Eh, sì, la Fiorella Mannoia ha trovato il modo di (m)annoiarci anche con le sue recriminazioni per l’esibizione “andata in fumo” a Roma, al Circo Massimo, nella prossima notte di San Silvestro, sfogando tutta la sua delusione, la Vigilia di Natale, sul suo Facebook “Voglio avvertire tutti che il concerto di Capodanno a Roma è saltato, non chiedetemi perché, anche se un’idea ce l’ho. Approfitto per augurarvi una notte serena. Buon Natale!”
Il coro di simpatizzanti per la sua causa di tradita ed “esclusa” si è subito fatto sentire, con adesioni di “peso”, molte provenienti dai sostenitori del Movimento 5 Stelle, nelle cui file la cantante sarebbe recentemente, si dice, transitata, allontanandosi, dopo anni, dalle posizioni del Pd (e qui sta il punto!), fra i messaggi di partecipazione, quello del senatore Maurizio Santangelo e del deputato Angelo Tofalo (entrambi del raggruppamento di Grillo), quest’ultimo si è fatto sentire proprio sui “social” ”Un’idea la tengo anch’io. Se in questo bel paese che si chiama Italia hai il coraggio di esprimere liberamente le tue idee e se queste per caso sono in contrasto con il sovrano di turno (ndr allusione alle presunte smanie autocratiche del Presidente del Consiglio) …. allora a Capodanno a Roma non puoi cantare, gli uomini del re sono ovunque e ci ascoltano … inizia a parlare piano”.
Ma la responsabilità di questa improvvisa “cacciata” è da imputarsi solo a Matteo Renzi, o c’è dell’altro, forse, sondando il terreno, si è scoperto che la signora non entusiasma più così tanto la gente o magari ha stancato?Chissà, certo alcuni suoi comportamenti, non molto tempo fa, hanno provocato dissensi persino fra i più “duri e puri”, nelle sue schiere da sempre, esplicitati sulle pagine del suo profilo ufficiale, che vertevano sul suo esagerato presenzialismo nelle trasmissioni di Maria De Filippi, ma più ancora non le si perdonava il reiterato accostamento a Alessandra Amoroso e Emma in duetti canori in pubblico, ritenuto “dequalificante” per un’artista della sua portata e con una carriera pluridecennale come la sua. E non meno discutibile è risultata la sua apparizione, in grado di creare malumori, dell’estate dell’anno scorso (19/07/2014), quando è stata ospite, assieme a Frankie H-Nrg, a “Una notte per Caruso”, trasmessa in prima serata da Rai1, dove ha cantato, con il “rapper” (c’è da riconoscere, uno dei migliori nel suo genere), il brano “Non è un film”, un manifesto e aggressivo “atto d’accusa” al popolo italiano, ritenuto indifferente alle richieste di solidarietà dei molti migranti in cerca di una nuova patria, di seguito qualche stralcio “Questo non è un film e le nostre belle case non corrono il pericolo di essere invase/non è un’armata aliena sbarcata sulla terra non sono extraterrestri che ci dichiarano guerra” e via in crescendo “Dalla Transilvania non arrivano vampiri ma badanti … dalla Bielorussia solo carne da ‘lap dance’ scappano per soddisfare vizi e sfizi nostri/loro son le prede e noi siamo i mostri … e se loro son gli avanzi noi siam peggio dei maiali pronti a divorare a sazietà”, se doveva essere un messaggio volto a sensibilizzare l’opinione pubblica e a scuotere, con termini vibranti, le coscienze, il contesto in cui è stato lanciato era sicuramente dei meno indicati, non uno spettacolo riservato ai frequentatori dei “centri sociali”, ma una trasmissione che avrà riunito la consueta platea “generalista” composta per lo più da famiglie e tante persone nella terza età, che non deve aver gioito euforicamente sentendosi “brutalizzata” da espressioni come “mostri” e “maiali”, soprattutto alla luce del fatto che, come è noto, tanti nostri connazionali non si sono mai tirati indietro se si trattava di dare un contributo “tangibile” a iniziative benefiche a favore degli “ultimi” di più continenti.
La “disavventura” occorsa alla Mannoia in relazione al Capodanno romano non dovrebbe destare tanto scalpore e soprattutto potrebbe non essere un episodio isolato destinato a coinvolgere lei sola, quando si diventa assidui nei palazzi del potere politico per ragioni di convenienza e vantaggio personale, abitudine invalsa anche a tanti suoi colleghi, è inevitabile che poi, nel momento in cui si cerca di svincolarsi da certe “gabbie” costrittive, ci sia un prezzo da pagare, il successo che passa attraverso scorciatoie, “servo encomio” e distribuzioni di favoritismi è sempre un’arma a doppio taglio, a farne le spese è la stessa espressione artistica, che, asservita al mero propagandismo “di parte”, viene meno alla sua “universalità” di respiro e di fruizione e al principio di libertà che, invece, ne dovrebbe, in ogni caso, essere ispiratore irrinunciabile.
by Fede