O Non-Flying Carpet? Non-Flying Carpet. E si intitola così il progetto super poetico di un architetto italiano, con base a New York, Sergio Mannino (www.sergiomannino.com). Un concept divertente, colorato, design, figurativo, che racconta una storia. La storia di un giardino di lana per interni. Un giardino immaginario che può essere composto, scomposto (anche nel senso di usato non ordinato!), assemblato e riassemblato. Il designer è, come ho già detto, un creativo con radici nella cultura del design italiano, Sergio è stato addirittura allievo e collaboratore di Ettore Sottsass, più cultura del design italiano di così. Ma torniamo a Not-Flying Carpet. Un tappeto modulare, sei pezzi – per ora, soon ne arriveranno altri -, tutti assolutamente realizzati e annodati a mano – in Nepal -, tutti assolutamente in lana naturale, tutti diversi – per forma e disegno – ma tutti perfettamente accostabili. I componenti – mi sembra di parlare di Goldrake, per chi se lo ricorda!? – rappresentano un piccolo pezzo di giardino che come un puzzle si anima e disegna aggiungendo angoli diversi. Le aree, adesso sono due: Purple side e Green side – si possono ordinare così – e i pezzi sei – che possono essere acquistati ad uno ad uno. Un’idea così romantica e moderna allo stesso tempo che mi ha fatto innamorare, ma c’è di più, la poesia di questo progetto non finisce con il concept, non finisce nemmeno con l’interaction che crea con l’acquirente, e non finisce meno che meno neppure con i meravigliosi disegni – una prospettiva disegnata, giocosa e divertente, leggera, tra Sottsass e Mariscal – ma continua, continua anche nei nomi che il team ha selezionato per ogni singolo pezzo di tappeto. E le parole per me sono così importanti. Dei titoli, super, devo scriverli Un tuffo dove l’acqua è più blu (il pezzo con il laghetto, o la piscina?), Colorado dream (quello con le rocce e il deserto), Don’t wait for me I stay here (dove c’è a sedia), Ceci n’est pas une table (con il tavolo tondo visto dall’alto, che però magari è un capitello, o un pezzo di Memphis!), Flowerscent (dove c’è l’aiuola di fiorellini rosa profumati) e Hide and seek (alias nascondino, appunto, il pezzo con il muro). Un low maintenance wool garden, da amare. Io sicuramente metto un I love it, o no, nell’era di Facebook si dice I like it. Ho anche inserito il video, troppo carino.