Alla GDC di San Francisco abbiamo esplorato una misteriosa nave ottocentesca nel nuovo gioco dall'autore di Papers, Please
Mentre esploriamo il ponte di una nave ottocentesca in cerca di indizi nascosti, sentiamo alle nostre spalle lo sguardo attento di Lucas Pope. Il suo precedente gioco, Papers, Please, ci aveva messo nei panni di un ispettore all'immigrazione in uno stato comunista, vedendoci alle prese con contrabbandieri, forze dell'ordine, spie o semplici innamorati in cerca di una nuova vita. Presentato alla GDC di San Francisco, Return of the Obra Dinn è un'esperienza radicalmente diversa, un'avventura narrativa che si allontana dall'ambientazione distopica di Arstotzka e chiede a chi gioca di scoprire il segreto dietro alla maledizione della nave Obra Dinn.
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Unire i puntini
Ambientata nel 1802, la storia di Return of the Obra Dinn vede protagonista una nave mercantile riapparsa misteriosamente dopo essere sparita per sei mesi. L'albero maestro è stato distrutto, così come gran parte nella nave, mentre della sfortunata ciurma sono rimasti solo mucchietti di ossa.
L'obiettivo è quello di ricostruire cos'è successo alla Obra Dinn in questi sei mesi, e per farlo bisogna utilizzare un orologio magico capace di far rivivere gli ultimi istanti di vita di ciascun membro della ciurma. In sostanza bisogna quindi esplorare la nave, cercare i cadaveri dell'equipaggio, rivivere il loro flashback e cercare di ricostruire questa sanguinolenta e tragica storia man mano che si sbloccano nuovi corridoi, stanze e ponti della nave. L'interazione è ridotta all'osso, il giocatore non è in nessun modo in grado di influenzare il passato, e a differenza di Papers, Please non può prendere decisioni che abbiano ripercussioni morali. In Return of the Obra Dinn la sfida sta nel dover compilare correttamente un libro contenente i nomi di tutti i membri della ciurma: attraverso i dialoghi nei flashback bisognerà scoprire qual è il nome del personaggio di turno e scrivere la causa della sua morte. Parliamo di un equipaggio composto da sessanta membri, ognuno dei quali ha incontrato una fine violenta, sanguinosa, eroica o triste. Spesso e volentieri le storie dei personaggi si intrecciano, e così bisogna andare avanti e indietro tra un flashback e l'altro per mettere ogni pezzo del puzzle al suo posto. "La sfida più grande", ci racconta l'autore, "è quella di trovare un buon equilibrio nella quantità di informazioni date al giocatore. Non vogliamo guidarlo o dirgli esplicitamente cosa fare, ma allo stesso tempo non vogliamo neanche che si perda per strada senza sapere come andare avanti". Da questo punto di vista, le dimensioni ridotte della nave aiutano ad assicurare un'esperienza compatta e non dispersiva. Una caratteristica molto particolare di Obra Dinn è la grafica 1-bit che ricorda i giochi su macchine preistoriche come i primissimi Mac: si tratta di uno stile grafico monocromatico dove le forme e le ombre sono definite dalla densità di punti neri sullo schermo. È una soluzione elegante e che, merito del lavoro fatto da Pope per migliorare il filtro di compressione, appare anche molto pulita e chiara. È impressionante come, anche con una grafica di questo tipo, sia possibile distinguere sufficientemente bene i diversi volti dei personaggi. Seguendo la regola dei piccoli giochi indipendenti, Return of the Obra Dinn "uscirà quando sarà pronto", ma la ventina di minuti passata a provare il gioco è stata sufficiente a farne una delle esperienze narrative che aspettiamo con più interesse.