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Firenze, cartoline da una cartolina

Creato il 10 ottobre 2012 da Carusopascoski

Renzi, cavalcando la svolta mediatica su Marchionne, dopo averlo sostenuto a perdifiato quando andava di moda anche a “sinistra”, lo ha attaccato duramente oggi, coerentemente col suo unico valore: la demagogia.

Lasciando un attimo da parte la stomachevole polemica di due stomachevoli di per sè e come nessuno mai, in tanti fiorentini e non si sono infuriati per la battuta su Firenze. Eppure, senza fare riferimenti a turismo e cose avvenute prima di vent’anni fa, mi chiedo senza risposta dov’è oggi la ricchezza di Firenze (declinando la parola “ricchezza” nelle sue varie forme)? Mentre spero che sul piccola nessuno si offenda, dato che stiamo parlando di un paesone di 350mila abitanti. Altrimenti vuol dire che qualcuno ci vede doppio, o anche triplo.

La verità è che Firenze oggi è in coma profondo.

Resta un’idea romantica di Firenze, presente solo in chi non l’ha mai vissuta e in chi protegge i propri piccoli privilegi locali. Oltre, naturalmente, a un esercito di turisti, osterie che si trasformano in “segoteche” e così via, e i suoi poteri ufficiali e ufficiosi che ormai hanno rubato tutto, anche le mattonelle secolari dalle strade del centro, e escluso chiunque sia fuori dal triangolo magico.
La tengono in vita i residui e le periferie di questa opulenza insensata che odora di imbecillità e di morte, la stessa che ha affondato l’Italia e che in Toscana, per quella sana difesa immunitaria che è la tipica diffidenza dei toscani, sta entrando solo adesso attraverso “forme mutanti” che affondano i denti nella retorica cittadina.

Capisco che sarebbe meraviglioso sopravvivere di solo orgoglio e passato. Capisco anche che questo sia successo davvero negli ultimi vent’anni, a Firenze. Ma non sono disposto a capire la morte insensata che una città si dà quando avrebbe tutto per essere il paradiso, ma che preferisce diventare la cartolina d’un passato irripetibile. Paradiso che riesce ancora ad essere e passato che ancora affiora, quando proprio ci si mette.

È proprio questo, in fondo, che allo stesso tempo innamora e fa incazzare di Firenze.

Firenze, cartoline da una cartolina


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