Flop del ‘bonus giovani’ di Letta, solo 22mila assunti

Creato il 29 giugno 2014 da Nicola933
di Consiglia Grande - 29 giugno 2014

Di Consiglia Grande. Deludenti sono state le precedenti manovre del Governo Letta con l’azzeramento dei contributi previdenziali, in merito alle assunzioni di giovani: le aziende hanno confermato, in questi undici mesi, poco più di 22mila domande di assunzione. La cifra non ha soddisfatto le aspettative riposte, considerando che una buona parte di risorse son rimaste inutilizzate.

Ad influire su questo gravissimo flop, vi è la crisi economica: le aziende sono molto prudenti nell’aumento dell’organico. D’altronde, a mantenere i freni vi è il vincolo dell’assunzione a tempo indeterminato e trasformazione del contratto a termine in rapporto indeterminato. E si capisce così perché le assunzioni non hanno coperto i predeterminati intenti.

Buone notizie sembrano invece provenire dal progetto Garanzia Giovani, partito il primo maggio di quest’anno, che, a parer del sottosegretario al lavoro, Luigi Bobba, ha già visto concludere all’incirca 3.300 offerte lavorative da parte di aziende. Inattuabile sembra invece impegnare quegli avanzi di risorse, stanziate dal precedente governo, a seguito delle mancate assunzioni dello scorso anno. In totale dovrebbero ammontare a 100mila posti. In realtà, erano state proposte, principalmente, circa  28.606 domande di prenotazione per assunzioni future di giovani, ma tra queste 5.499 sono scadute, perché non confermate in tempo. Il beneficio per ogni assunto constava di 1/3 della retribuzione lorda fino a un tetto di 650 euro mensili, fino a diciotto mesi di contributi previdenziali (o di 12 nel caso di trasformazione da un contratto a termine in uno a tempo indeterminato). Per cui, se valutiamo che le domande confermate attualmente dal giorno di varo del decreto sono 22.124, si desume che sono stati spesi 160 milioni di euro, calcolando 8000 euro all’anno per  ogni lavoratore.

Quindi, la discutibile strategia del taglio dei contributi per 18 mesi non ha convinto le aziende ad assumere, anzi, si potrebbe proprio affermare che l’abbia inculcate a una maggiore e più pregnante prudenza: il numero di richieste di assunzione prolifera, ma le aziende non confermano.

Per il 2013 erano stati messi a disposizione 148 milioni per consentire l’assunzione di  20mila giovani; per il 2014, invece, 248 milioni. I 794 milioni, risultante dalla somma dei due cumuli sarebbe impiegato così, per le assunzioni di 100mila giovani, tra i 18 e i 29 anni, a tempo indeterminato, che comportino un aumento occupazionale all’interno dell’azienda rispetto all’anno precedente. I giovani destinatari devono essere quelli privi di impiego retribuiti da almeno sei mesi, chi è privo di diploma di scuola media, superiore o professionale.

Ad ogni regione è demandata altresì la competenza ad intervenire nei limiti dei fondi stanziati presso di esse. Ad ogni modo, l’aumento dell’occupazione sembrerebbe più una cacciata meramente teorica, che pragmatica.


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