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First look Buddha - King of Kings

Creato il 13 novembre 2015 da Lightman
    First look Buddha - King of Kings

Presentato al Roma Fiction Fest, il progetto per il piccolo schermo Buddha: King of Kings non convince nonostante l'atmosfera tipica di Bollywood e una storia molto affascinante

First look Buddha - King of Kings

Buddha: King of Kings è stato presentato a Roma in occasione dell'edizione 2015 del Fiction Fest. Prodotto da Ridwana Khan, il serial vede anche nel cast un gustosissimo cameo di Kabir Bedi.
La storia è basata sull'avvento del principe Siddharta, la cui venuta al mondo è preceduta da un fiume di segni premonitori di grande fascino. Tuttavia, l'impressione è che le scelte di regia siano sempre dettate da una spasmodica voglia di manierismo, muovendo la camera anche quando non necessario, cercando di celebrare ogni cosa con i movimenti di macchina per compensare una scrittura spesso carente.
Per quanto si sforzi di oscillare tra serio e faceto, con molti improbabili momenti musicali, l'effetto soap opera è sempre dietro l'angolo, e di per sé non sarebbe affatto un male: l'idea di fondere Beautiful e Sandokan è molto accattivante, se non fosse che mancano sia un incipit incalzante che una sceneggiatura capace di invogliare a saperne sempre di più. A farne le spese è un cast dal potenziale molto inespresso, costretto a dire battute improbabili e a seguire una linea narrativa molto infantile, che stride con una colonna sonora molto ridondante e poco suggestiva, con le inevitabili melodie indianeggianti da spot tv.

Un prodotto di genere

First look Buddha - King of Kings

Buddha, tuttavia, è concepito e realizzato per il mercato inediano, ed è dunque un prodotto molto difficile da inquadrare, soprattutto perché il dubbio del fraintendimento culturale è molto alto: si tratta di una serie che viene da altri lidi e che dunque non risponde ai nostri canoni oppure ha un effetto inevitabilmente trash per gli standard a cui siamo abituati? In entrambi i casi non sembra purtroppo funzionare: le inevitabili invidie femminili (con tanto di sguardi furtivi e musica che aumenta di intensità), le congiure di palazzo che sfociano nel ridicolo (biglie lasciate sul pavimento per far inciampare la principessa incinta, ed altri espedienti molto banali) e gli interminabili stacchi musicali falliscono sia nell'intento di narrare una storia semplice e divertente sia in quello di creare, in qualche modo, l'effetto scult.
La serie sembra quindi un gran baraccone di scene e costumi, anche di mirabile fattura, che tuttavia corre l'altissimo rischio di sfociare nel kitsch; peccato, perché il potenziale e lo spazio creativo per affascinare gli spettatori con una storia ricca di fascino come quella del principe Siddharta non mancherebbero. La pecca più grande però è quella di allungare molto il brodo narrativo fin dall'inizio, aspettando continuamente a decollare e a entrare nel vivo della vicenda. Un difetto che, per come è concepito il panorama serial contemporaneo, rischia di allontanare molto pubblico a partire dai primi episodi.

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