Magazine Carriere

Flessibile o rigido, questo è il mercato!

Creato il 16 luglio 2013 da Propostalavoro @propostalavoro

FLESSIBILE O RIGIDO, QUESTO È IL MERCATO!Un concetto chiave per comprendere le dinamiche del lavoro, soprattutto in termini di flessibilità e rigidità, è lo studio degli EPL, acronimo anglossassone che in italiano è tradotto come "regimi di protezione dell'impiego".

La flessibilità, nei rapporti di lavoro è definita come la possibilità, per il lavoratore, da un lato, di cambiare il proprio impiego ed il proprio datore più volte durante la sua vita lavorativa, mentre dall’altro, per il datore, di fare un utilizzo ragionato della forza lavoro assecondando i mutevoli bisogni del mercato.

Questo concetto attiene quindi sia all’ingresso del lavoratore che alla sua uscita, andando a toccare in particolar modo la contrattualistica di assunzione e le modalità ed i costi dell’interruzione del rapporto di lavoro.

Costi di lavoro, rigidità del mercato e tutela contrattuale sono concetti a loro volta correlati al grado di protezione del posto di lavoro, o, per meglio dire, ai regimi di protezione dell’impiego, chiamati nella letteratura internazionale con l’acronimo EPL (Employment Protection Legislation).

EPL: COSA SONO

I regimi di protezione dell’impiego o EPLsono un insieme eterogeneo di norme che disciplinano l’interruzione del rapporto di lavoro. Si parla di forte livello di EPL quando la procedura di licenziamento non è agevole per il datore e tende a preservare il più possibile il posto di lavoro del dipendente; viceversa si parla di EPL deboli.

I regimi di protezione dell’impiego incidono quindi necessariamente sui firing costs, i costi di licenziamento, che sono visti dalle imprese come una voce di costo legata alla gestione del personale.

Il legislatore spesso stabilisce inoltre che il recesso unilaterale da parte datoriale di un contratto di lavoro a tempo indeterminato deve essere accompagnato da un risarcimento monetario.

Tuttavia per interrompere un rapporto lavorativo, la gestione della rottura non interessa solamente le parti direttamente coinvolte, ma, nella maggior parte degli ordinamenti, è facile che sia necessario l’intervento di un tribunale, una parte terza, incaricato di verificare la legittimità del licenziamento.

Anche le spese legali figurano tra i costi di gestione delle imprese.

In questo modo, i costi di licenziamento constano di due componenti: una componente è il trasferimento di denaro tra il datore ed il dipendente, mentre l’altra è una specie di “tassa” pagata dal datore a terzi, come il tribunale o altre figure che intervengono a disciplinare la rottura.

Un altro aspetto fondamentale delle EPL riguarda le procedure (burocrazia, atti amministrativi, consultazioni sindacali, notifiche alle parti sociali) che devono essere eseguite prima del licenziamento, importanti soprattutto per i licenziamenti collettivi.

Quasi sempre sono previste delle penalità per il datore qualora il licenziamento venisse ritenuto privo di un giustificato motivo. Su questo aspetto, è compito della giustizia civile accertare la presenza e la validità della giustificazione. Va da sé che più incerto sarà il risultato del giudizio, più le spese legali per l’impresa aumentano e con esse anche la forza dell’EPL nel sistema.

Ultimo, ma non ultimo, aspetto di rilievo è che queste regole possono essere applicate differentemente a seconda delle caratteristiche dimensionali e settoriali dell’azienda.

IL PUNTO

Prima di passare in rassegna quali sono e come intervengono i regimi di protezione dell’impiego previsti dall’ordinamento italiano, quale sia il loro ruolo economico e la ragione della loro esistenza, vediamo come si inseriscono nello studio delle dinamiche del lavoro.

In primo luogo, bisogna premettere che, come il mercato stesso, anche l’azione delle EPL può essere segmentata e duale: in Italia si potrebbe dire che coesistono mercati del lavoro molto rigidi, come quello dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato in grandi imprese, accanto ad altri estremamente flessibili, come i collaboratori con posizione fiscale autonoma (partita IVA) ed altri “atipici”.

Inoltre bisogna sottolineare che, contrariamente a quanto affermato da studi superficiali, sebbene i regimi di protezione dell’impiego abbiano ripercussioni significative sul mercato del lavoro (come già spiegato in un altro intervento), non esiste alcuna correlazione provata tra il grado di intensità delle EPL ed i tassi di occupazione e disoccupazione né totale né giovanile.

 

Bisogna invece notare che l’applicazione di questi regimi è uno dei massimi strumenti di discriminazione e dualismo all’interno del mercato del lavoro, dove questi sono una garanzia per i lavoratori garantiti e un peso per gli altri, costretti a dover subire le ripercussioni negative dei più vantaggiosi contratti dei colleghi.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog