I campi si riempivano di rotoloni di fieno.
Le rose sbocciavano e il sole splendeva fiero in un cielo quasi estivo.
Belen e l'ex di Emma riempivano le prime pagine dei giornali di gossip.
Il terremoto faceva tremare l'Emilia Romagna.
Gli europei della Polonia e dell'Ucraina erano alle porte.
Lungo la strada fiorivano papaveri rossi e malve violette.
Le classi erano già mezze vuote e le teste degli studenti erano già tutte in vacanza, tranne quelle di chi aveva gli esami.
Ecco, in quel momento, mentre Venere transitava davanti al sole, hai deciso che volevi nascere.
In una data bellissima: 6/6/12.
Tre chili e duecento concentrati in mezzo metro d'altezza. Un cespuglio di capelli e un paio d'occhi che, forse, per una bella botta di fortuna, saranno verdi.
Un'altra piccola gemellina è entrata nella mia vita, potevi essere un piccolo cancro e invece hai preferito nascere un po' prima. Io il debole per i gemelli ce l'ho sempre avuto, figuriamoci adesso.
Sei così piccolina che mi fa paura anche solo sfiorarti, così fragile e indifesa come sei. I tuoi discorsi sono un concentrato di èèèèèè e i tuoi occhi sono i più belli del mondo. Hai anche le unghie quasi più lunghe delle mie.
Imparerò a prenderti in braccio come si deve, non appena smetto di piangere quando penso a te e a questa magia che è davvero la vita.
Ed è bella la tua vita perché non c'è passato. Adesso mangi e dormi, ma per il resto è tutto al futuro. Tu vedrai, sognerai, farai, penserai, sceglierai, riderai, piangerai, scriverai, studierai, lavorerai, camminerai, ascolterai, amerai, correrai, viaggerai, avrai, sarai.
Hai tutta la tua vita.
E, come dice la canzone che ho sentito più e più volte facendo avanti e indietro dall'ospedale, sempre e per sempre tu, ricordati, dovunque sei, se mi cercherai, sempre e per sempre, dalla stessa parte, mi troverai.