La “Vita Nova” nel raccontare di “Anonimo Veneziano”. Una bella provocazione per stimolare un dibattito forte sulla letteratura italiana: una sfida di Pierfranco Bruni nella sua relazione su Dante e Berto a Firenze
Lo sguardo e lo specchio. La letteratura europea e il Dante nel Novecento italiano attraversato da Giuseppe Berto. È su questo argomentare che Pierfranco Bruni, Vice Presidente Nazionale del Sindacato Libero Scrittori Italiani, ha sviluppato la sua relazione, in riferimento sia al Centenario della nascita di Giuseppe Berto sia sottolineando l’importanze delle celebrazioni dei 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri, discutendo della “Vita Nova” di Dante e del romanzo e film “Anonimo Veneziano” di Giuseppe Berto.
“Gli occhi nella letteratura. Il Novecento di Dante e lo sguardo in ‘Anonimo Veneziano’ di Giuseppe Berto”. Una brillante conversazione stimolata più volte dalle domande, dopo l’introduzione generale di Pierfranco Bruni, di Manuela Katiaka che ha coordinato l’incontro. Pierfranco Bruni ha molto insistito sul proporre l’opera di Dante attraverso la lettura del Novecento grazie ad autori che vanno da Machiavelli a Pascoli, da Zambrano a Guenon, da Tobino a Gigliozzi a Fornaro. Un’ampia panoramica per giungere a Giuseppe Berto in una lettura tutta originale tra la “Vita Nova” e “Anonimo Veneziano”. Una speculazione molto originale ma anche provocatoria, ma chi conosce Bruni sa che costantemente lancia delle sfide culturali per proporre delle precise riflessioni con dei dettagli articolati. Ecco perché la sua relazione ha avuto molto successo. Chiudendo i lavori Pierfranco Bruni ha cesellato: “La vita e la morte di ogni uomo ruotano sempre intorno alla messa in prova di un vestito nuovo. È il destino anche degli amori. Da Beatrice ad Albertine, da un Anonimo Veneziano a Nadine. Ovvero da Dante a Proust da Berto ad Antoni Garcia. I piaceri dei giorni sono una vita nova. La Laguna ha il suono dei Minareti. L'amore è un cerchio ed ha lo sguardo di un orizzonte nel labirinto dello specchio. Mentre tutto intorno ha altre vie o altri viaggi persi e ritrovati. Noi siamo sempre oltre la storia, perché la magia non conosce la ragione ma il cuore e l'anima nel gioco infinito di una metafisica del sogno. Dopo c'è la realtà. Ma la letteratura, quella immensa, non conosce il reale”. Una premessa, ha detto, più che una conclusione, per non smettere di essere sempre in trincea sul filo del pensiero e allontanarsi dal conformismo dilagante che vive proprio nella cultura italiana. Bruni ha, inoltre, rivolto, un invito alla scuola italiana e ai docenti affermando di ritornare più che alle antologie scolastiche direttamente ai testi degli autori. Leggere meno antologie e più testi completi di scrittori e poeti, ha affermato, in una sala gremita di un pubblico attento e aperto ad un confronto a tutto tondo sul tema della cultura italiana. Dunque da Dante a Berto per raccontare un mosaico della letteratura italiana.