FLORBELA ESPANCA (1895-1930)
Florbela Espanca nasce l’otto Dicembre 1895, figlia non desiderata viene battezzata come figlia di padre ignoto. Il nome che gli viene dato è Flor Bela de Alma da Conceição ma nella letteratura portoghese è conosciuta come Florbela Espanca, cognome che riceverà dal padre, João Maria Espanca, quando finalmente deciderà di riconoscerla. La madre muore qualche tempo dopo. Il padre però non la lascia senza sostegno. Frequenta il liceo ad Evora in un tempo in cui poche ragazze si danno agli studi. A 19 anni lascia gli studi e si sposa con un suo compagno di liceo. Fu questo il primo di tre matrimoni fallimentari, caratterizzati da aborti e infelicità coniugale. Più tardi, a 22 anni, entra nella facoltà di Diritto all’Università di Lisbona
. Nel 1927 un evento luttuoso segna profondamente la sua esistenza: la morte dell’amato fratello pilota precipitato nel Tago. Nel 1930 comincia a collaborare con le riviste “Portugal Feminino” e “Civilização” ma, il 7 dicembre dello stesso anno, si toglie la vita con una dose letale di Veronal. Il pubblico portoghese amò da subito la sua poetessa dall’esasperata sensibilità, ed i suoi versi intrisi di malinconia e sensualità dai quali ben emergeva l’infelicità che l’avrebbe condotta alla depressione e all’abuso di barbiturici. La critica, invece, e i moralisti benpensanti dell’epoca, che mal consideravano una donna emancipata e pluridivorziata, la osteggiarono.SFINGE
Sono figlia della brughiera deserta e selvaggia:
le ginestre, tra i rosmarini,
aprendo gli occhi d'oro, per i cammini,
di quest'anima ardente sono la traccia.
E ansiosa desidero, o vano miraggio,
che tu e io, in baci e carezze,
io la brughiera e tu il sole, soli,
fossimo parte del paesaggio.
E a notte, all'ora dolce del batticuore,
udrei dalla bocca del chiarore lunare
il triste canto del rimpianto.
E alla tua attesa, mentre dorme il mondo,
resterei, occhi quieti, a meditare
sfinge che mira nell'enorme pianura.