L’esodo dei maestri non accenna a finire. La più grande piaga della scherma italiana, l’emorragia che aveva già visto emigrare Giulio Tomassini verso la Francia e Giovanni Bortolaso direzione Germania sembra impossibile da tamponare. Anche il ct della Nazionale, Stefano Cerioni, lascia l’Azzurro e il Paese, per andare in Russia e accettare una di quelle offerte a cui non si può dire di no.
Anche il suo addio era nell’aria, ulteriore sintomo di una situazione di malessere che riguarda la disciplina più vincente alle Olimpiadi nella storia dello sport italiano. A nulla è valso l’appello firmato dagli atleti, già allarmati dalle partenze dei maestri di Valentina Vezzali e Arianna Errigo, e consapevoli che la possibilità di perdere il ct degli straordinari successi degli ultimi otto anni era decisamente concreta.
Cerioni aveva preso le redini del fioretto italiano (prima al maschile e poi al femminile) sostituendo Andrea Magro e riuscendo nell’impresa di non farlo rimpiangere. Il campione olimpico di Seoul 88 ha dunque ceduto alle lusinghe della federazione russa che, per risollevarsi dopo la batosta di Londra, ha semplicemente scelto il migliore.
«È stata una decisione difficile e sofferta, come tutte quelle che vanno ad incidere profondamente sulla vita delle persone», ha detto Cerioni attraverso una nota pubblicata sul sito della Federscherma, «Quando, nel 2004, iniziai il mio lavoro di commissario tecnico, ero convinto di poter dare un contributo importante forte della mia esperienza di atleta e di maestro e della mia infinita passione per la scherma. Oggi posso dire con orgoglio che, grazie ad uno eccezionale staff tecnico e dirigenziale e ad atlete e atleti meravigliosi, i risultati sono stati addirittura superiori alle mie più ottimistiche aspettative. L’elenco delle vittorie che abbiamo ottenuto insieme sarebbe troppo lungo. Sono nella storia di questo sport e sono tutte scolpite nel mio cuore».
La Federscherma ha fatto il possibile per trattenerlo, ma la sua offerta non ha potuto nemmeno avvicinarsi a quella russa. «Non possiamo adesso che prendere atto della scelta di vita operata, augurando le migliori fortune ad un tecnico col quale abbiamo condiviso otto anni in cui la Nazionale di fioretto ha portato alla scherma italiana ed allo sport azzurro, innumerevoli successi sia in campo Assoluti che in ambito giovanile.
Pienamente consapevoli del valore tecnico di Stefano Cerioni e delle offerte economiche a lui rivolte da realtà che non risentono della crisi globale, abbiamo anche proposto un accordo economico che avrebbe rappresentato per la nostra Federazione un notevole onere alla luce delle ristrettezze di bilancio e delle condizioni del Paese», ha garantito il presidente Giorgio Scarso.
Ora bisogna trovare un sostituto all’altezza, impresa non semplice vista la fuga di maestri verso l’estero. «Il fioretto italiano, negli anni, ha saputo affrontare momenti di difficoltà, trovando sempre nuovi equilibri che hanno mantenuto alto l’onore della scherma azzurra e dello sport italiano.
Sarà adesso impegno dell’intero Consiglio federale trovare una soluzione alternativa alla guida di Stefano Cerioni», ha concluso Scarso.
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OA | Gabriele Lippi