FMC , un grande vino bianco che sfida i migliori Chenin Blanc del mondo

Da Vini&terroir

Sabato 19 aprile ho assaggiato uno dei migliori Chenin Blanc in circolazione, non arriva dalla Valle della Loira la patria natia del vitigno ma bensi dal Sud Africa.

etichetta del vino FMC

CHENIN BLANC

Questo splendido vitigno bianco lo conosciamo bene, nella valle della Loira dove è l’uva principale nelle denominazioni di Vouvray e nelle meno conosciute Quarts de Chaume,Coteaux du Layon, Saumur e Savannieres  ( produce vini dolci di prima classe nelle prime due AOC insieme al Vouvray).  Con il nome di Cremant de Loire produce interessanti spumanti. viene coltivata anche  nelle zone meridionali della Francia dove rientra come vitigno consigliato nel Sud Ovest, Linguadoca e Limoux, in quest’ultima AOC rientra nell’assemblaggio della famosa Blanquette e Crèmant oppure come monovitigno.  Fuori dall’Europa ha trovato terroir ideali in Sud Africa, dove è il vitigno più piantato; in California è molto comune e alcuni decenni fa era il vitigno più comune. Cresce bene anche in Nuova Zelanda, Australia, Canada e in diversi stati dell’America del Sud.Vitigno molto spesso sottovalutato, ha un’elevata acidità naturale ( spesso comparabile al Riesling) che permette un’ottima ecletticità sia come vino secco che come spumante e vino da dessert.  I vini a base di Chenin Blanc tendono ad avere un comune aroma di frutti tropicali con sfumature di miele, Molti degustatori trovano anche sentori di prugna verde. Lo Chenin Blanc ha trovato la terra promessa in Sud Africa, grazie a un gruppo di Ugonotti francesi che nel 1685 si rifugiarono in queste terre per sfuggire alla persecuzione e, come era abitudine, portarono con loro alcune viti. Qua nello Stellenbosch lo Chenin ha trovato la sua seconda patria, un po come successe per il Sauvignon Blanc e la Nuova Zelanda. Ken Forrester e Martin Meinert sono gli artefici di questo stupendo vino: ok forse non sarà Les Clos Sacrès o la Coulèe de Serrant del maestro Nicolas Joly, ma anche qua siamo davanti ad una grande interpretazione del vitigno. Tutto coltivato in stretto regime organico ed ogni singola operazione è eseguita a mano.

les clos sacres- n.joly

In Sud Africa il vino non è affare recente anzi!Il vino si faceva già intorno alla metà del 17 secolo quando il vino Constantia era molto in voga. Si trattava di un vino dolce prodotto con le uve provenienti dalla costa di sud-ovest. Bevuto da tutti i marinari che facevano sosta al Capo, divenne molto famoso in ambito internazionale intorno al 1800.

FMC 2011  92/100

La sigla FMC significa: Forrester+ Meinert+ Chenin Blanc.Vigne risalenti al 1974 che sono raccolte a piena maturità, talvolta si può verificare anche la presenza di muffa nobile. Queste vigne sono piantate nel Clovelly, un suolo costituito da profonde  sabbie gialle su dei pendii orientati a sud-sud ovest.Fermentazione con lieviti indigeni in botti di rovere francese, nuove, da 400 litri dove poi vengono lasciate affinare per 12 mesi sui lieviti. E’ forse il migliore Chenin Blanc dell’Africa del Sud , come ha detto Jancis Robinson oppure come si può vedere dai punteggi di Robert Parker e Decanter. Insomma un vino che è diventato un’icona della varietà. Robert Parker gli da ‘spesso, un punteggio sempre superiore ai 91 /100; al Decanter World Wine Awards ha vinto la medaglia d’argento e quella di bronzo. Tim Aktin MW gli da un 94/100; Stephen Tanzer un 92/100. Un must da assaggiare con la sua freschezza esuberante, il legno molto ben integrato, il sentore dolce sul finale sempre condito con note agrumate e mielose molto importanti. Un vino da potere anche invecchiare senza problemi. La bottiglia viene venduta con il tappo a vite, ma questo ormai non viene percepito come segnale di bassa qualità.

vigneti dove si nota bene il suolo sabbioso giallo

Il naso è molto delicato e libera sottili aromi di limone, melone e nuvola di pera. A queste si aggiungono note floreali e miele con un accenno di spezie dolci orientali.In bocca l’attacco è molto fresco e rotondo e si risentono gli stessi aromi del naso per una perfetta continuità. Marzapane, noce moscata, albicocche secche sono gli aromi che il bicchiere libera ogni volta che “sento” il vino. La bocca ci mostra un vino di buona concentrazione con un discreto volume, oserei dire quasi grasso con un finale dove i sapori si fondono insieme armonicamente con un’ottima lunghezza con sentori leggermente dolci di mieli, forse dati da una leggera muffa nobile. Vino dalla grande complessità che può invecchiare, molto bene, per tanti anni. E’ un vino perfetto per la cucina dai sentori asiatici, per il sushi, per la cucina indiana e giapponese.


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