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Fiorentina-Juventus: Un brutto quarto d’ora.

Creato il 21 ottobre 2013 da Vivalafifa @WlaFifa

L’ottava di andata presenta quella che ormai viene definita, e non a torto, la partita dell’amicizia: Fiorentina – Juventus.

 

Tutto nasce nel 1982, quando le due squadre, all’ultima partita di campionato, si trovavano appaiate in testa alla classifica. La Juventus sconfisse il Catanzaro, ad un quarto d’ora dalla fine, con un rigore contestato di Laiam Brady, mentre ai viola fu annullato un gol, apparso regolare, di Ciccio Graziani e costretti al pareggio dal Cagliari.

 

Nel 1990 le due società hanno rinnovato il loro ormai consolidato patto di amicizia con l’accordo per il trasferimento a Torino di Roberto Baggio che era veramente felice della nuova destinazione al punto di chiedere a Cecchi Gori di comprare la Fiorentina, senza successo. Anni dopo, laddove mancò il padre, lo ha fatto il figlio Vittorio. Con lui, la Fiorentina conobbe il punto più alto della sua storia: Fallimento e serie C2.

 

Con l’avvento della dirigenza Della Valle, i rapporti amichevoli si sono spostati anche sul piano degli investimenti. Infatti, l’anno scorso le due società hanno lavorato insieme per far in modo che nessuna delle due ingaggiasse Dimitar Berbatov dal Manchester U. Infatti, mentre la dirigenza viola lo aspettava all’aeroporto della Peretola, il giocatore si fermò a Monaco di Baviera perché la Juventus aveva proposto un’offerta migliore. Il giocatore, che non parlava l’italiano, dopo aver dichiarato: “Io non sono un pirla” tornò in Inghilterra e firmò per il Fulham.

 

Ancora oggi quando i 2 presidenti si incontrano si fanno delle grasse risate ricordando quei momenti. L’amicizia è stata rinnovata anche durante il mercato estivo di quest’anno quando la Juventus chiese Jovetic. La disponibilità della Fiorentina fu immediata: 30 milioni di Euro, non uno in meno. In contanti, in piccolo taglio ed anticipati.

 

La Fiorentina si presenta in campo senza il suo bomber tedesco superMario Gomez, in tribuna con la sua compagna la cui bellezza è passata inosservata come la legge finanziaria di Letta.

 

La Juventus lascia Vidal in panchina per motivi volatili e schiera Gliorente a fianco di Tevez. Giovinco non fa una piega e si accomoda in panchina. Le telecamere di Skai lo immortalano mentre infila degli spilli in un pupazzo di pezza vagamente assomigliante al mister. Ma senza capelli. Sembra destituita di fatto la voce che abbia devoluto l’8×1000 ai tifosi viola per metter in scena il coro che invitava Antonio Conte di andare affanculo.

 

Lo scorso anno la partita finì 0-0 con la Fiorentina molto arrembante. La Juve portò a casa il pareggio in quanto Angelo e Alessio che sostituiva Conte squalificato, posizionò De Ceglie a protezione di Pelusio e Marchisio a protezione di De Ceglie.

 

La partita procede come previsto. La Fiorentina tiene palla con i suoi duecento registi, mentre la Juventus si difende con ordine e cerca di contrattaccare nonostante sulle fasce esterne della mediana ci sono Padoin e Asamoà.

 

Al 15’ il primo episodio che poteva dare una svolta alla partita. Aquilani interviene da dietro su Bonucci. L’arbitro decide la sola ammonizione. I giocatori juventini chiedevano l’espulsione per la violenza dell’intervento che, a loro dire, ha prodotto serie conseguenze sulla lucidità del centrale difensivo. A fine gara l’arbitro ha prodotto una serie di video-interviste che confermavano che il giocatore non è stato mai lucido sin dagli esordi.

 

Al 21’ l’episodio che deciderà la partita. Ambrosini si è fatto male da solo mentre cercava di pensare e viene sostituito da Mathì Fernandez. Recenti studi del Ristorante “da Giannino” hanno confermato che la sola assenza di Ambrosini aumenta la potenzialità della squadra di almeno il 20%. Anche se con effetto nel lungo periodo.

 

Al 37’ la Juve passa. Tevez appena in area viene agganciato ingenuamente da Gonzalo Rodriguez e l’arbitro, da due passi, fischia il rigore. Tira lo stesso Carlos che batte centralmente il portiere Neto: 0–1

 

Montella rincuora i suoi chiedendo di mantenere la calma e posizioni. I risultati si vedono subito. Dopo 3’ Pogbà lancia Tevez in area che non ci arriva. Il portiere Neto esce per prendere la palla ma viene anticipato da Cuadrado che rimette al centro dell’area. Lo stesso Pogbà non ci crede ma alla fine decide di entrare in scivolata e mette in rete sotto la traversa a porta sguarnita. 0-2.

 

Negli spogliatoi si vivono momenti diversi. Montella ha cercato di far capire ai suoi che in fondo si tratta solo di una partita di calcio mentre nello spogliatoio Juve, nonostante il doppio vantaggio, si siano vissuti attimi di terrore quando Angelo e Alessio ha proposto inutilmente a Conte di togliere una punta ed inserire Vidal, anche in vista del Real Madrid nel mercoledì successivo.

 

La partita riprende così come era finita nel primo tempo, con la Juve che attacca e sfiora tre volte il gol in venti minuti. Al 21’ però comincia un’altra partita: su una palla persa, Mathì entra in area sulla destra affiancato da Asamoà. Contatto tra i due con il viola che non vedeva l’ora di cadere a terra. Rigore. Batte Pepito Rossi e segna il 1-2. Buffon aveva intuito l’angolo senza intercettare la palla.

 

La Fiorentina prende coraggio mentre Angelo e Alessio tenta ancora inutilmente di convincere Conte a togliere una punta e rinforzare il centrocampo. Per tutta risposta l’allenatore reimposta la squadra con un inedito 4-4-2, che dà i frutti. Infatti, 10’ minuti dopo, Pepito Rossi conquista una palla sulla trequarti e lascia partire un diagonale, nonostante la marcatura di Pogbà, che sembra essere facile preda di Buffon e che invece si infila nell’angolo opposto di tiro. 2-2.

 

A quel punto, Conte toglie uno spento Marchisio per Vidal ed il cambio produce immediatamente il proprio effetto: mentre il cileno cerca di smaltire le ultime scorie del jet-leg, Borca Valero smista sulla destra per Joaquim che, stranamente lasciato libero da Asamoà, si trova solo davanti a Buffon e lo batte con un diagonale. 3-2.

 

Subito Conte tenta una mossa disperata e inserisce Giovinco x Asamoà. Il cambio avviene con qualche minuto di ritardo perché la formica atomica doveva terminare di posizionare tutti gli spilli.

 

La Juventus adesso gioca con un 3-4-3 e la squadra ne sembra beneficiare. Infatti, 1 minuto dopo, Cuadrado in contropiede serve Pepito Rossi che batte Buffon ancora una volta: 4-2. Lo stadio Franchi non fa una piega ed intona l’inno ufficiale: Maremma Maiala.

 

Conte ha ancora a disposizione un cambio ma stavolta decide di pensarci su un pochino. Infatti ad ogni cambio la Juve ha subito un gol. Alla fine, al 85’ qualcuno gli fa notare che Padoin è in campo ed allora decide di sostituirlo nientepopodimeno con Motta. Perché il Natale quando arriva, arriva.

 

Migliore in campo: Il ristorante “da Giannino”.

 

Ipdà.


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