Florence Design Week, seconda giornata di Giulia e Simona in cerca di emozioni tra le varie locations in programma. Arrivate alla stazione di Santa Maria Novella, ci siamo subito “imbucate” all’Hotel Minerva, bellissimo albergo, un tempo restaurato da Carlo Scarpa e Edoardo Detti che hanno avuto l’attenzione a particolari riferimenti rinascimentali per l’uso di materiali e colori, in quell’abbinamento cromatico che è il bianco dei fondi e il grigio-azzurro della pietra serena, riproposto anche con i profilati in acciaio.
Le esposizioni nella sala dell’hotel erano: Art for FDW2013 by Arttour International magazine, in collaborazione con Vivid Arts Network, Expo by “ErreEsse” di Rita Mazzini & Sandra Donelli, designer ferraresi le cui opere sono realizzate con materiali di “recupero” riadattati alle loro idee, un oggetto in mano loro subisce trasformazioni pindariche! Un esempio? Due manichini acquistati in un mercatino dell’usato divengono magicamente due lampade, come? Sfruttando la loro struttura in acciaio e aggiungendovi una zanzariera metallica e neo-propilene.
Expo “ErreEsse”Expo “ErreEsse”Expo “ErreEsse”Expo “ErreEsse”Expo “ErreEsse”Expo “ErreEsse”In esposizione vi erano anche le opere di Antonella Iovinella con “luci dalla città”, immagini del rapporto tra luce e architettura. Usciamo dal Minerva, percorriamo la via de’ Pecori, arriviamo al Duomo, poi via dell’Oriuolo ed eccoci arrivate alla Biblioteca delle Oblate! Saliamo la prima rampa di scale in pietra serena, poi la seconda, ci voltiamo e …“clic” foto alla Cupola del Brunelleschi (non poteva mancare)
altra rampa, l’ultima e arriviamo al caffè letterario della Biblioteca delle Oblate, cerchiamo lo Spazio Altana dove sono previste da programma Exhibition & workshop by LABA (Libera Accademia di Belle Arti): “La creatività è un virus che ci contamina, guardando l’orizzonte con la testa all’ingiù? Ogni cosa al suo posto, un posto per ogni cosa – il progetto delle cose”; visto il titolo, uno si aspetta un gran risultato, ma è stato piuttosto deludente. Una piccola e grigia installazione, ai nostri occhi era un insulto alle nostre aspettative e credetemi, non siamo noi esigenti, era veramente …deludente! Non ci sono altre parole.
Colme di speranza, ci dirigiamo verso Lungarno Acciaioli al Russian Design Pavilion. Dunque passiamo Piazza della Signoria, Uffizi, Ponte Vecchio e arriviamo, finalmente una esposizione degna di nota, piccolo ambiente, ma carico di “vero” design. Felici finalmente di fotografare e riprendere queste opere nei quali sono chiari i riferimenti al loro paese di provenienza. Decorazioni, colori, figure sono tutte riproposte negli oggetti che questi giovani designer hanno sapientemente creato.
RUSSIAN DESIGN PAVILIONRUSSIAN DESIGN PAVILIONRUSSIAN DESIGN PAVILIONRUSSIAN DESIGN PAVILIONRUSSIAN DESIGN PAVILIONRUSSIAN DESIGN PAVILIONRUSSIAN DESIGN PAVILIONRUSSIAN DESIGN PAVILIONRUSSIAN DESIGN PAVILIONRUSSIAN DESIGN PAVILIONRUSSIAN DESIGN PAVILIONRUSSIAN DESIGN PAVILIONRUSSIAN DESIGN PAVILIONRUSSIAN DESIGN PAVILIONRUSSIAN DESIGN PAVILIONCeramiche per la tavola, rivestimenti, sofà, lampade, pensili, tutto riporta alla loro cultura. Dima Loginoff, classe ’77 originario di Mosca, ci viene incontro e in un inglese fluente ci porge il suo elegantissimo dépliant e biglietto da visita, due chiacchere, una foto e una promessa: ci risentiremo prossimamente per uno speciale post sui suoi lavori. Si chiude così questa giornata, “salvata” dai designer russi! Passate prossimamente dal nostro canale YouTube per un breve video sulle loro opere.
Giulia e Simona