FIRENZE. Così si rompe… il David di Michelangelo. Lo studio del CNR pubblicato su Journal of Cultural Heritage.
Creato il 05 maggio 2014 da Agipapress
Analisi dei meccanismi di rottura del monumento eseguiti
dall’Istituto di Geoscienze e Georisorse del Consiglio nazionale delle
ricerche, attraverso esperimenti a piccola scala in centrifuga. I danni sono relativi
all’inclinazione della statua. La ricerca è pubblicata sul Journal of Cultural
Heritage.
FIRENZE. A causa del suo inestimabile valore il David di
Michelangelo, uno dei simboli del Rinascimento italiano, è stato oggetto di
molte analisi di stabilità rivolte in particolare a una serie di micro-fratture
della porzione inferiore di entrambe le gambe, notate già dalla metà del XIX
secolo. Visibili nella caviglia sinistra e nel tronco destro, minacciano la
stabilità dell'opera e quindi una loro approfondita conoscenza è indispensabile
per la salvaguardia di questo capolavoro.
Un gruppo di ricercatori dell’Istituto di geoscienze e
georisorse del Consiglio nazionale delle ricerche (Igg-Cnr) e dell’Università
degli Studi di Firenze ha eseguito un approccio sperimentale su repliche in
gesso della statua a scala ridotta (10 cm di altezza invece di 410), deformate
all'interno di una centrifuga. I risultati sono pubblicati sul Journal of
Cultural Heritage.
“Durante la rotazione all'interno dell'apparato, i modelli a
piccola scala sono sottoposti a forze molto più elevate della forza di gravità,
ma che agiscono con le stesse modalità”, spiega Giacomo Corti dell’Igg-Cnr. “In
differenti prove, le piccole statue sono state sottoposte a una forza
centrifuga crescente, rendendo la statua sempre più pesante, finché gli sforzi
gravitazionali superano la resistenza del materiale e si giunge alla rottura”.
Gli esperimenti hanno analizzato l'influenza di vari
parametri. “In particolare, i risultati suggeriscono come sia la stabilità sia
le caratteristiche della deformazione del David siano principalmente dovute all'inclinazione
della statua. Innanzitutto, maggiore è l'angolo d’inclinazione, maggiore è
l'instabilità della statua sotto il proprio peso, particolarmente per
inclinazioni maggiori di 15°. Inoltre, l'inclinazione influenza anche la
posizione delle fratture, che tendono a interessare porzioni via via più alte: nella
gamba destra, sopra i 15° la frattura avviene sempre al di sopra del tronco
d'albero”, prosegue il ricercatore.
La comparazione di questi risultati con le lesioni rilevate
sul David reale suggeriscono che “una costante inclinazione della statua,
ancorché non superiore a 5°, abbia rappresentato il fattore critico per lo
sviluppo dei sistemi di fratture nelle porzioni inferiori di entrambe le gambe”,
conclude Corti. “Questa piccola inclinazione è probabilmente legata
all'abbassamento non uniforme, con conseguente piccola rotazione del plinto su
cui poggia la statua, durante la sua permanenza di fronte a Palazzo Vecchio, tra
il 1504 e il 1873”.
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