Il post era infatti dedicato all’iniziativa dell’editore Marsilio, che sollecitava i blogger a recensire un paio di suoi libri, offrendone una copia, in e-book, a scelta fra i due titoli che l’editore stesso proponeva; la gentile offerta era riservata ai primi cento blogger che avessero aderito, i quali dovevano peraltro risultare attivi in rete da almeno un anno e pubblicare con costanza perlomeno un post alla settimana. Il commento dell’autrice suonava più o meno come un “finalmente un editore che apre ai blogger”.
Lì per lì sono rimasto allibito, perché il vecchio cronista avrebbe detto che eravamo davanti al cane che morde l’uomo. Tutti gli editori, magari eccezion fatta per i colossi (ma non è neppure detto), sono infatti aperti alle recensioni dei blogger, e anzi le sollecitano. Spesso si danno da fare per cercare i più qualificati, li vanno a stanare (senza aspettare comodamente che siano i blogger stessi a farsi avanti), inviano opere, in carta o in e-book. Il difficile, semmai, è farsi prendere in considerazione da blogger non improvvisati. Ma non ho ancora incontrato un editore che snobbi i blogger e le loro recensioni per scelta ideologica.
Istintivamente ho inviato un commento al post, in cui, più sinteticamente, esplicavo quanto sopra, aggiungendo che non capivo quale fosse la novità. La curatrice ha risposto confermando che non si trattava di una novità o di un’esclusiva (cosa che lei, sottolineava, non aveva in effetti detto), ma che la notizia c’era, perché un editore che si muove a sollecitare i blogger chiedendo che prendano contatto è comunque atto degno di nota.
Ho perciò incassato una prima lezione, che riguarda il marketing. Non posso infatti fare a meno di apprezzare l’abilità dell’editore che riesce a far passare per generosa offerta e per apertura di credito verso il mondo dei blogger quello che in effetti è il tentativo di soddisfare una necessità dell’editore stesso (farsi recensire i libri). Mossa astuta, che rovescia le parti nel gioco “chi ha bisogno di chi” (in realtà, tutti hanno bisogno di tutti) e conquista visibilità ed elogi curando il proprio interesse. Invidia e ammirazione.
Riflettendoci, però, devo dire che la mossa di Marsilio contiene una seconda lezione, meno sbandierata e più sottile, che personalmente condivido. Tale lezione, infatti, non ammaestra gli altri editori ma i blogger stessi. Perché, con la sua disponibilità e la sua “offerta”, Marsilio riconduce al centro del rapporto coi blogger la figura dell’editore; e, ponendosi come punto di riferimento, rimanda la palla nel campo dei blogger, chiedendo loro un contatto diretto.
Neppure questa sarà una novità, ma, come ho già raccontato, è una specie di atto di forza nei confronti di quei moltissimi blogger o siti letterari che, per ragioni che continuano a sfuggirmi, rifiutano qualsiasi contatto con gli editori e accettano di prendere in considerazione, per eventuali recensioni, solo opere sponsorizzate direttamente dagli stessi autori.
Sia ben chiaro: non si mette qui in dubbio l’utile apporto che tanti autori, generosamente, forniscono nella promozione dei loro titoli, anche in rete. Tuttavia, è chiaro che questo aspetto spetterebbe in primo luogo all’editore, che ha la possibilità di usare risorse interne per pianificare il rapporto coi blogger in maniera più soddisfacente per tutta la “squadra” che rappresenta. È comprensibile che blogger e siti gradiscano anche un contatto diretto con gli autori, ma non è pensabile che impongano di intrattenere solo rapporti con gli autori, disdegnando gli editori.
Anche perché, curiosamente, finiscono per alimentare un fenomeno contro cui spesso si scagliano a parole. Quante volte, infatti, capita di veder dileggiare gli “scrittori da aperitivo” o “da salotto”, o di trovare critiche pungenti contro autori che sono più bravi nell’arte affabulatoria delle presentazioni che in quella, più propria, della scrittura? Eppure, traslato nel virtuale, è proprio l’effetto che si ottiene se si aprono gli spazi solo agli autori e non agli editori. Perché, inevitabilmente, finiranno per farsi largo anche sul web quegli autori che sono migliori nell’arte di vendere se stessi e il proprio libro, che hanno maggiore dimestichezza con la comunicazione, che sanno tessere una rete di rapporti e magari uno scambio di favori; non necessariamente, però, si tratterà degli autori più meritevoli dal punto di vista letterario, né delle opere più intense o qualitative.
Ben vengano, dunque, i blogger con le loro recensioni. Ma accettino lo sforzo di misurarsi con la difficile arte della scelta, della selezione e della scoperta. Senza aspettare la facile imbeccata costruita attraverso il rapporto privilegiato.