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Flipback, se il libro cede alle lusinghe dell’e-book 3/3

Creato il 19 maggio 2014 da Mac_prints @mac_prints

Finalmente ho per le mani un flipback. E’ L’ufficiale e la spia di Robert Harris. 864 pagine di romanzo storico sull’Affaire Dreyfus alla “modica” cifra di 15 euro (12,75 perché l’ho comprato su Amazon). Al di là della storia che è anche appassionante e racconta un fatto realmente accaduto nella Parigi della Terza Repubblica, quello che mi interessava, dopo tanto dibattere di questo “nuovo ” formato flipback, era sperimentarne la lettura per capire: si tratta di un gadget o di un modo di leggere funzionale e alternativo? Il volume è 12×8 cm che aperto fa, con il dorso, circa 17 cm e pesa 160 gr: insomma immaginate l’ingombro di un kindle che misura 16,6 cm x 11,4 cm e 170 gr di peso, lo spessore però è diverso: il kindle infatti, è spesso 8 mm. E proprio al kindle, implicitamente il flipback strizza l’occhio. Anche il formato della gabbia di testo, una volta aperto è circa la stessa. Con qualche differenza però, nel kindle la pagina non è spezzata a metà dal passaggio dalla pagina sopra a quella sotto, mentre, punto a favore del flipbook, la veste tipografica (giustezza, carattere, impaginazione) è perfetta. La font è un bastoni (certo non si ridimensiona). La stessa disponibile sul kindle in modo opzionale. Scelta bizzarra di Segrate visto che è provato che si legge meglio un graziato. Anche il punto di bianco della carta è simile al bianco (che poi bianco non è) del kindle. Insomma, un kindle di carta con un solo libro all’interno. Niente di male se non fosse che la fisicità delle pagine è quanto meno discutibile. La carta è leggera, leggerissima: se il libro lo tieni in verticale per leggere con la mano destra l’angolo in alto a sinistra si piega costringendoti a tenere il libro non perpendicolare. Inoltre, tenendolo con la mano l’umido della pelle bagna la carta, sciupandola. Schermata 2014-05-18 alle 15.48.33

Provate a girare pagina quando il numero dei fogli sopra è consistente, inevitabilmente le pagine cadono in giù e si perde il segno. Infine, trovo personalmente fastidioso l’interruzione della pagina a metà data dal passaggio da una pagina all’altra, visto che spezza la lettura. Forse, l’unico pregio è il formato che è davvero contenuto. Forse troppo per leggere agevolmente i caratteri.

La cosa davvero interessante è la confezione. Il blocco libro, cucito, è rinforzato da una tela su dorso e laterali ed è incollato in III di copertina (a mano?). In questo modo la coperta si stende tutta e il blocco libro si apre tutto. La confezione cucita, la copertina risguardata con del Sirio Nero (non proprio a buon mercato) e la carta leggerissima tengono certamente alto il prezzo di produzione del singolo volume e di conseguenza di vendita (gli altri titoli, tutte ristampe, costano 9 euro). Non so se il gioco ne vale la candela. Il libro è sempre stato verticale perché spontaneamente quella forma si è dimostrata la più ergonomica nei secoli. Certo le cose cambiano, ma questa volta non mi azzarderei a parlare di rivoluzione. Tuttavia, lascio ad altri lettori il giudizio. Nel frattempo, Harris me lo leggo sul kindle.

 


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