Mise l’umanità, la cultura e la competenza al servizio degli altri
L’umanità, la cultura e la competenza al servizio degli altri con amore. Così può essere sintetizzata la vita di Floriana Buttacavoli, docente prima e dirigente scolastica poi, deceduta a Palermo il primo giugno 2015, dopo una malattia durata quattro anni (carcinoma al seno, già devastante quando si rivelò nel maggio del 2012), sopportata e affrontata con consapevolezza e spirito cristiano davvero encomiabili: «Certamente l’ultima fase della mia vita – scriveva nel suo Testamento - non è stata agevole. Ho affrontato, o meglio, ho cercato di affrontare ogni sofferenza con coraggio, con forza d’animo, con determinazione e rassegnazione cristiana. Non nego che, per certi versi, mi sono sentita privilegiata dietro alla Croce di Cristo. In ciò sostenuta dalla preghiera costante».
Era nata a Castronovo di Sicilia il 25 gennaio 1937 da una famiglia profondamente cristiana (come ideale di vita ebbe sicuramente la madre, donna molto religiosa e di preghiera. Questa, anche lei maestra, insegnò al Nord e si battè per le famiglie disagiate, immigrate e non, nonostante la malevolenza che la circondava). Aveva conseguito il diploma magistrale al “G. A. De Cosmi” del capoluogo ed il diploma di Laurea in materie letterarie al Magistero di Palermo. Avrebbe voluto formarsi una famiglia ma la Provvidenza le riservò altri progetti dandole una “parentela” numerosa negli alunni e nei colleghi: «Purtroppo, la vita, - scriveva ancora nel suo Testamento - per certi versi, non è stata con me generosa, mentre molto mi ha dato sul piano professionale, pure che nulla mi è stato regalato, ma tutto ottenuto con l’impegno, lo studio, il sacrificio. Di ciò, in ogni caso, debbo ringraziare molto Dio nonché i miei genitori».
Dedicò alla scuola 50 anni della sua vita con spirito di abnegazione totale: 25 da insegnante elementare, sempre in scuole della periferia (che sceglieva, partendo dallo studio del territorio). Fu così a Borgo Ulivia di Palemo, a Falsomiele, alla Montegrappa, alla “Marabitti” nel quartiere di Via Montalbo, alla “Sondo Petrazzi” al CEP e ad Altarello nella scuola “Bonanno” di Via Pitrè. Dal 1979, vincitrice di concorso per titoli ed esami, fu direttrice didattica per 25 anni (iniziò alla “Piersanti Mattarella” - da lei fatta intestare al defunto Presidente - di S. Giuseppe Jato, passò alla scuola “Crispi” di Palermo e alla “F. Bentivegna” di S. Lorenzo). Questi ultimi anni furono interrotti da un quinquennio di comando, per concorso, nell’appena istituito IRRSAE, a conclusione del quale tornò, su sua richiesta, alla direzione del Circolo “Bentivegna” di Palermo. Così l’hanno ricordata i colleghi: «È stata per tutti noi docenti della Scuola “S. Lorenzo” un punto di riferimento stabile, una “pietra educativa angolare” non facilmente sostituibile per la Sua tangibile umanità e sensibilità, manifestate nelle varie situazioni della vita quotidiana. Dotata di una naturale attenzione verso il nostro impegno e compito didattico, sostenuto e supportato sempre con le parole giuste, i consigli saggi e il sorriso rassicurante. Autorevole e determinata, affermava con enfasi le sue convinzioni e tra queste la necessità che deve avere l’educatore di coniugare l’umanità con la professionalità nell’azione educativa in cui l’alunno, anche il più disagiato e il più debole, ha una sua centralità umana. Ascoltandola condividevamo e apprezzavamo le sue considerazioni dettate, saggiamente, dai sani principi educativi e da una formazione intrisa di valori. Narrandoci gli eventi della sua vita, ci coinvolgeva nella sua storia personale e familiare, ci parlava dei suoi cari genitori (all’amato padre Giovanni ha dedicato nel 2012 un’opera letteraria e storica) e delle sue care sorelle Anita e Italia con cui condivideva amore e passione letteraria. Infine la sua convinta scelta professionale, iniziata da giovanissima (17 anni), continuata con lo stesso inossidabile entusiasmo, anche negli anni della maturità. Ha saputo testimoniare il suo amore, le sue passioni e i suoi sentimenti anche attraverso gli apprezzati scritti autobiografici e non, come quelli in difesa dell’amato mondo degli animali. Antropologa attenta e sociologa sensibile ha approfondito gli studi sulle varie tematiche di natura pedagogico-didattica, offrendo il suo valido contributo a corsi di Formazione sull’analisi dei rapporti Scuola-Famiglia del Quartiere “San Lorenzo”. La carissima Direttrice, come gradiva essere chiamata da tutti noi, è stata “la matita di Dio” che ha scritto questa bella pagina della Scuola “S. Lorenzo”. Di Lei conserveremo sempre l’entusiasmo e la sensibilità e il suo forte credo nel servizio di chi è educatore della formazione umana»[1].
Fu molto decisa nella sua azione: si dava degli obiettivi e li realizzava, come afferma la sorella Anita, cosciente con S. Paolo che «Dio non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza» (2Tm. 1, 7).
Fu più volte esaminatrice nei concorsi magistrali.
La sua attività fu caratterizzata dall’attenzione alla centralità dell’alunno, specialmente quello più
svantaggiato (era fiera dei risultati ottenuti), e dalla cura dei rapporti con le famiglie e con il territorio. Si battè contro l’astensionismo e l’abbandono scolastico, come si lottò per l'inserimento nella Scuola di “San Lorenzo” dei ragazzi dello Zen e dei Rom del vicino campo nomadi della Favorita, vincendo l’ostilità delle famiglie.
Numerosi furono i corsi di aggiornamento tenuti per i docenti (per un servizio più qualificato ed in linea con i nuovi orientamenti pedagogici) dei quali fu organizzatrice e animatrice instancabile.
Come molteplici furono i progetti con laboratori per gli alunni che spaziavano in un’ampia offerta formativa: dall’arte alla filosofia, alla poesia, alla legalità, nonché alla conoscenza e bellezza del territorio con l’adozione di un monumento che, fatta propria dall'Assessore alla P.I. del Comune, Alessandra Siracusa, fu estesa a tutte le scuole divenendo l'appuntamento annuale di “Palermo apre le porte”.
Parecchi furono gli incontri con le famiglie, tra cui un corso annuale, con relazioni di esperti sulle varie tematiche educative, i cui atti furono pubblicati dall'Assessore alla P.I. del tempo.
Dopo la messa a “riposo” nel 2004 curò, a vantaggio delle giovani generazioni del Comune di origine, il recupero del passato con pregevoli pubblicazioni su usi e costumi tradizionali, come “Tracce di memoria”[2], e due volumi[3] di testimonianze del padre, avv. Giovanni Buttacavoli, primo Sindaco di Castronovo dopo la caduta del Fascismo. Ebbe la passione per la scrittura: rimangono inediti numerosi suoi scritti, tra cui un’ampia raccolta di poesie. Scrive La Repubblica [4] che «In più occasioni ha organizzato cineforum, gare di poesia, convegni su temi sociali e dibattiti sul mondo femminile. È stata vicepresidente dell'Aneb, l'associazione nazionale educatori benemeriti e frequentava l'Università della Terza Età, divenendo anche relatrice».
Molti giovani, fino alla conclusione dei suoi giorni, trovarono in lei una guida illuminata e illuminante, un sostegno generoso, una consulenza giuridica e pedagogica, validi apporti culturali.
Le testimonianze, dopo la morte, furono numerose. Cito quella dell’amica Mariolina[5]: «Nel porgerti un commosso, caloroso ed affettuoso saluto, sento il piacere e il dovere di esprimerti sentimenti di affetto, stima e sincera gratitudine per il delicato e difficile ruolo di dirigente da te magistralmente svolto nella scuola. Ruolo vissuto non come esercizio di potere, ma con tanto spirito di servizio, senza risparmio di energie fisiche e intellettuali e con impegno altamente qualificato. Grazie per il rapporto di reciprocità simmetrica che hai instaurato con tutti i componenti del sistema, che pur non disconoscendo la differenza dei ruoli, non ha fatto graduatorie, gerarchie (tu vali di più l’altro di meno). Ciò ha fatto sì che si realizzasse un clima di serenità dove ognuno ha dato il proprio contributo nella specificità del ruolo ma con obiettivo comune: “Il Benessere dell’Alunno”, che tanto ti stava a cuore. Sei stata un’amica nella vita, una compagna nella scuola, una risorsa nella guida.
Dedicare qualche pensiero a chi nella scrittura è stata “maestra” mi ha creato non poco imbarazzo: “Non sempre la materia riesce a esprimere ciò che l’Arte intende”! Sono sicura comunque che i sentimenti dettati dal cuore, hanno sempre l’effetto desiderato.
Direttrice, tu sei stata per me un forte punto di riferimento affettivo, culturale e professionale.
Nella mia mente e nel mio cuore il ricordo di te sarà sempre legato a quello di una “Donna” di elevato valore culturale, professionale ed umano».
La sua professionalità era avvalorata dalla sua intensa umanità che esprimeva raccontandosi e raccontando; così ce la ricorda Grazia, allieva che lei preparò al concorso Magistrale: «Lei ha rappresentato per me un modello, l’ho ammirata tanto ed è stata fondamentale per la mia crescita professionale, culturale ed umana. Non potrò dimenticare la sua intelligenza vivace, la fermezza del carattere, il rigore morale, il grande amore per gli animali e anche il suono argentino della sua risata, che accompagnava i nostri pomeriggi di studio, durante i quali si deliziava raccontandoci degli aneddoti legati alla sua infanzia. Nel mio cuore ci sarà sempre un posto particolare per colei che ha fatto di me una maestra realizzata ed orgogliosa del suo lavoro»[6].
La sua apparizione sul palcoscenico del mondo non è stata invano, anzi, da attrice provetta, ha saputo catalizzare la scena. La società parentale, scolastica, etnica, umana possono essere orgogliosi di avere avuto come compagna della vita una simile Donna. La professoressa Buttacavoli, ne siamo certi, ha meritato la ricompensa del Padre come nella parabola dei talenti: «Bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone» (Mt. 25, 21). Floriana, ha messo in atto le doti che Dio le aveva affidato, merita di contemplare la pienezza della luce che è Dio stesso, di conoscere la Sua sapienza infinita e di partecipare alla Sua gioia eterna. Il mondo ha bisogno, però, di simili figure che diano testimonianza di ciò che vuol dire credere, di un impegno incondizionato nella carità, per alimentare una speranza che sia profezia di un mondo rinnovato secondo il volere del Creatore. L’azione del Fiore (Floriana), piantato, cresciuto e colto da Dio, è un modello imperituro da seguire con pazienza e costanza per poter dire anche noi: «Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione» (2Tm. 4, 7-8).
SALVATORE AGUECI
[1] Scritta e letta dai colleghi della Scuola “S. Lorenzo” il giorno dei funerali 3 giugno 2015.
[2] Floriana Buttacavoli,Tracce di memoria, edito col patrocinio del Comune e della Provincia, 2009.
[3] Giovanni Buttavoli (a cura di Floriana Buttacavoli), Cittadini, amici della libertà e del popolo, 2012; Giovanni Buttavoli (a cura di Floriana Buttacavoli), Castronovo nella storia d’Italia 1860-1943, 2014.
[4] La Repubblica, 15 giugno 2015.
[5] Letta il giorno dei funerali 3 giugno 2015.
[6] Lettera di condoglianze di Grazia Citerda inviata alla sorella Anita.