Spinoza, in un passo dell'Etica, precisa la sostanziale differenza dei destini di lepre e segugio. L'Inter da sempre lepre, ha dato l'impressione di avere nel suo DNA le informazioni genetiche per correre, sempre di più avanti agli altri, indipendentemente dalla volontà di farlo. Come dire: è la sua natura.
Ma Spinoza, per volontà non intende la cupidità, cioè la facoltà di desiderare o non desiderare (va da sé che l'Inter desidera vincere il campionato), bensì la facoltà di affermare. Il filosofo olandese, che di calcio se ne intende come tutti gli olandesi, conclude che nella mente non vi è alcuna volizione, cioè alcuna affermazione oltre quella che l'idea, in quanto è idea, implica. Dunque se quella è l'idea della lepre tutto risulta una causalità necessaria e non contingente.
Come si spiega allora che sul campo della Fiorentina, prima in svantaggio, poi in parità, infine in vantaggio per essere ripresa finisce in un pareggio che non sa proprio di lepre? Anzi l'Inter corre il serio rischio di diventare segugio e di dover quindi tarare volontà e intelletto su nuovi parametri. Insomma grande campionato.
Spinoza, per incitarci a capire meglio le conoscenze intuitive dell'intelletto, ci segnala l'esultanza (a favore della Fiorentina) dell'assistente dell'arbitro, Ayroldi, lo stesso che ha espulso Maicon nella partita con il Bologna. Mourinho gli chiede: "perché, per cosa esulti?" L'altro risponde: "Faccio quello che mi pare, sì, così". C'è veramente un grande senso di sportività in giro.