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"Fiore di fulmine" di Vanessa Roggeri

Creato il 02 giugno 2015 da Eliza @BiblioEliza
Buongiorno amici lettori!
E buona festa della Repubblica!In questo giorno di festa torno a voi con la recensione del nuovo libro di Vanessa Roggeri Fiore di fulmine, per il quale ringrazio ancora la Garzanti per la copia che mi ha fornito.

Titolo: Fiore di fulmine
Autore: Vanessa Roggeri
Editore: Garzanti
Collana: Narratori moderni
Pagine: 279
Ebook: € 9,99
Cartaceo: € 16,40
Data di pubblicazione: 21 maggio 2015
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TRAMA
È quasi sera quando all'improvviso il cielo si fa livido, mentre enormi nuvole nere galoppano a oscurare gli ultimi raggi di sole. Da sempre, la prima cosa da fare è rintanarsi in casa, coprire gli specchi e pregare che il temporale svanisca presto. Eppure la piccola Nora, undici anni e il coraggio più scellerato che la gente di Monte Narba abbia mai conosciuto, non ha nessuna intenzione di mettersi al riparo. Nora vuole sfidare il vento che soffia sempre più forte e correre sulla cima della collina. È appena arrivata sotto una grande quercia quando un fulmine la colpisce sbalzandola lontano, esanime. Per tutto il piccolo villaggio sardo dove è cresciuta, la bambina è morta. Ma non è quello il suo destino. Nora riapre i suoi enormi occhi verdi, torna alla vita. Il fulmine le ha lasciato il segno di un fiore rosso sulla pelle bianca e la capacità di vedere quello che gli altri non vedono. Nella sua famiglia nessuno la riconosce più. Non sua madre, con cui amava ricamare la sera alla luce fioca di una candela, né i suoi fratelli, adorati compagni di scorribande nei boschi. C'è un nome per quelle come lei, "bidemortos", coloro che vedono i morti, e tutti ne hanno paura. Nel piccolo paese non c'è più posto per lei. La sua nuova casa è Cagliari, in un istituto per orfanelle, dove Nora chiude la sua anima in un guscio di dolore, mentre aspetta invano che qualcuno venga a prenderla.


Scoprire un'autrice per la prima volta mi intimorisce sempre un po'. Così ho preso in mano il nuovo libro della Roggeri con un certa cautela, non sapendo bene cosa aspettarmi. Quello che ho trovato è una storia intensa, ambientata in un terra rude e antica ancora ammantata dal velo dei miti e delle superstizioni, e una protagonista semplice e complessa al contempo.
La Roggeri ci presenta su carta la Sardegna di inizio secolo, un territorio ancora brullo e complicato, in cui le credenze popolari dilagano velocemente. Tra i miti che popolano i paesi dell'isola c'è quello delle bidemortos, persone che vedono le anime dei defunti. L'autrice ha saputo utilizzare questi miti e l'atmosfera un po' polverosa del territorio per creare una storia semplice ma avvincente. Nora sembra una predestinata, una ragazzina comune che proviene da un paese di minatori che il fato ha voluto morta e rediviva. Un fulmine la colpisce in pieno e le lascia un dono, vedere le anime dei defunti, oltre ad un ricamo fiorito che adorna la pelle per tutto il corpo. L'immagine del fulmine è un'immagine così potente che mi ha letteralmente affascinato. E' un'idea che mi è piaciuta moltissimo e che da molto alla storia. Meno convincente è stata per me tutta la seconda parte del romanzo, quella incentrata sulla famiglia di Donna Trinez, non perché brutta o noiosa, anzi, semplicemente perché mi è sembrata più scontata, meno affascinante, perde un po' quel mordente che invece avevo incontrato e apprezzato nella parte sull'infanzia di Nora.
Avevo letto meraviglie sulle donne della Roggeri ed in effetti i personaggi che porta sulla scena sono assolutamente stupendi. Prima di tutto si nota la forza delle donne che anche nella loro fragilità o nei loro caratteri più abbietti spiccano per la loro magia. Nora, Donna Trinez, Palmira sono figure a tutto tondo, forti e vive, ma soprattutto reali. L'autrice ha saputo darci uno scorcio realistico della vita di queste donne. Gli uomini, pur avendo un ruolo importante nell'economia del racconto, sono inevitabilmente messi in secondo piano, schiacciati dalle loro menomazioni, dalle malattie e dal loro essere inferiori rispetto alla forza femminile messa in atto.
Dicevo, Nora è semplice e complicata al contempo. Semplice perché alla fine è una ragazzina che guarda il mondo con gli occhi spalancati, che non sa interagire con le altre persone ma che è sincera e diretta, ingenua nel suo modo di essere. Complicata perché in lei si muovo tanti sentimenti, a volte contrastanti, è un personaggio molto cervellotico, che non sa stare fermo.
Voto
Il segnalibro...

...e la curiosità
Il villaggio in cui nasce Nora esiste veramente. Il villaggio della miniera di Monte Narba è ancora lì, abbandonato dall'uomo da quasi 80 anni. Venne costruito nel 1864 quando lo sfruttamento delle miniere di piombo e di argento venne dato in concessione ad una società privata. Era ed è una piccola cittadina in piena regola, con tutti i servizi, la corrente elettrica, il telefono, ma che oggi, a causa dei continui crolli e della precarietà delle strutture, è difficile esplorare. Esauriti i filoni la concessione venne revocata  dopo una breve parentesi come azienda agricola il paese venne abbandonato a se stesso.
Per avere altre informazioni e vedere alcune foto vi consiglio il sito http://www.sardegnaabbandonata.it/villaggio-di-monte-narba-san-vito/
Alla prossimaEliza

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