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In Campania, per le elezioni regionali, va in scena un PD da vergogna. Sotterriamolo col voto

Creato il 07 maggio 2015 da Tafanus

In Campania, per le elezioni regionali, va in scena un PD da vergogna. Sotterriamolo col voto

Deluca-renziNAPOLI - Il "nuovo", a volte, fa strani giri. E tende agguati alla rivoluzione renziana. Un impasto di contraddizioni e vecchia politica rischia di gravare sulle liste del candidato governatore Pd, Vincenzo De Luca. Duri battibecchi e aspre polemiche, soprattutto sui social network, infiammano la fase più calda della campagna elettorale per le regionali, dopo alcune storie ricostruite da Repubblica, alla chiusura delle dieci liste a sostegno dell'ex sindaco di Salerno, che tra l'altro rischia la sospensione dopo la condanna di primo grado, se eletto a Palazzo Santa Lucia.
Le sue promesse di estrema discontinuità con il governo di Stefano Caldoro - "Rivoluziono tutto, daremo il via al processo di modernizzazione e sburocratizzazione della Campania" - convivono per ora con scelte che a molti appaiono discutibili: dal patto del primo Maggio, siglato in extremis, di notte, con il leader ormai 87enne di Nusco, Ciriaco De Mita, ai profili di candidati che poco somigliano all'innovazione chiesta dal "giglio" magico" del Nazareno.

Nomi di destra, di indagati o di loro congiunti, o di avversari di esponenti simbolo delle battaglie democrat: tutti in pista per l'ex viceministro del governo Letta. Così, dopo i sindaci democrat candidati "col trucco" - che si erano fatti multare dai propri vigili urbani pur di decadere, per gabbare una norma regionale, poi costretti a dimettersi per entrare in lista - ecco i consiglieri-migranti. Da un lato all'altro, pur di stare con chi vince, o si pensa possa farcela.
Alla voce Pdl o Fi, ecco l'ex senatore Pdl ed ex candidato sindaco di Napoli di Berlusconi, il prefetto Franco Malvano. Poi una sfilza di dirigenti di Fi o amministratori in carica fino a pochi giorni fa, sotto l'insegna azzurra: è l'offerta "Campania in rete" il vero scrigno. Nella lista di Caserta, figurano: l'ex vice coordinatrice Pdl di Caserta ed ex assessore di quel comune, Teresa Ucciero; è in buona compagnia con il sindaco Alfonso Piscitelli, del comune di Santa Maria a Vico, anch'egli eletto sotto il simbolo degli azzurri; e con Angelina Cuccaro, assessore per Fi nell'altro comune di Santa Maria Capua Vetere. È lo stesso elenco in cui brilla per attivismo anche Rosalba Santoro, moglie di quel Nicola Turco, tuttora inquisito per concorso esterno in associazione mafiosa, e referente di Cosentino, che al nostro giornale ha rivendicato la sua convinta adesione al progetto di De Luca: "Ma perché c'è qualcosa di sinistra nella coalizione di De Luca? Non direi - argomenta la dottoressa, laureata in Lettere - Però questo candidato del Pd è uno che combatte, una persona chiara. E Cosentino era un leader carismatico".
Alla voce Destra, ala estrema, ecco un sostenitore di De Luca che continua a replicare alle polemiche. È Carlo Aveta, il mussoliniano doc, fedelissimo degli omaggi al Duce sulla tomba di Predappio, che non rinnega la sua stima per la storia fascista ma contesta e precisa, invece, il contesto in cui sarebbe stata pronunciata una frase "non contro gli omosessuali, ma a favore della decenza". "Non ho mai detto che mi fanno schifo i gay, c'è stata confusione e strumentalizzazione su un mio post Facebook del luglio 2014 in cui, legittimamente, dedico un giudizio personale a un'immagine che tuttora mi crea sconcerto: tre uomini che sfilano, in una pubblica piazza, davanti a bambini e bambine, in baby-doll. È una scena decente, quella? Secondo me: no".
Alla voce indagati, ecco sempre nella lista "Campania in rete", ma a Napoli, la candidatura di Attilio Malafronte, consigliere comunale d'opposizione a Pompei che, solo qualche mese fa, è finito agli arresti domiciliari in un blitz sulla presunta compravendita di sepolture al cimitero comunale. Nell'armadio della sua casa, la polizia trovò e sequestrò un fucile calibro 12, una canna per fucile marca e oltre 30 cartucce per uso di caccia, dopo alcune settimane il consigliere è stato scarcerato, ma Malafronte aveva già "fatto un percorso nuovo", quindi di corsa verso De Luca.
Analogo capitombolo capita alla candidata Rosa Criscuolo, che corre come consigliere regionale per "Centro democratico": è la bionda avvocatessa che non disdegna pose ammiccanti e neanche il confine tra la cronaca rosa e quella giudiziaria; e non solo per il suo lavoro. La Criscuolo, oltre ad essersi mobilitata oltre un anno e mezzo fa, per una colorata manifestazione pro-Cosentino a Caserta con tanto di slogan contro la carcerazione preventiva (fu bloccata in tempo da Fi, che la indusse a recedere) è stata poi l'ultima signora con cui ha cenato l'ex ministro Claudio Scajola, poche ore prima che venisse arrestato su ordine della distrettuale antimafia di Reggio Calabria. L'avvocatessa ha sempre detto d'aver cominciato la sua militanza politica nel centrosinistra, nel vesuviano, e di aver poi sempre scelto liberamente. Oggi confessa, candidamente, che va verso il Pd "per esclusione. Non mi voglio candidare con Caldoro e nella coalizione in cui ci sono i Cesaro".

E alle Voce Donne, o Mogli di, non poteva mancare Annalisa Vessella Pisacane: è candidata nello stesso "Centro", non solo è consigliere regionale uscente di Caldoro, ma moglie di quel Michele Pisacane che in Parlamento corse a sostenere Berlusconi con "i Responsabili" nel 2011.

"Nelle liste non accetto spezzoni del vecchio ceto politico", aveva detto Vincenzo De Luca in un'intervista. Era meno di cinquanta giorni fa.

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