Vi lascio un breve stralcio del romanzo per stuzzicare la vostra curiosità ;)
- Dovresti fidarti di qualcuno ogni tanto…
- La sua voce era calda, sensuale…
- Perché mi dovrei fidare di te? – sbottò lei, innervosita.
Il suo tono divenne impaziente, imperioso.
- Perché non hai un’altra scelta.
Sarah si ritrasse indietro, come se una folata di vento impetuoso l’avesse investita in pieno.
- Cosa vorresti dire?
Sulle labbra di Gered spuntò un sorriso impudente.
- Voglio dire che ti piaccio e molto… - sussurrò con studiata lentezza.
Le si riavvicinò con movimenti impercettibili. “Che razza di tipo! Che vuole da me? Io non sono quel genere di ragazza”
- Sei solo un ragazzino presuntuoso. A me non interessi affatto.
Parlò con tutta la determinazione e il dispetto che provava dentro, cercando di mostrarsi distaccata. Ma lui ignorò le sue parole.
- Sai come faccio a saperlo?
Le era talmente vicino che poteva percepire il suo respiro, il calore che emanava dal suo corpo, le proprie ginocchia a un centimetro dalle sue. Sarah non aveva mai avuto problemi a gestire un ragazzo, ma ora si sentiva come una bambina fragile che pende dalle labbra di qualcuno più forte di lei… una sua parola, un suo gesto e il mondo intero poteva colorarsi di luce o di buio.
- Lo so dalle gambe che ti tremano quando mi avvicino a te, dal sangue che pulsa a mille nelle tue vene quando ti guardo… - proseguì Gered, implacabile. - Se ti sfioro poi… guarda!
Sollevò le dita per accarezzarle il dorso della mano, che stringeva la panca talmente forte da farle male, le unghie conficcate nel legno. Un tremito inconsulto si propagò dalla mano al resto del corpo come l’onda d’urto di un sisma.
Arrossì violentemente. Una rabbia cieca, disperata la travolse.
La mano scattò per schiaffeggiarlo, ma lui la bloccò, stringendogliela in una morsa dolorosa.
- Pagherai anche per questo! – ruggì lui, gli occhi di colpo gelidi e terribili, quelli di un sovrano che non deve essere in nessun modo offeso e rifiutato.