Giovedì pomeriggio a casa di Vittorio Pigazzini, per la presentazione del libro Le Rose Italiane
Lo storico Andew Hornung -autore del libro – “…ci ha narrato le storie individuali degli ottenitori di rose nei secoli, supportate dall’analisi delle condizioni sociali ed economiche.La sua formazione gli consente di porre la dovuta attenzione alle rose create per il mercato del reciso – cosa che la moderna letteratura a predominanza anglosassone di solito non fa – oltre che al contesto nazionale e internazionale in cui si è sviluppata l’ibridazione in Italia…”
È stato molto interessante conoscere le vicende e sapere tutte le vicissitudine delle nostre rose. Storie e integri hanno accompagnato le più note. Ho fatto la conoscenza di Rosa Ruga, la rosa più vecchia d’Italia, ancora reperibile. La cercherò!
Invece per le novità, la ricerca va avanti, e nuovi ibridi e nuove sperimentazioni si possono trovare presso alcuni vivai: uno tra questi il Vivaio La Campanella che investe e dà fiducia ai nuovi produttori sperimentali italiani.
Ed è stato molto affascinante visitare il giardino che ci ha ospitato.
Nel cuore di Monza, proprio dietro al Duomo, passando sotto l’arco antico e spingendo un vecchio portone sembra che il mondo si sia fermato. Un tripudio di rose rampicanti e ortensie arredano quest’angolo cittadino. E’ il giardino di Vittorio Pigazzini, fotografo naturalista, e proprietario di questo paradiso.
La casa d’epoca con le alte persiane verdi e blu, e i balconcini sono tutti appoggi per le generose rose.
In giardino alti pergolati, treillage e alberi fanno da sostegno a una profusione di rose alte anche 6 metri.
Una rosa -che non ricordo il nome -ricopre ben tre facciate della casa – Sono rimasta incantata e rapita.
L’evento è stato organizzato dal Garden Club Monza Brianza, in foto la presidente Laura Marzorati.